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VECCHI FILM
IN MUSEO
IO LE FINANZE DEL GRANDUCA
Origine: Germania Regìa: Friedrich W. Murnau Dal romanzo di Sven Elvestand Interpr. : Harry Liedtke (il granduca); Mady Christiana (la granduchessa); Alfred Abel (Collin); Adolf Engers (don Esteban); G. Herzfeld (Marcovic) Anno: 1924 (Il film appartiene alla Cineteca Milanese 'Mario Ferrari' di Comencini e Lattuada)
A STABILIRE quanto F. W. Murnau fosse un regista provveduto sta il film le finanze del granduca da lui probabilmente realizzato non tanto per un personale desiderio quanto per indicazione del produttore : il quale doveva comunque conoscere del regista le atGtudini e, a giudicare dai precedenti film di Murnau, pensare che egli non fosse il regista più idoneo a dirigere un film tratto da un romanzo arguto, leggero, e un po' affine a quel tono che è peculiare, poniamo, di un Ernst Lubitsch. Se in quell'epoca Lubitsch aveva preferito i film storici di intonazione drammatica o addirittura tragica come talune parti di anna bolena è tuttavia constatato che ad opere come la principessa delle ostriche dovesse piuttosto quel suo successo mondano che lo ha aiutato ad andare a Hollywood, laddove Murnau più riflessivo e consapevole e pur proveniendo dal teatro aveva avuto modo di stabilire quali fossero del cinema i canoni fondamentali annunciandosi come un sorprendente regista per quella prima edizione del dottor jekyll che lo aveva imposto all'attenzione dei produttori e del pubblico. Ora, appunto, parrebbe che le finanze del granduca fosse fatto per quel pubblico : per divertirlo, per fargli passare un'ora di tempo. Senonchè Murnau non dimenticava quelli che poi ancor meglio di allora, sono andati manifestandosi come i suoi ideali; un senso di bellezza che già in le finanze del granduca è accennato; soprattutto nel modo con cui sono trattati certi paesaggi che ora stanno a sfondo dell'azione ora sono posti a scopo di stacco tra un episodio ed un altro, definendo così la par
ticolare compiacenza del regista nel comporre le figure in tali paesaggi e quel modo proprio del Murnau migliore, di quel Murnau che conclude la sua opera di regista con tabut In le finanze del granduca v'è all'inizio una presentazione ambientale il cui motivo più .tardi viene ripreso nell'ultimo e più grande film di Murnau. Sono dei fanciulli che giocano nell'acqua mentre il granduca appoggiato ad una rupe li guarda dall'alto e scherza con loro. Di questo giocoso inizio si è forse ricordato Murnau quando ha composto i primi quadri di tabu in cui al posto di quei fanciulli v'erano gli indigeni della Polinesia, di quell'isola di Hora-Hora che nel film veniva definita un Paradiso? Soria, l'immaginario paese che fa attribuire a le finanze del granduca un tono discretamente operettistico, è invece un ambiente mediterraneo, anzi, per esser più precisi, adriatico e, meglio ancora, dalmata. Ma anche questo luogo ha un tono favolistico e le vicende che coinvolgono i personaggi proprio per tale situazione geografica immaginaria non riescono a diventare importanti. Non si può dire tuttavia che l'azione risulti del tutto ed esplicitamente chiara: si tratta comunque d'una storia a base di equivoci in cui non manca qualche personaggio misterioso, un granduca squattrinato e perfino una buffonesca rivoluzióne. Chi imbroglia la matassa è il caso ma è anche tale Collin il personaggio più originale della vicenda. È interpretato da Alfred Abel che va considerato come uno dei più arguti attori dell'epoca per quanto forse le simpatie potessero andare piuttosto al convenzionale Liedtke. Ma questi è il solito primo attore, il granduca che noncurante della propria povertà e nonostante le implorazioni del segretario non vuol vendere Punta Hermosa, zona del suo paese in cui un affarista ha scoperto dei giacimenti di zolfo. Ma una granduchessa in incognito per quasi tutto il film lo salva alla fine dalla sua situazione finanziaria e gli porta anche l'amore. Il Collin invece è l'intrigante che si traveste per rubare certe lettere compromettenti e che ci viene presentato all'inizio come un amante di cani da corsa di cui fa collezione. La stia casa
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