Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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twm m ©tosto mmimi + + + + ECCELLENTE *** BUONO + * MEDIOCRE * SBAGLIATO * UNA DONNA ARDITA (Anne Marie) Produzione : Aurea Regìa : Raymond Bernard Interpreti: Annabella, Pierre R. Wilm. Abel Jaquim Tutto il film poggia sulla sensazionale trovata finale di fare segnalazioni ad un aeroplano vagante in una bufera notturna accendendo e spegnendo ininterrottamente le luci di un'intera città sottostante. Per il resto si va avanti in modo monotono ma pulito lungo una storia poco, troppo poco convincente. Annabella sembra aver capito la poca importanza del lavoro e in certi accenni si direbbe che sfiori la sua parte in luogo di recitarla; ma il film che ha momenti drammatici non vorrebbe forse tanta leggerezza. Gli altri fanno quello che possono e a loro non si può attribuire colpa alcuna. Non tutti i libri di Saint-Exupéry possono dare un bel film. ** S06NI DORATI (The Farmer in the Dell) Produzione: R. K. O. Regia: Ben Holmes Interpreti: Jean Parker, Fred Stone La caratteristica di questo poverissimo film è quella di annoiare mortalmente, di non interessare nessuno con la sua vicenda, di muovere facilmente all'ilarità e talvolta alla commiserazione. La sforzata timidezza e scolastica ingenuità che Fred Stoni? (ben altra era la sua umanità nel sentiero del pino solitario) vorrebbe elargirci non incantano nessuno ed anzi contribuiscono notevolmente a rendere ancor più misero e stagliato il personaggio che si vuol far vivere. Lo sfondo morale di tutta la faccenda è di una piattezza senza eguali. Un film che all'analisi cade punto per punto. Ma non vale assolutamente la pena di sprecar spazio per simili analisi. ¥* BALLO AL CASTELLO Produzione : Italcine Regìa : Massimo Neuield Sceno grafia : Ottavio Scotti • Musica : Armando Fragna ■ Opera-, tore : Vaclav Vick Interpreti : Alida Valli, Antonio Centa Sandra Ravel, Carlo Lombardi Quello che più dispiace in questo ballo al castello è il non aver saputo affatto dare ad Alida Valli alcuna personalità e fisionomia. Quel poco che essa riesce a dare è tutto sforzo suo, personalissimo e molto spesso sforzato, che tradisce l'assoluto abbandono da un controllo e da una educazione da parte di chi doveva. Il suo viso, i suoi gesti risultano a vuoto e cadono nella genericità degli abituali moti di una qualunque ragazza, che giucca in un ruolo qualunque. Il tono caricaturale del lavoro poi che manca assolutamente del ritmo necessario a cose del genere, è ingrato dirlo, è del tutto fallito. Restano salvi alcuni elementi accurati di scena e una certa esattezza che ne fanno un'operetta pulita. Sandra Ravel, Carlo Lombardi, Antonio Centa fauno quello che possono, ma giudicarli da questo film sarebbe un errore. * DUE MILIONI PER UN SORRISO Produzione: Comp. Hai. Cinemat. Lux • Regìa: Mario Soldati e Carlo Borghesio Scenografia : Gino Franzi e Gino Brosio Operatore: Mario Albertelli Interpreti: Enrico Viarisio, Elsa De Giorgi, Sandra Ravel, Giuseppe Porelli Per quanto le trovate di questo film non siano tutte da gettar via ed in alcuni momenti esse avrebbero potuto essere incentivo a creare qualcosa di veramente gustoso e divertente, due milioni per un sorriso è così pieno di peccati capitali che non si saprebbe da che parte incominciare per giungere ad una sia pur modestissima assoluzione. A parte quell 'ormai noto tono da buona recitazione domenicale nel quale tutti questi nostri cari attori lodevolmente gareggiano, a parte quei bei miscugli di provincia e di America, di saperci fare e di volerci saper fare a tutti i costi, a film finito vien fatto di chiedersi per quanto ancora si continuerà ad approfittare della buona fede del pubblico e spesso di una sua troppo lodevole rassegnazione. Unico dispiacere il vedere la brava Elsa De Giorgi muoversi, per quanto dignitosissimamente, fra tanta mediocrità. *** I GRANDI MAGAZZINI Produzione : Era Film Generalcine Regìa : Mario Camerini Scenografia: Guido Fiorini Musica: Cesare A. Bizio Operatore: Anchise Brizzi Interpreti: Assia Noris, Vittorio De Sica. Luisella Beghi, Virgilio Riento In questa ultima fatica di Camerini che viene ad assumere uno dei primi posti nella ormai ricca schiera dei film del genere caro al nostro bravo regista c'è una scoperta non indifferente per i ruoli dei nostri caratteristi. Questa scoperta è Riento che mai ci apparve pieno di possibilità per il cinematografo, se sapientemente e discretamente dosato, come in questo lavoro e la cui popolaresca comicità è tanto umana e bonaria da divenire commento necessario alla vicenda ed alle situazioni narrate. È un nuovo Riento senza la ormai troppo nota maschera teatrale ma che sa far uso di se stesso come poche volte ci è stato dato modo di riscontrare nei personaggi di secondo piano dei nostri film. Né è solo la comicità della sua accentuazione dialettale che intendiamo lodare, ma, e principalmente, quel suo modesto restar in sottordine e venir fuori a posto al momento giusto con la minore teatralità possibile. La storia seppure di una facilità estrema e talvolta congegnata di imprevisti un po' troppo comodamente voluti è presentabile e riesce a divertire, anche se De Sica è immutabilmente il medesimo, e non si sforza assolutamente a trovare vie nuove. In ogni caso meglio sempre vederlo così che nel suo impossibile ruolo in castelli in aria, dove egli stesso ci appare a ragione svogliatissimo e non affatto convinto del suo lavoro. E a questo punto ci sia consentita una breve parentesi per chiedere quali recondite ragioni abbiano determinato la realizzazione di questo film, sbagliato completamente da capo a piedi, ed il cui contenuto per il costume morale italiano non è dei più lusinghieri. Di Assia Noris e di Luisella Beghi, quest'ultima con un volto forse troppo alterato dal truccaggio (ci piacque di più la sua naturalezza in piccolo hotel), non si può dire che bene, a parte una eccessiva ostentazione di timidezza della prima che sforza un po' il suo ruolo. Per il resto tutto procede limpidamente e con quella naturale scorrevolezza con cui Camerini riesce veramente a costruire quei suoi spettacoli riposanti e piacevoli che sono sempre un sicuro successo presso il nostro pubblico, grazie sopratutto alla leggerezza di certi soggetti abbondantemente annacquati per tutti gli stomaci. E in fondo per colui che non voglia pensare o che in cerca di due ore di passatempo, non voglia correre rischi di turbamenti o di emozioni che cosa c'è di meglio che lavori di questo genere e per di più ben condotti come questi grandi magazzini? È indubbio che con cose simili e con Camerini, ci siamo e non c'è quasi mai da sbagliare. Il brutto comincia quando usciti da questo campo si vogliono tentare altri orizzonti di più complessa e complicata struttura. 264