Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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LAVORARE E VENDERE LA divisa « Lavorare e Vendere » è indubbiamente stata quella che fin dalle origini ha guidato la nostra industria cinematografica, ma mai come in questo particolare momento essa viene opportunamente ad indicare la strada che ogni Casa deve battere e la mèta finale da raggiungere. Siamo in tempi in cui ogni attività della Nazione deve venir rivolta con energia alla creazione di prodotti che rappresentino un interesse oltreché per noi, anche per gli altri paesi e che possano facilmente sostituirsi all'estero con tutto ciò che per i particolari aspetti delle varie situazioni interne, i suddetti paesi non possono produrre che in modo limitato. La nostra attuale situazione nel campo cinematografico è indubbiamente delle più vantaggiose. Le più grandi Nazioni europee, quelle nelle quali innumerevoli pubblici erano usi divorarsi chilometri e chilometri di pellicola, pur mantenendo quasi inalterati il numero e gli orari delle sale di proiezione, hanno dovuto subire diminuzioni assai notevoli nella produzione, mentre gli stati neutrali nella attuale crisi politica hanno posto divieti e limitazioni all'ingresso dei film dei paesi belligeranti. Molti attori, registi, tecnici, hanno lasciato il loro lavoro ed hanno indossato le uniformi militari, e un semplice sguardo alla stampa cinematografica europea dimostra chiaramente la situazione. E' questo, dunque, anche nel campo dell'industria del cinema, il momento per noi. Dal giugno 1938, dall'epoca cioè in cui ebbe pratica attuazione il sistema di ripartizione e di regolamentazione della valuta concessa dal Ministero per gli scambi alle varie società importatrici, gli indici di produzione italiana, chiamata ad assolvere compiti sempre più vasti nella vita cinematografica del paese, sono molto aumentati; in conseguenza di questo, si sono intessute relazioni con l'estero per l'esportazione dei nostri film che hanno cominciato i loro giri per il mondo spesso con successo. Le cifre pubblicate a questo riguardo dalla Federazione Fascista dello Spettacolo por tano ad esempio un attivo di quasi undici milioni per esportazione nel 1938, il che significa un aumento del 40% sul bilancio dell'annata precedente. Il film italiano dunque è, da un punto di vista commerciale, in ascesa; se si pensa inoltre che ciò è avvenuto proprio nel momento in cui la cinematografia di Francia era nel pieno splendore e godeva del generale applauso, mentre quella americana manteneva, malgrado lievissime scosse, quasi immutati i suoi indici. Queste cifre che a tutta prima possono sembrare modeste a chi le vada confrontando con altre produzioni che hanno però alle spalle una vita industriale di ben altra mole e di ben altra esperienza, hanno per noi invece un valore morale dei più alti. Conquistare un mercato e per di più trovandosi sempre a lato una concorrenza dalle proporzioni mastodontiche e dalle molto più facili possibilità significa sopratutto avere dietro di sé un'industria che riposa su basi serie e i cui sforzi poggiano tutti su una nobiltà di intenti e su una buona volontà veramente ammirevoli, Questo è il principio sul quale ora più che mai devono basarsi le nostre imprese industriali. Le guaste società che sono nate per il piccolo affare locale e che sanno, o hanno addirittura deciso di morire a conti ultimati rappresentano in questo momento un pericolo più che una iniziativa redditizia. Al di sopra dell'utile particolare ci sono oggi altri orizzonti da tener presenti, e che domani potrebbero portarci a livelli ancora sconosciuti fra noi. Se, come dalla citata relazione, dal 1937 al 1938 vi è stato un aumento del 200% « sulle somme investite da imprese straniere nella lavorazione in Italia di versioni straniere di film italiani », ciò significa che il terreno può esser reso fertilissimo anche in questo senso. Occorre quindi facilitare con ogni mezzo questa continua collaborazione con le forze degli altri paesi e fare sì che i nostri teatri e le nostre organizzazioni cinematografiche a poco a poco si presentino agli occhi delle imprese straniere come un campo ottimo di lavoro e come il più sicuro. Tutto ciò rappresenta prima di tutto entrata di valuta estera, e nello stesso tempo un incremento notevolissimo all'attività cinematografica italiana il cui ritmo aumentato risentirebbe oltre che dei vantaggi materiali diretti anche di quelli morali di una attiva operosità di grandissima portata. Per quanto riguarda però la nostra esportazione è opportuno dir subito che da parte delle società autorizzate nel nostro paese è necessario richiedere una sempre maggiore buona volontà. Nello scorso anno troppe volte si è manifestata una strana e spesso ingiustificata incomprensione da parte italiana relativamente ai contratti e alle relazioni da intessere con le case straniere per l'esportazione dei nostri film. Il caso dell'Ungheria, dove malgrado le ripetute richieste di quelle agenzie, si è potuto programmare nell'intera stagione un solo film italiano, è uno dei più tipici esempi. È bene che si sappia che per il prossimo inverno la diffusione tedesca in quella nazione è prevista su una base del 40% e che il governo ungherese ha già disposto affinchè venga facilitato l'ingresso, accanto a quelli germanici anche dei nostri film. Né è opportuno attendere tranquillamente dietro i tavoli delle società che le proposte e gli affari giungano per conto loro dai più lontani centri. Si impone invece una regolatissima e ben organizzata propaganda commerciale che cerchi di penetrare nei vari mercati, che faccia udire la propria voce e che si ponga decisamente sul piano internazionale (come avviene per quella dell'estero). L'Italia nei suoi caratteristici aspetti di vita, nel suo paesaggio vero, che non è quello del solito luogo comune turistico, nella sua gente umanissima, di tutti i giorni, è ancora troppo spesso sconosciuta sugli schermi di molti paesi stranieri. Come noi abbiamo appreso la vita e i costumi di molteplici angoli della terra è giusto che gli altri si avvicinino di più alla vita reale del nostro paese. Alla cinematografia italiana spetta dunque oltre al compito commerciale, principalmente quello di dare forma concreta a questo nostro grandissimo patrimonio e di diffonderlo nel mondo a servizio della nazione. CALCANTE