Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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è infestata da questi animali che corrono dappertutto su e giù per gli scaloni da una sala all'altra. Collin è imperturbabile e divertito, né lo confonde la granduchessa della quale anzi egli si serve per concludere quanto lo interessa e per risolvere la situazione portando al granduca l'originale di un lettera compromettente che egli aveva trafugato. Il film è, in complesso, movimentato e piacevole. Se Murnau ha realizzato in seguito film ben più impegnativi di questo rinunciando al genere facile per dedicarsi alla interpretazione di Goethe (faust), o di Molière (tartufo), o di soggetti originali, le finanze del granduca sta a dimostrare come un regista di buon gusto può ambientare un film leggero valendosi oltreché di una adeguata recitazione e tu tt' altro che esagerata (come si può al contrario vedere in taluni film odierni di questo tipo), degli elementi di contorno: qui il paesaggio, come s'è detto, è soprattutto grazioso e attraente; si veda poi come Murnau si è valso di alcuni elementi accessori come quando il personaggio dell'affarista trovandosi a camminare per una delle viuzze dell'immaginario paese di Soria si imbatte in un asinelio e l'uno e l'altro rimangono per un poco incerti nel lasciarsi il passo. Né mancano altre trovate del genere le quali concorrono a creare il ritmo brioso del film in cui le didascalie non vengono mai a interrompere inopportunamente l'azione quanto piuttosto a determinare due o tre soste necessarie. Anche nel realizzare quindi un film di questo genere Murnau non ha dimenticato i principali canoni del cinema silenzioso in vigore in quel tempo specie per opera della corrente cosiddetta del Kammerspiel da cui però si distacca nettamente questo film di Murnau per quanto riguarda l'ambientazione; poiché se il Kammerspiel ha luogo in un solo ambiente, per lo più, e in interno, le finanze del granduca si svolge soprattutto all'aria aperta, preludendo in certo senso ai film della periferia di Clair, dove la periferia stessa per essere in parte ricostruita assume un spetto di fantasia. Laddove Murnau ha scelto isole, isolette, co ste, piccoli paesi; luoghi insomma che gli permettessero di ottenere inquadrature non tanto ricercate quanto tali da incorniciare degnamente l'azione. A questo principio potrebbero rifarsi ancora oggi e soprattutto oggi quei registi che non riescono mai a trovare uno sfondo adeguato per le vicende dei loro film; o addirittura finiscono, per evitare la scomodità di muoversi dagli stabilimenti, a girare nei paraggi di questi e a ricostruire magari un angolo caratteristico di città in modo addirittura assurdo. Quanto alla tecnica, conviene dire che quella di le finanze del granduca è delle meno complesse, come si conviene a un regista tipo Murnau il quale ha sempre preferito i mezzi più semplici per raggiungere gli effetti migliori. CARLO JUBANICO 259