Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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dotte, incipriandole d'un certo modernismo, le epoche salienti della storia del costume femminile, molte volte di assai discutibile gusto, di quella moda che con sensibile insistenza è riuscita ad imporla al gusto delle donne di oggi. Così crinoline (( sellini » e vestiti a « sirena » di gusto dannunziano hanno avvicendato il loro turno nella mente dei disegnatori di moda e dei sarti diventando formule basilari della presente moda. Un'ampissima crinolina che atteggia l'andamento di una bella indossatrice alla stanchezza languida d'una eroina del tardo romanticismo, si contrappone alla curiosa sagoma di un vestito da sera di amoerro laminato con voluminoso nodo posto alla base della schiena : i vestiti avvolgenti a « sirena » eseguiti in miracolosi velluti elastici, valorizzano tutte le grazie d'un bel corpo femminile, che deve essere tutto stretto dal petto alle ginocchia, come in un lungo, inesorabile busto. Per un'ostentazione di riservatezza quasi tutti questi vestiti da sera sono forniti di maniche lunghe, leggermente sagomate sulle spalle. Ricami, intarsi di gale e passamanerie, motivi di pietre colorate, invadono con i loro disegni intere guaine e mantelli o ne arricchiscono soltanto le maniche, mentre in alcuni talvolta fittissimi vanno annullandosi verso la base, quasi sparendo. A queste sagome la giovane attrice dovrà guardare come a una falsariga per i vestiti del suo prossimo film, raccomandando al proprio sarto di dimenticare in lei la piccola particolare cliente, che chiede abitualmente comuni vestiti e vedere invece l'attrice, l'interprete, l'eroina del dato soggetto del quale il sarto dovrà inevitabilmente conoscere la trama e i particolari. 11 sarto che intelligentemente potrà dividere queste due differenti attività e cioè abbigliamento per la comune cliente e abbigliamento per il cinema avrà già fatto un gran passo, per soddisfare quello che la macchina da presa e il pubblico esigono da un abbigliamento esclusivamente creato per il cinematografo. Se questo creatore di modelli ne sentirà assoluta la necessità, si attenga a generalissime e larvate formule che regolano la moda internazionale senza ripetere nelle pieghe delle sue creazioni, linee famose di modelli, ormai visti e conosciuti, e tutti siano inediti, spiritosi, di pura vena geniale. Meglio ancora però ci soddisfa e ci sembra abbia compreso l'intima essenza dello spirito di una moda creata esclusivamente per il cinematografo, quel disegnatore che non si attiene ad alcun suggerimento e ad alcuna influenza esteriore, ottemperando solo, per ovvie ragioni, vaghe leggi basilari che classificano l'epoca. Ma escluse queste forzate ma pur minime esigenze, il disegnatore ideale per il vestito moderno adatto al cine matografo, crea e disegna i suoi figurini sotto l'influsso di perenni licenze poetiche, ribelle ad ogni consiglio e ad ogni scrupolo pregiudiziale, che per lui non vi saranno né reminiscenze, né mode attuali, né ispirazioni straniere, ma solo il suo estro che gli detterà forme del tutto personali e atte al soggetto per il quale i vestiti dovranno essere inventati. Veniamo così a stabilire che mentre il costume per il cinema dovrà essere di esemplare autenticità e dovrà ripetere nelle linee, e nei dettagli una data precisa epoca, per le produzioni moderne, i vestiti (se volete chiamarli anche costumi) non dovranno avere nessuna moda, forse una futura se queste fogge avranno una ripercussione sul gusto del pubblico e saranno applicate dalle signore in forma più attenuata per l'uso della vita comune. La moda di vestiti per il cinema appartiene ad un mondo tutto a sé e non nasce nei laboratori di comune sartoria o dall'ispirazione di figurini stranieri. A parer mio questa dovrebbe essere costruita completamente con altri principii, disegnata appositamente, con materiali speciali, con tessuti di singolari superfici, e sopratutto di particolari colori adatti ad impressionare più o meno, secondo il bisogno, l'inesorabile ordigno monocolato che tutti sappiamo. È una moda talmente particolare che ancora ci meravigliamo come le competenti grandi organizzazioni non abbiano pensato a dedicarle una rivista di figurini e di nuove idee, come per la moda di uso comune, ne esistono a bizzeffe. Siamo sicuri che fra breve ne sorgerà qualcuna e poi ne verranno delle altre, belle, bellissime, che le stelle di domani consulteranno per definire gli abiti dei loro film e si domanderanno poi come abbiano potuto fino allora andare avanti svaligiando riviste e idee di sarti e disegnatori forestieri. Tutto questo va da sé e siamo sicuri che la maggior parte dei cineasti italiani benpensanti ci daranno ragione ma quello che più interessa per la definizione di questo argomento è la formazione o meglio la coesione di specializzati del genere e cioè disegnatori di modelli per il cinema, di sarti modellisti di eccezionali qualità. A questi nostri ripetuti appelli che anche altre volte abbiamo rivolto su queste pagine, le Superiori competenti Autorità non sono restate insensibili e provvidenziali ordinamenti e disposizioni saranno presi fra breve per la valorizzazione di questa speciale categoria di tecnici e di esperti che dovranno in appresso essere indispensabili al perfetto complesso decorativo di una moderna produzione. Un concorso di figurini per il cinematografo è stato bandito dal Circolo Romano Donne Artiste e Laureate rivolto a valorizzare geniali matite e spiritosi talenti di modellisti Gran cappello a velo, mazzo di code di volpe ai piedi ed è sotto gli auspici di varie Autorità competenti tra le quali la Direzione Generale della Cinematografia e l'Ente Nazionale della Moda che con questa opportuna aderenza cominciano una seria campagna per risolvere questo arduo problema della moda adattata al cinematografo. Le speranze fioriscono così nell'attesa. Ma per anticipare questi sperimentali sondaggi, sarebbe opportuno che qualche produttore intelligente e d'anticipato talento affiancasse alla fatica del regista uno « stilista » che si occupasse fin d'ora della realizzazione di veri e propri costumi moderni creati appositamente per la trama da svolgere e adatti alla ripresa cinematografica. MARIO VIGOLO 321