Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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Atto III Noemi : ' Sei tu la nemica che odio ! La mia dannazione ! ' dissi che non avrei più tollerato cose simili, u Ma santo Iddio, bisogna che comprenda anche lei! Io faccio quello che posso! Iersera me ne sono andato alle undici, stamane ero in piedi alle tre, e non mi sono ancora seduto un minuto, se crede! » egli mi rispose, eccitato dai miei rimproveri. « S'è alzato alle tre? Ma ora sono le dieci passate! Non vorrà dirmi che ci ha messo sette ore per venire da casa sua a qui? » « Ma dalle tre alle nove ho lavorato, poi son corso subito. Capirà, non posso mica trascurare il mio lavoro... ». « Ma quale lavoro? » « Eh, l'impiego! Il cinematografo non è mica il mio mestiere... ». « Ma che fa, lei? Io non so nulla! ». " Sono ispettore alla nettezza urbana. Di notte quindi devo badare al mio lavoro, ed è per questo che alla mattina non sono libero tanto presto... ». « E la signorina Camagni lo sa? » balbettai interdetto. <( Non so se Piacentini glielo abbia detto...» Piacentini, un attore, era l'amico che lo aveva presentato e raccomandato alla Camagni, con molti elogi sulla sua capacità. Dall'espressione un po' penosa del suo viso, compresi ch'egli non ci teneva a far sapere quale era la sua reale professione, d'altronde eravamo quasi alla fine del lavoro, e mi pareva inutile turbare l'attrice con una rivelazione del genere. Ormai non si poteva tornare indietro, ma da quella notte io perdetti il sonno. Il collocamento del film dipendeva in gran parte dalle relazioni dell'amministratore, ch'egli aveva assicurato di avere, ma dopo quella scoperta avevo tutti i motivi per dubitare di lui e delle sue affermazioni. E del resto, io stesso, chi ero? Non aveva accettato un compito, che sempre più si dimostrava difficile e complesso, senza la minima preparazione, con una leggerezza indegna di un uomo serio? E che appunti, tranne quelli relativi ai suoi ritardi mattutini, potevo rivolgere all'amministratore? Egli s'era dimostrato attivissimo, entusiasta, zelante ed energico. No. Almeno fino alla fine delle riprese dovevo tacere, e tacqui, tenendo per me i dubbi angosciosi sull'esito dell'impresa, ma fare un film non mi pareva più una cosa facile e dilettevole come sul principio, e avrei benedetto la malattia o un accidente che mi avesse liberato da tutti quei fastidi e quelle preoccupazioni che mi pesavano addosso e che mi torturavano. Intanto i rotoli dei positivi aumentavano ogni giorno nelle grandi casse di zinco, e venne il giorno in cui anche l'ultima scena fu girata. L'esistenza movimentata cessò, incominciò quella della clausura nella stanza buia ove si doveva montare un film, nell'odore accorante dell'acetone e col martirio di non poter fumare. Dalla mattina alla sera, e molte volte fino a tarda notte, B. V. Camagni ed io si lavorava, scegliendo le scene, tagliandole, inserendole, discutendo, criticando i nostri pareri, scrivendo i titoli, aiutandoci con una tazza di caffè ogni dieci minuti. Quattro parti erano già state montate, quando un giorno l'amministratore capitò con un fiasco sottobraccio. Egli pareva di buonissimo umore. « A lei signorina piace il buon caffè, non è vero? » egli chiese. « Sentirà questo! È un omaggio di S*** ». S*** era il segretario, quel giovanotto svelto e servizievole del quale non avevamo avuto che da lodarci, entusiasta anche lui del cinematografo. Il caffè, già fatto, era davvero squisito. L'amministratore sorrise. « Sfido, se non è buono questo! È quello che beve il re... ». « O come ha fatto a procurarselo, il segretario? » domandai. « Eh, S*** è di casa... » « Di casa? » « Sicuro! È guardarobiere a casa reale. Non lo sapevano? » rispose con una certa ironia l'amministratore. « Neanche lui fa il cinematografo per mestiere, ma siccome gli piace ed aveva un anno di congedo... » « Per malattia? » « No! Un congedo... diplomatico. Devono sapere che un giorno la regina s'è accorta che c'era qualche cosa tra lui e la sua pettinatrice, e allora, siccome queste cose non le vanno, lo ha allontanato dandogli un anno di congedo. Non poteva mica cacciarlo per questo! ». Dopo l'ispettore della nettezza urbana, il guardarobiere della regina! Chi altri ancora aveva partecipato alla realizzazione del nostro film? Malgrado i miei segreti rimorsi e le mie preoccupazioni mi misi a ridere, mentre l'amministratore riprendeva: « Ma il caffè mi fa dimenticare il resto. Stamane sono stato da Capasse Le fotografie gli sono piaciute e desidera vederlo... )> Capasso era in quegli anni uno dei maggiori noleggiatori di film di Roma. Vide il nostro, gli piacque, e neppure un mese dopo sconosciuta venne presentata al Cinema Corso, dove tenne onorevolmente lo schermo per otto giorni, né più né meno dei grandi film della U. C. I. e della F. E. R. T. Questo successo indusse subito Bianca V. Camagni ad iniziare un altro lavoro, sopra uno scenario ch'io ricavai da un romanzo di Matilde Serao: Fantasia. Assieme alla Camagni, protagonista di questo film fu Amleto Novelli, ed esso ebbe ancor maggiore fortuna del primo, ma l'attività geniale di questa ardita donna fu presto frustrata dalle condizioni del mercato estero. A Parigi, dove ella si recò ben presentata, non ci fu uno, dico uno fra i molti noleggiatori che abbia voluto soltanto visionare i suoi film : essi consideravano ormai una inutile perdita di tempo visionare film italiani! Per la cronaca, credo che sconosciuta sia stato il primo film immaginato, interpretato e diretto da una donna, e gli storici del cinema possono prenderne appunto. TITO A. SPAGNOL 1 »<• " -. jlf 1 Ixl^ ^^i I^^.t3l ■1 r t£ * ì* ' V Kr ^» Epilogo 1921 Noemi: 'Per lei?' Paolo: 'Porse per te' 3ii