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LA NOVELLA
,Quando il treno si fermò, sbattei gli occhi accecati dalle cento lampade che pene devano dalla travature della vélta di ferro; e fu.tanto forte il contrasto della realtà con i sogni che m'avevano cullato, che chiusi gli occhi, attendendo che il canto del treno mi riportasse nel mio regno,
Mi ero addormentato: pareva sorta dal nulla la figura di donna che scorsi subito in un angolo dello. scompartimento, quando riaprii gli occhi
— Tu, piccola... — scattai.
— Signore... A
— Titit, sei tu? ma dimmi... vedi, vedi, non sogno: sei tu
— Signore... °
— Guardami: 0 non vedi?... sono io... ‘ma guardami, dunque... come allora! #8 4
Perché era certamente lei, Titit, la piccola compagna degli anni dorati, la piccola donna che aveva pérto la sua passione come sostegno alle mie prime fatiche, la sua fede come mòta ai miei primi slanci... ì x
Titit, balzata, così, fuori dal gorgo della dimenticanza, in questa’ notte di sogno, mentre il treno mi portava lontano, verso l'avvenire e, forse; verso il nulla.
—. Titit... sono io, Dani: guarda, non vedi? guardami, Titit...
E vibravo tutto, teso verso la giovinezza ritrovata, teso verso la donna che non avevo saputo dimenticare, pur non avendola mai più ricordata. sn
Non erano più sue, infatti, le lunghe ore: della mia vita; egbisticamente m'erostra
. niato dai ‘ricordi, per crearmi quella nuova esistenza che molti. (quelli che non sanno;
‘
e sono tutti) m'invidiavano. i.
Titit taceva: ‘i suoi ‘occhi mi fissavano, ma non sapevano ritrovare: quella lucentezza che doveva ricordarmi i lontani. giorni della gioia,
‘Il treno correva: s'e
ra tuffato nella. not
te, e le pinne di luce
che ’spuntavano dai a finestrini arfancavano sd
lungo ‘le''’scarpate di s : ghiaia, lungo'i filari di alberi; affannosamente, come; se qualche cosa li inseguisse,' come se dovessero fuggire dal buio, nel buio;
«Dani, Dani... ».-La donna ripetè,. due, tre volte, il mio nome, edera. visibile’ lo sforzo che faceva ‘per ricordare. i
Ma era tale la fissità dei suoi occhi, che non. riuscii a concretare, a dar vita al pic
colo dolore che m'era: sbucato nel cuore, e che sussurrava; .non ricorda, ‘essa non ti ricorda. SR, i ; —: Dani... oh Dani, tu;.tu... ... ; E vidi le sue palpebre battere, e riaprirsi più grandi i due occhi allucinati, nei quali
‘era apparsa improvvisamente un’espressio
ne più morbida. p i
Le sedetti. accanto: e quando le strinsi.. nelle mie: mani i polsi, nel gesto d'allora, . m'accorsi che s'era ricréata quella. comunione d'idee che m'ero' senibrata distrutta, ‘polverizzata, annientata nel vuoto dei suoi occhi: profondi, . Ol” a
3 *Ì”* A li Titit: questa donna: stanca. .era la mia
‘ fremente ‘Titit...Cosa. aveva. fatto-di lei la
vita? Chi; chi, aveva tolto ‘dai suoi occhi quella. luce strana ‘che illuminava e dannava le mie ‘notti? «La Di: F i sx * 3 i | La sua voce.era come venisse da un mondo ‘diverso,’ i PESI ga — Tu. sai: ho: vinto, Avrai visto ‘il mio nome -scintillare' fra: catene. di: lampade,
AI erillo, il regista. Van. Dyke ‘di’ un. film alla Metro.
avraivisto
c darti dagli schermi.,.. No? già, è vero.., faccio solo del « parlato nin tedesco. Non sai, dunque. Ma allora, Dani, tu. non sai cosa hanno fatto di me, tu credi ancora che io possa essere quella di un. temnpo?... Oh, Dani, se tu fossi giunto prima! M'avresti salvata. M'avresti ridata forse la mia anima. Perché non t'ho rivisto prima? Ora, vedi, è tardi. Tardi,
Aveva ripetuta la parola sempre più «ebolmente, e la ripeteva ancora, lentamente, guardando lontano, quasi non sapesse più vedermi. g°
Tardi, tardi: vidi le sue mani tremare; erano diafane e bianche, La bocca si moVeva appena, e notai i due lievi solchi di dolore, ai suoi lati, i 88
Le guance sfiorite, e quei ‘poveri occhi fissi... :
+ Dani, è tardi: ho lottato, sofferto, ho
. vinto, T'ho lasciato (quanti anni sono. pas
sati?) attirata dal fuoco dei riflettori, : «Ho vinto: ma quando ho-creduto di
poter -alzare la testa ‘nel gesto orgoglioso di
vittoria... oh, allora! i “«Wedi, ricordo: ricotdo îl primo bacio dato davanti. alla macchina da presa: l’'occhio ‘di cristallo dell'obiettivo guardava le. mie labbra; «avidamente: baciai con tutta
l'anima mia le. labbra. pagate (come le té)... perdutamente, lelabbra dell'attore
che spartiva meco l'onore del film, solo ‘per
:.ché il'gelido.occhio mi ‘guardava. Ma, men
tre vibravo al'di là del mio desiderio, men
«tre sentivo di dare al ‘bacio: tanto di. me,
quanto il copione non chiedeva, vidi l'occhio. di vetro dell'obiettivo che si avvicinawa: inesorabilmente 1 sembrava che intorno.
il miovoltoguar-.
N “braccio di ferro” tra due. uomini d dI Carnera e il nuovo attore’ della Paramount: Carl Brissorni.
ame non ‘esistesse più nulla, od anzi che tutto si fosse concentrato nel cerchio di cristallo. Tutte le luci convergevano verso di lui, si riflettevano ‘in
‘ esso e, lanciate come frecce in mille di
rezioni, penetravano tutto, all'intorno, tra
passandomi, sfiorandomi, chiudendomi in’
una.rete cli maglie luminose che mi imprigionava.
« M'accorsi che, a poco a poco, mi sfuggiva. il controllo dei miei gesti, e che qual
. che cosa. di mé era inesorabilmente attratta
dall’obiettivo,
« Capii che mi toglieva qualche cosa, che S’impossessava di una parte di me, che assorbiva non solo i riflessi del'mio corpo, . ma: anche quello che era più. intimamente mio, il mio pénsiero, l'animo mio.
. « Sentii che mi svnotavo tutta: fu una impressione simile a quella provata da bambina, quando il. sangue, tumultuando, ga-: loppava alle tempie, e tutto si deformava intorno; e poî a precipizio’ scorreva giù, il. mio sangue, giù giù, chiamato dal mio corpo, e mi si confondevano le idee, e tutto
: diveniva diafano, irreale, sino a scomparire. ‘E come allora, ad ogni risveglio, avevo net
ta la sensazione che in me s'era cambiata qualche cosa, : così, davanti. all'obiettivo, sentii che mi veniva’ strappato un lembo d'anima: quella parte di essa che più vivéva, che più’ vibrava. nella realizzazione scenica, sfuggendo al’ di là: della finzione che si faceva. realtà. ©.
« La sera, nella .mia casa. (Dani, Dani... non tremare così, ho fatto tutto questo, ma lascia che lo dica a te...) nella mia casa, quando un'altra bocca mi cercò e quando volli dirle il mio amore, rividi netto; ge-. lido,-ironico, l'occhio di cristallo guardarmi.
“ Non seppi baciare: e ruppi. in un: pianto
sconsolato, perché presagii che. mai più avrei, saputo baciare, Rage a «E ancora: quando. ‘urlai il mio dolore
sotto il'microfonòo,. e piansi con i miei oc
ceezione;.. Prima
AMB
Cinema MWlustrazione CINEMATOGRAFICA
chi truccati un dolore vero presso un letto di morte, presso il-letto di una madre, davanti all'occhio della macchina da presa, sentii che qualche cosa m'’era tolto ancora, Lentamente, il mio dolore s’ingiganti, scon-” finò al di là-dei fondali dipinti, al di là della rete intricata di fili, {uori del teatro di posa: fui portata lontana, presso la mia mamma, nella nostra casa tranquilla, donai alla finzione i miei ricordi, i miei ; ‘ giorni migliori, le mie lacrime più sante: tut. to questo sotto ; lo sguardo freddo dell'occhio di cristallo, Sentii che attraverso ad esso sfumava una parte della. mia vita, del mio cuore,,. Mamma è morta l’anno scorso. Sono corsa-al suo letto, S'è spenta senza che io sapessi carezzare la mano che mi tendeva, ‘Perché l'occhio di cristallo, sorto dal nulla, rideva. :
Idillto nel campi 3 Ma» ry Carlisle e Robert Young. (M., G. M.}
sue
— Dani, Dani, vedi, m'hanno tolto l'anima: la macchina da presa mi ha svuotata, Ha
voluto che quello :che ero per lei, non potessi più essere per altri.
S'è impadronita dei miei desideri, dei miei ricordi, delle mie passioni. E ‘non m°hà Jasciato che un povero corpo che vive per inerzia, che rotola sulla strada. della vita solo perché, un giorno, gli hanno dato l'ab
‘brivo, i i
i
*ka*
Dalle rotaie sali uno stridore d’acciaio.Fuori dai finestrini, diagonalmente, s'inflettevano case, ‘insegne’ brillanti, viadotti.
Berlino, :
Titit era scattata in piedi, m'aveva guardato è s'era. scagliata lungo il corridoio e gettata, in furia, dallo sportello. ;
La cercai fra la folla, credetti d'inseguirla per;le scale, sperai di raggiangerla...Era svanita come un'ombra nella piana grigia che mi si apriva davanti,
o
Ho rivisto alcuni giorno dopo Titit, la mia Titit,. quella dagli occhi luminosi,, inquadrata da uno schermo. Il film: era celebre e la folla faceva ressa per vederlo, ,
Ma non ho più ritrovata la donna senz'anima che avevo incontrata sul lungo va-.
‘ gone della Mitropa; quella, solo quella, era
Rocco d' rSa
Titit del imio sogno,
BIANCA DE MAJ
la scrittrice umana c ‘gentile, DIopae fabile narratrice di casi e situazioni che illuminano le origini di tanti drammi ignorati, ha scritto per il: Secolo HMlustrato il suo nuovo romanzo. °
PORTINERIA
È ‘un.romanzo movimentato e avvincente, che descrive i tipi più disparati del piccolo mondo che abita nella vecchia casa di un centro cittadino e che si impernia ‘sulle illusioni, gli. amori, î disinganni, la caduta’ e la. risurrezione di unafanciulla inesperti. La ‘prima puntata “sul Secolo Mustrato di questa settimana: ‘cent. 50 in tutte le ‘edicole sel-Regno e Colonie.
‘William | Powell'‘e Clark: Gable, che. inferpreteranno “N melodrammé di v Manatthan!? per la Metro; rileggonoil copione del soggetto con l'autrice