We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.
Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.
DRAMMA
IX ARTICOLO DI LUIGI PIRAXDKLLO SUI RAPPORTI FRA TEATRO E CINEMA PARLATO
Quanto abbia partecipato nell'ultimo quindicennio della vita del cinema Luigi Pirandello, è abbastanza nolo perchè i>i si debba insistere sopra. Molti suoi drammi e novelle furono tradotti per lo schermo, ed Egli medesimo curò personalmente la stesura dello scenario di acciaio realizzalo da Walter Kuttmaun. Il caso mi mette sott'occhio, ora, uno scritto del commediografo, che prova vieppiù quanto i vari problemi cinematografie! fossero vicini alle sue cure, e come, per quello che lo riguardava, e in certo modo trasferiva l'interesse alia sua opera, Egli cercasse le soluzioni più eminentemente proprie e cinematografiche. Si tratta di un articolo pubblicato il 7 luglio del io2Q, sul primo numero de La Nacion di Buenos Ayres, e datato « Roma giugno iozq », dal ■ titolo « // dramma e il cinematografo parlato ». L'ho tradotto dallo spagnolo, non conoscendo il testo italiano, per Cinema. Aggiungo che nel giudizio degli esperti cinematografici sud-americani, l'articolo di Luigi Pirandello era quasi definitivo sui rapporti fra cinema parlato e dramma, anche se da queste due urti il Commediografo si partisse per ragionare esclusivamente dell'opera propria.
RENATO GIANI
ESISTONO due maniere grazie alle quali un artista può fare che la sua vita interna, e cioè i suoi pensieri, i suoi sentimenti, risulti intelligibile per gli uomini : prima di ogni altro, le parole, e in verità quelle scritte più di quelle parlate; e quelle che per virtù del senso e dell'udito riproducono nell'uditore la impressione di chi parla. Secondo: le figure, quelle che attraverso il senso della vista conferiscono allo spettatore la visione degli avvenimenti che muovono l'artista.
La maniera ideale per esprimere il primo di questi due mezzi artistici è il dramma, e in quanto al secondo, il cinema servirebbe idealmente il suo fine se fosse solo cosciente delle possibilità e motivi che gli appartengono esclusivamente. Rinunciando totalmente al filo che persi
sterebbe a unirlo ancora all'arte, del tutto differente, del dramma, il cinema dovrebbe trasformarsi in pura visione: cioè dovrebbe cercar di realizzare il suo effetto nella stessa maniera che un sogno (tanto quanto una pura visione) influenza lo spirito di una persona addormentata. Per questa ragione non c'è, secondo la mia maniera di vedere, assurdo più grande degli esperimenti che si stanno facendo in materia di cinema parlato. Fin dal principio lo considero come un'esperienza senza esito, perchè tenta di ottenere nel cinema effetti riservati per la scena e perchè non può allo stesso tempo rendere giustizia all'idea della produzione e all'idea della pellicola.
che ho idea di mettermi a lavorare con il compito di creare un'opera d'arte per cinema, un'opera d'arte che sia di pura visione, completamente distinta dal linguaggio che ho impiegato finora come mezzo di esprimere la mia esperienza della vita. Il dialogo ha sempre avuto nei miei drammi una parte più importante dell'azione. Il mio dramma Sei personaggi in cerca d'autore sarà posto adesso in lavorazione. Dire che lo sarà non risulta molto corretto : piuttosto cerco di risolvere in maniera puramente ottica il problema che s'incontra nella stessa radice del mio dramma, e che è trattato in esso trascuratamente. Mi sto sforzando di rendere intelligibile, attraverso questo mezzo visivo, come i Set personaggi e i loro destini furono concepiti nella mente dell'autore, e imbevutisi di vita si resero indipendenti da lui.
Naturalmente, questa proiezione del problema su un nuovo piano, è solo una sosti . tuzione, una creatura ibrida che s'incontra molto lontano dall'idea del vero lavoro del cinema. Esso sarà perdo sperimentato dall'autore fin dal principio come una pura visione, e che può per conseguenza essere riprodotto.
Tutto ciò che nel cinema attuale ricorda il teatro, ogni elemento che si richiami alla comprensione e non influenzi solo l'anima dell'osservatore, esclusivamente per mezzo
Assurdi come sono i rumori che pretendono associarmi con piani al cinematografo del senso visivo, deve sparire. Voglio indiparlato, debbo ammettere ciò nonostante care nuove strade al cinema. Come sarà
Elisa Cegani e Vittorio De Sica in 'Ma non è una cosa seria' diretto da Mario Camerini
277