Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

LA PAROLA IN quali condizioni fosse l'industria cinematografica prima che lo Stato Fascista entrasse a soccorrere le imprese, è inutile prospettare, perchè è meglio non mettersi di cattivo umore rivangando un passato oscuro ed ormai sepolto. Da allora, tutto l'ambiente sta rinnovandosi con criteri di ordine e di disciplina portanti a cambiamento di metodi, a selezione di persone, a serietà di indirizzo: cose tutte però che non si raggiungono in un giorno, ma per le quali occorre una azione necessaria mente non breve. A tale scopo non sarà inutile ripetere che l'industria cinematografica è un ramo d'imprese, il quale, lungi dal potersi invertire con mezzi facili, ha bisogno, più di qualsiasi altro, di coefficienti e requisiti tecnici, economici, organici e spirituali, senza dei quali nulla è possibile costruire. Molto cammino si è compiuto, ma ancora lunga è la strada da percorrere e numerosi i problemi da risolvere per i quali non serve altro che la buona volontà, indispensabile requisito di ogni iniziativa seria, e un calore di consenso nel pubblico : tutto ciò in rapporto agli interessi materiali che sono investiti, alle finalità singole e generali cui si mira. Tra l'insieme di difficoltà, generali e particolari, ancora esistenti. una tra le non meno rilevanti è quella della disponibilità degii attori. Difficoltà qualitativa e quantitativa: quantitativa, dato lo sviluppo che ha preso la produzione dei film avviandosi verso una forma stabile e concreta; qualitativa, perchè accanto alla maggior copia di produzione, ed anzi in conseguenza di essa, si accentua sempre più la necessità del miglioramento e della specializzazione degli attori e dei ruoli; per modo che, ad ogni produzione egregiamente concepita, opportunamente attrezzata e dotata di necessari mezzi finanziari, corrisponda poi una facile e pronta disponibilità di attori, di ogni rango e tipo, capaci per attitudini innate, per preparazione e tirocinio, di assumere e sostenere degnamente le singole parti, dalle maggiori alle minori, dando vita ad un complesso organico in cui ognuno si trovi al suo posto, con quell'adesione al soggetto rappresentato, che è ragione non ultima del successo della produzione straniera. Di fronte a tali necessità, come si trova e come reagisce al momento attuale, il mercato italiano degli attori? Rispondendo con chiarezza e senza veli rischieremmo di urtare la suscettibilità di qualcuno, e di suscitare polemiche inutili; ma poiché desideriamo solo denunciare la realtà, ci limiteremo a dire che il produttore italiano, dopo aver attinto al teatro drammatico e comico italiano, che ha fornito la maggior parte delle forze artistiche del cinema, dopo aver tratto elementi dagli ambienti affini (opera, rivista, varietà, sport) si trova oggi di fronte ad un mercato scarso, per non dire esaurito, e, comunque, che si rinnova a stento. Privi di nuove grandi personalità, si è oggi costretti a ricorrere sempre alle medesime, che così si sfiancano in tentativi mediocri atti solo a deludere il pubblico. Come supplire poi alle deficienze degli attori secondari? Continuando ad attingere alle medesime fonti (teatro, rivista, ecc.), si rischia di esautorare l'uno e l'altro, si rendono le attività più ANNOTAZIONI 'L'ebbi-ezza del cielo' di G. Ferrari (Prod. I.N. C.O.M. Foto Emanuel) 280 I. ABBIAMO visto con inolio interesse il film del!» « VI. VA » n. FORNAKF.no di VENEZIA finche perchè per la prima volta e qui stalo adottato un sistema di ripresa che se perdurerà lo slato di cose annali molte società di produzione adotteranno. A quel che ci risulta pare che lutto il film sia stalo giralo muto, coti l'ausilio in qualche punto della colonna guida, e poi sonorizzato o meglio doppialo come un qualsiasi film straniero. Tutto questo perchè a Cinecittà non è stalo ancora messa a posto quella famosa « valvolina » che non ju funzionare la ripresa fonica diretta. È. cèrtamente questo uno dei guai più seri che affligge la nostra produzione, aneliti perchè Tu voce è giunta «'d'estero e i produttori di olire Alpe tanno delle riserve sulla buona riuscita delia colonna 01 nota. È questo un problema che deve essere affrontato in pieno dai dirigenti di Cinecittà se si vuole che i nostri produttori lavorino con tutta la sicurezza dei mezzi meccanici loro offerti e certi che. alla fine il prodotto dei loro sforzi sarà ottimo. Per ritornare al ior.narf.TTO di VENEZIA airemo che mai film italiano ebbe un s'i chiaro dialogo, non ultima causa del su>> franco successo in prima visione. In più non c'è chi metta in dubbio quali enormi risparmi finanziari si possano ottenere con un tale sistema di produzione. Sarebtie perciò umiliante per Cinecillii che un tale sistema fosse adottato da tutti i produttori; è necessario quindi che, a costo anche di onerosi sacrifici, si provveda a mettere, in piena efficienza quell'attrezzatura fonica alla quale non manca nulla per dovere funzionare regolarmente. II. Una nota del Kine Weekly, una autorevole rivista che si pubblica a Londra, dice, con la solila semplicità, un sacco di inesattezze sulle condizioni attuali del nostro cinema. Tra l'altro afferma: » La produzione francese è in ribasso, e l'Italia, che è stata privata dalle compagnie americane di produzione delle pellicole, è in condizioni peggiori poiché le « 4 Case » persistono u stare lontane dal paese. La situazione è ancora più grave adesso perchè 1 soccorsi delle altre nazioni europee, ora in guerra, stanno per venir meno ». E più sotto afferma che in alcuni circoli americani si sia ventilando l'idea che l'Italia ben presto modificherà la sua attitudine net confronti dell'industria cinematografica americana. Ormai non stupisce più nessuno la lettura di simili articoli. Da parecchi anni la stampa democratica non perde alcuna occasione per annunciare le peggiori catastrofi sul nostro paese con una leggerezza che rasenta l'incoscienza. Come si sotto dovuti rimangiare altre volte notizie ben più importanti di queste, anclu quesiti volta siamo sicuri che avranno una netla smentita dai fatti. Se è vero che le condizioni della Cinematografia Europea sono in peggioramento, e non c'è chi non ne veda la ragione, si può peraltro invece affermare che l'unico paese che lavori continuamente e con affrettato ardore negli studi cinematografie i è il nostro. In quanto alla seconda notizia, se è vero che qualcosa del genere è in preparazione in Italia, è altrettanto vero che non una virgola dell'attuale sistema del Monopolio sarà cambiata. Non si facciano quindi soverchie illusioni gli americani: qui non torneranno più a detiare legge e a farsela da padroni. Ma su questo argomento è inutile parlare ora; al momento opportuno diremo anche noi la nostra modesta opinione su un possibile ritorno delle pellicole americane, ritorno che speriamo sarà limitato e allontanato nel tempo per non rovinare la nostra industria cinematografica ora in pieno sforzo produttivo. Ili In Francia si rac/ untano molte .storielle, tra le altre anche questa barzelletta. — Signor Capitano, dice l'attendente, non credo <fhe potrete entrare al cinema senza la vostra maschera anti-gas! — Ah, si! Il film è così brutto? Queste storielle serviranno a tenere alto il morale dei cinematografari francesi che. attraversano un periodo di crisi spaventoso proprio nel momento in cui erano giunti all'apice della loro potenza. Ecco un altro motivo per cui le linee Maginot e Sigfrido vengono chiamate i< il fronte impopolare ». T. 8. M.