Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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MERLETTI E OMBRELLINI NON ci stupisce affatto veder apparire alternativamente sui nostri schermi, film italiani e stranieri che sottolineano con evidente insistenza maniere e costumi di gusto prettamente ottocentesco presentati con sempre maggiore cura e autenticità. Sono le epoche d'oro del secolo passato che ci ritornano attraverso le empie crinoline del secondo impero (katia), i gustosi sellini del 1870-80 (conquista dei dollari) ed infine le vitine di vespa, i busti a rondine, i larghi cappelli che calano grandi ombre sugli occhi maliosi e tutte le curiose mode dannunziane che caratterizzarono gli ultimi anni dello scorso secolo e i primi del presente. Moda questa, che influenzò tanto il gusto della donna d'allora, che ognuna gareggiava per sembrare nelle linee dei vestiti, negli atteggiamenti languidi e stilizzati, una altrettanto raffinata Elena Muti (documento). Ciò non ci stupisce e lo prevedavamo da qualche tempo, da quando cioè il gusto del pubblico ha cominciato ad apprezzare queste vecchie mode che risvegliano in ognuno di noi lontane memorie, sulle quali la polvere dell'oblio non è ancora del tutto caduta. Una produzione così numerosa ha portato di conseguenza a raggiungere periczione di elementi sempre più ricercati ed accurati di decorazione, di ambienti, di arredamento, di costumi nei quali appare evidente la presenza di esperti che trasformarono nella celluloide tutta la loro perizia. Solo in alcuni film però, e sono pochissimi,, i costumi e i dettagli complementari vengono veramente cirrati e con eccezionale fattura; solo in pochissimi essi vengono disegnati da matite fuori serie e realizzati con materiali di pregio, eseguiti da maestranze di primissimo ordine con quel riguardo di lavorazione che differenzia il vestito per l'uso comune della vita dal consueto ed affrettato costume teatrale. Ma oggi più che sul costume volevamo fermare la vostra attenzione sull'importanza di certe simpatie ottocentesche e, più ancora, di certi bei film di quel gusto, che hanno notevolmente influenzato l'arredamento della casa moderna ma sopratutto la moda. Per « moda » però, è bene dirlo sin d'ora, vogliamo solo intendere moda di vestid per l'uso della vita comune, quelli cioè che le signore consultano nelle pagine delle riviste specializzate o vedono sfilare nei saloni del proprio sarto; « moda » che non ha nulla a vedere con i vestiti adatti per il cinema o con quelli di palcoscenico. Ciò nondimeno poiché crediamo che quest'argomento interessi anche l'ambiente cinematografico, diremo due parole anche su quanto si esige dall'abbigliamento delle donne di oggi e quanto vi è di più rimarchevole e di nuovo fra le fogge che l'autunno ci ha portato. Una moda di riminiscenze, di pallidi ricordi, di ritorni ad antiche maniere. Molti si sono domandati il perchè di questi languidi sguardi ad epoche passate. Vogliono forse concedere alla modernissima figura di una nostra elegante, un andamento e una grazia un po' appassita, oppure mettere in contrasto ricchezze di pieghe e calìe ingiallite di fronte all'essenzialità di una venere moderna? Nessuno ha mai saputo rispondere; certo è che cinema, teatro, moda e arredamento, senza parlare di arti più importanti, e tutto quello che da ciò si riflette sulle altre minori arti applicate, sono state sensibilmente influenzate da tendenze ottocentesche. Siamo stati noi stessi a far festa a questi ritorni, noi e tutti a rivedere con piacere sugli schermi i vestiti di quarant'anni fa, le sgalature sotto il collo, le faglie color « pulce » gli ombrellini dal lungo stelo e i « soggoli » sorretti da torturanti balene. Sullo sfondo chiaro e lineare d'una moderna casa novecento, tra stupore e meraviglia, abbiamo apprezzato il provocante contrasto d'un vecchio lume a petrolio e l'aggraziata linea d'un tavolinetto tondo a tripode, di stile Luigi Filippo, ma oggi questi tnicchi da principianti non ci sconcertano più. Si è alla ricerca di idee più sensazionali, bizzarrie nuove che facciano colpo, senza preoccuparci se queste stravaganze sfiorino i confini del buffo e del ridicolo pur di arrivare all'esasperazione della trovata. Così è stato per la moda che ci ha ripro M ante] lo in velluto con volpe argentata asimmetrica 320