Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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G. VOGEL (Zurìgo). — Mi dici che sei mesi fa hai visto a Zurigo un film francese: l'iKCONKUE di sleepinc car identico al film italiano belle o brutte si sposan tutte. Io non ho visto il film italiano, comunque ti posso dire che è stato prodotto dalla ditta Atlas Film il cui proprietario Giuseppe Gallia ha frequenti rapporti con ditte francesi. È probabile quindi che egli abbia acquistato il film francese, e ne abbia poi fatta una copia italiana, con attori nostri. I rifacimenti di film esteri erano di moda in Italia nel periodo 1932-33. La stessa segretaria privata era un rifacimento. Io sono del parere che tali rifacimenti non abbiano alcuno scopo. Ci sono ottimi soggetti italiani, prettamente ita liani, e non c'è affatto bisogno di copiare i film stranieri. CEDRO DEL LIBANO (Genova). — Non sono un angelo, come voi dite. Posso tuttavia rispondere, per quanto so, alle domande che mi fate. Dall',4/munacco del cinema italiano non risulta che Mino Doro sia uno pseudonimo. Il primo film interpretato da Germana Paolieri è stato wallv. Vanna Vanni è invece uno pseudonimo. In un film si è chiamata Anita Vanni, non si sa perchè. Vi sono altre giovani attrici italiane che amano mutar nome ogni tanto. Certo, i nomi delle attrici non sono molto peregrini. Una volta, invece! Una si chiamava Gianna Terribili-Gonzales. Altri tempi, volga in fiamme è diretto da Viktor (o Wenceslaw) Tourjansky. VINCENZO PETRELLA (Avena). — La scadenza per l'invio dei copioni al Concorso cinematografico bandito dal Ministero della Cultura Popolare è stata rinviata al 1. dicembre. I copioni vanno inviati al Ministero in quattro copie dattilografate. Motto e busta chiusa. SILVIO PAPPALARDI (Vomero). — Come avrai notato, dal n. 77 è Giuseppe Isani che scrive <> Film di questi giorni >•. La tua lunga e piacevole lettera tocca due punti piuttosto vivi nelle discussioni del mondo cinematografico: Napoli e la vita privata in rapporto alla pubblicità degli attori e delle attrici. Conosco poco della vita privata delle nostre attrici e dei nostri attori. Forse la loro vita privata non presenta aspetti così eccentrici da prestarsi a quella pubblicità di tipo americano cui tutti gli attori e le attrici di Hollywood si sono assoggettati esclusa Greta Garbo, la quale però ha scelto un sistema di pubblicità assai vantaggioso. In fondo, io credo che i migliori attori dovrebbero trascorrere il loro tempo a preparare i film, a studiare. Non ho visto i film di cui parli nella tua lettera. Immagino tuttavia che il modo con cui Napoli è stata trattata, sia piuttosto convenzionale. Da quella frase togli pure il « forse » che è inutile, e spero che ti risulti chiara. « Vi è (nei film di Duvivier) quella disperata ricerca dell'intima essenza del cuore umano che spinge l'analisi dell'autore spesso in regioni molto più remote e profonde di quelle che in generale esplorano i crepuscolari; un poeta che cerca la poesia nell'intimo del le cose e che sa trovarla anche nei luoghi, nei momenti e nelle circostanze più banali e più grigie ». Certo Duvivier sarebbe contento, immagino, di questo tuo parere sulla sua opera. A me dispiace, dei suoi film, una certa sovrabbondanza, spesso di dialogo; e qualche esagerazione nei convulsi movimenti di macchina. Definirei facilmente intimista un Paul Fejos per esempio; un intimista delicato. lulien Duvivier è stato delicato soprattutto in poil de carotte, che mi pare il suo film più persuasivo. CAPO DI BUONA SPERANZA ( 'C orrispondenza coi lettori) Circa le giovani attrici, si potrebbe dire che è opportuno vengano incoraggiate. Tuttavia le giovanette non dovrebbero riposare sugli allori. E le nuove? Ce ne è una fioritura, di nuovi nomi. Quali rimarranno? G. L. (Mantova). — Ho letto attentamente il Vostro soggetto per film Elissa ed il suo grande amore, desunto dai primi quattro canti della Eneide di Virgilio. Episodi dell'Eneide hanno ispirato, in altri tempi, scrittori di teatro. Qualche scrittore di cinema, inoltre, si è accinto all'impresa di ridurre per lo schermo degli episodi del poema virgiliano. Conosco anche una stesura di scenario di tutta V Eneide. Il Vostro lavoro è senza dubbio lodevole per le intenzioni. Voi stesso scrivete del Vostro lavoro :« Tutto ciò non già con la pretesa che tutto venga ficcato dentro un film che in tal modo, pare a me, diverrebbe troppo lungo e pletorico, ma per presentare al produttore o regista il succo del testo virgiliano ed il filo conduttore, lasciando a lui vedere come e se possa ricavare una azione cinematografica e, al caso, manipolare la materia a suo piacere senza, possibilmente, commettere troppi sacrilegi ». Il problema consiste appunto in questo: cioè nei sacrilegi. Dime Voi dite, che si possono commettere. A tutt'oggi credo che le opere letterarie di gran pregio tradotte in film degnamente, siano poche, don Chisciotte di G. W. Pabst dal romanzo di Cervantes è forse quella che più delle altre si è attenuta allo spirito del romanzo, ed è allo stesso tempo un buon film. In don Chisciotte, però, vi è un importante dramma umano, che affiora attraverso il ritmo delle immagini. A parer mio, per quanto io sia in linea di massima, contrario alla traduzione cinematografica di opere letterarie, nell' Eneide, la traduzione cinematografica del Mito è assurda. Sull'episodio di Enea e Didonc è stato già fatto un film ai tempi del muto. Un film da non potersi ricordare. Se tutto si limita al semplice dramma umano, buona parte del Vostro lavoro risulta inutile: Venere, Giunone, Mercurio e gli altri Dei, come li potete raffigurare sullo schermo? Voi dite che lasciate al regista e al produttore di studiare se il poema virgiliano si presta più o meno ad essere trasformato in film. Voi dite, ad un certo punto: <• Bisognerebbe che la scena rendesse, in qualche modo, il bellissimo brano virgiliano, in cui è espresso il contrasto della notte tranquilla in cui tutto riposa : uomini, animali e tutta la natura, mentre invece Dido nelle sue stanza è in preda a.lla massima agitazione ». E' indubbio che questo contrasto si può rendere con i mezzi espressivi del film; ed un regista può vedere senz'altro quale montaggio di elementi si può fare; ma il Vostro compito di scenarista sarebbe stato appunto quello di suggerire la forma di tale montaggio: di narrare, insomma, la vicenda, tenendo conto delle esigenze e, inoltre, delle possibilità del cinema. « Eolo con in mano uno scettro governa i dodici venti che tiene imprigionati per lasciarli liberi quando Giove lo ordina. Essi però si muovono nel vasto antro tentando un frastuono orrendo di sibili, ululati, ecc. ». Io non nego che si possa trarre un suggestivo effetto dalla visione di caverne sulla riva del mare increspato dall'aria, e dalle quali escano ululati. Ma non vedo come si possa far vedere in un film, senza destare l'ilarità, Eolo che tiene imprigionati 1 venti. La trasposizione, insomma, dovrebbe essere completa. In un film tratto dall'Eneide, potrebbero rimanere i temi, ma molta parte della bellezza dovuta ai versi di Vergilio scomparirebbe; ad essa andrebbe sostituita qualche soluzione cinematografica, che è compito appunto dello sceneggiatore, di studiare e di risolvere. A. M. MUNUS (Venezia). — « Nel numero del 25 agosto di Cinema ho letto che un certo signore americano si era imbarcato sul Saturnia e dichiarava che era impossibile che le relazioni fra America e Italia in fatto di film potessero essere riallacciate ». Io non ho particolari notizie in proposito, né mi risulta che per il momento vi siano trattative in corso per la importazione di film america.ni in Italia. Comunque avrete notato che continuano a venir proiettati sui nostri schermi dei film americani e, in prima visione, dei film di qualche anno fa, che sono interessanti per chi voglia farsi una completa cultura cinematografica. ABBONATO N. X. — Non da tutu i critici convenuti a Venezia, il film il vagabondo macoun è stato giudicato male; in genere è stato notato nel film press'a poco quello che avete no tato Voi; cioè che il film ha una andatura lenta ma che non mancano particolari felici. Se qualcuno ha detto che tale lentezza deriva dalla scarsezza di dialogo, ha detto una affermazione arbitraria, non giustificata né esatta. Come Voi giustamente osservate, non è il dialogo che produce rapidità al film. Voi osservate, inoltre, che vi sono nel film dei particolari toccanti. Ricordo di aver letto una recensione che segnala certe inquadrature del film. Non mi convince la rievocazione della vita vissuta dal vagabondo, perchè, in genere, queste rievocazioni realizzate mediante sovrapposizioni di immagini, riescono piuttosto confuse, pel di carota, che Voi giudicate come il mi glior film di Duvivier, è stato proiettato con ritardo in Italia perchè il noleggiatore che ne aveva assunto la esclusività non lo riteneva un film sufficientemente «commerciale». Il risul tato è stato un po' diverso da quello previsto dal noleggiatore. Ritengo che quella parte del pubblico che, a Venezia, ha manifestato la sua disapprovazione per certe ripetizioni di scene, nel film GIOVANE, CODI LA TUA GIOVINEZZA, non abbia avuto sempre ragione. Vi è, in tali scene, un senso di autenticità quale di rado si trova. Tuttavia, è opportuno notare che il film si basa su elementi esclusivamente locali, e quindi è possibile ammettere che parte del nostro pubblico non l'abbia apprezzato. VL NOSTROMO MOVI BREVETTI Metodo per ottenere una visione cinematografica in rilievo e mezzi per la realizzazioae di tale metodo: FONTANA E., ad Albisola (Savona) (4-387). Perfezionamenti nelle pellicole sonore a passo ridotto e negli apparecchi relativi: HARPER M., a Hoddesdon (Gran Bretagna) (4-387). Procedimento per la produzione di immagini a più colori secondo metodo sotrattivo: I. G. FARBENINDUSTRIE A. G., a Francoforte s. M. (Germania) (4-387) Dispositivo di protezione contro la luce per imballaggi di pellicole a rotoli e di pellicole cinematografiche da caricare alla luce del giorno: LA STESSA (4.587) Mobile, preferibilmente in metallo a sfogo di gas per conservare materie mnammabili quali pellicole cinematografiche e simili: CRESPI P. S. A., a Milano (4-587). Procedimento per la colorazione delle pellicole cinematografiche a colori e dispositivo attuante tale procedimento: PETRONIO G., a Milano (4-387). Dispositivo di guida per le pellicole in apparecchi di ripresa cinematografica : ROBERT BOSCH G. m.b.H., a Stoccarda (4-388). Perfezionamento nelle macchine cinematografiche da presa: LA STESSA (4 388). Dispositivo di protezione contro l'incendio per proiettori cinematografici : LA STESSA (4-388). Para-luce per apparecchi fotografici e cinematografici: ZEISS I. A. G., a Dresda (Germania) (4-388). COPIA DEI SUCCITATI BREVETTI PUÒ PROCURARE: L IN6 A. RACHEL! UFFICIO TECNICO INTERNAZIONALE MILANO, VU Pietro Verri. 22 Telefoie 70 018 • ROMA VU Nasloaale. «6 Telefona 485-431 ruCIPF VACCHINE PER CUCIRE Mi "P CUCIRE MACCHNE PERCUCIPf MALWINF H' U> ■!=[ *•-' ' -.INE PER CUCIRE MACCHINE PER CUCIRE MACCHINE PEh ^.UCIHt 1..-- t . ~. N E C C K HfflE PER CUCI P E MACCHINE PER CuStBE MACCHINE PE3 CUCIRE MACCMNE PER CUC'RE MACCHINE PER CUCIRE MACCHINE PEPCUC'Rk MACChiNl PEH CuCIfi ■• 236