Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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mdM M ©TOSTO ®3©&TO **#* ECCELLENTE *** BUONO ** MEDIOCRE * SBAGLIATO *** IL VENDICATORE (/ Am the I-aw) Produzione: Columbia Produttore: E cerei t Risl{in Soggetto: Fred Allhoff Sceneggiatura : Jo Swerling Regista : Alexander Hall Interpreti : Edward G. Robinson, Wendy Panie, John Beai, Arthur Loft, Marc Lawrence. il vendicatore è uno di quei film che sul piano della propaganda politica e in quello dell'esaltazione della lotta sociale degli Stati Uniti contro la delinquenza fanno scuola e non possono non suscitare il nostro sincero riconoscimento e la nostra ammirazione. Questo poi va oltre alla semplice cronaca contro i gangsters per porre in primo piano motivi di indole ideale che guidano nella sua opera il protagonista. Il film che fu uno dei più validi appoggi di Thomas E. Dewey nel momento più vivo e più popolare della sua battaglia contro le mafie locali è retto magistralmente da quel grande attore che è Edward G. Robinson in un crescendo continuo di energia che trascina, convince, e non lascia tempo alle considerazioni e aile analisi immediate. *** VACANZE D'AMORE (Having Wonderful Time) Produzione: R. K. O. Direttore di produzione: Pandro S. Berman Regìa: Alfred Santell Soggetto e sceneggiatura: Arthur Kober Interpreti: Ginger Roger s, Douglas Fairban/rs jr. Ève Arde», Dorothea Kent, Richard S\elton, Donald Mee/(. having wonderful time, (Vacanze d'amore) giustifica pienamente il suo titolo americano, almeno a giudicare dagli scrosci di risate e dall'atmosfera di allegria che esso ha saputo produrre nel denso pubblico che affollava sin dalla prima serata la bella sala del Supercinema di Roma. Un film fatto con nulla, leggero e svelto, paradossale e piacevolissimo, in cui ogni attimo sembra annotato di passaggio con un tocco e un garbo di primissima qualità. Si ha l'impressione che il film sia stato fatto nelle pause di riposo tra le altre lavorazioni, con scenografie di fortuna, gettate li con disinvoltura e senza impegno, ma con la sicurezza che il lavoro sarebbe venuto fuori fluido e divertentissimo ugualmente. E cosi è stato. * UNA MOGLIE IN PERICOLO Produzione: Astra film Regista: Max Neufeld Soggetto : Ferruccio Biancini Sceneggiatura : F . Biancini, Max Neufeld, Vanni Scenografia : Giorgio Pinzauti ■ Costumi: Antonietta Ferraro Musica: D'Anzi Commento Musicale: Cicognini Operatore: Anchise Buzzi Fonico: Ettore Forni Montaggio: M. Rosada interpreti: Marie Glory, Antonio Cento, Laura Solari, Sandra Ravel, Lombardi , Arrigoni, Bernabò, DeCenzo. SE la regia di questo film invece di fermarsi troppo spesso sulle figure dei personaggi in troppo evidente compiacimento che finisce per esser stucchevole si fosse dedicata di più a render vivi e movimentati i fatti senza i tanti ingiustificati arresti fotografici di mezzi primi piani e di primi piani, tutti si sarebbero divertiti assai di più a questo una moglie in pericolo il cui soggetto pieno di brio e di vivacità poteva effettivamente dare un rendimento spettacolare per lo meno doppio di quello ottenuto. La figura interpretata da Lombardi aveva bisogno di ben altre forze per riuscire a. giustificare la sua palese assurdità, e avrebbe forse potuto reggersi con un tipo di recitazione più scanzonata e disinvolta. *** KATIA (Katia\ Produzione: Algazy Direttore di produzione : Bernstein Regìa : Maurice Tourneur Soggetto : Lucile Decaux Sceneggiatura : Companeez Operatore: Robert Le Febvre Fonico: Lagarde Scenografia : Arnstam e Guy de Gastyne ■ Costumi : Bìlinsl{y Montaggio: Roger Mercanton Interpreti: Danielle Dameux, John Loder, Charlotte Lyses, Aime Clariond, Jeanne Provasi . katia, la romantica storia della principessa Dolgoruki, amica ed ispiratrice di Alessandro II di Russia, può servire d'esempio di classe a chi debba intessere e dar vita a film storici a sfondo sentimentale ed umano. Ciò che principalmente dà il tono alla fatica di Maurice Tourneur è l'eleganza e la grazia con le quali egli ha saputo guidare l'ottima recitazione di Lucilie Decaux e di John Loder. Un film che sembra disegnato a pastelli e tutto pervaso come da un soffio di tristezza e di presentimento anche là dove la vicenda sembrerebbe dover portare a sfere di felicità e di spensieratezza. Il doppiato purtroppo, e le cause sono del tutto naturali e non v'è da attribuire colpa a nessuno, toglie gran parte della sua raffinata perfezione al lavoro originale. ** DOCUMENTO Produzione: S.E.C. E.T. Scalerà Regista: Mario Camerini Soggetto : Guglielmo Zorzi Sceneggiatura : M . Camerini, Ivo Perilli, Renato Castellani, Mario Pannunzio, Mario Soldati Scenografia : Gastone Medìn Costumi: Titina Rota Operatore: Arturo Gallea Fonico : Vittorio Trentino Montaggio : Mario Camerini Interpreti: Ruggero Ruggeri, Armando Falconi, Maria Denis, Maurizio D'Ancora, Pina Gallini, Giuseppe Pierozzi Lauro Gazzolo. CON tutta sincerità dalle colonne di « Cinema » abbiamo sempre analizzata l'opera del regista Camerini con il rispetto dovuto alla sua onestà di artista, all'impronta particolare che egli sa dare ai suoi film e alla fiducia che egli ispira pei una buona produzione italiana. Fiducia che si era nutrita delle continue speranze di veder finalmente innalzarsi la sua produzione verso toni più complessi e più raffinati, pur mantenendosi nel suo filone naturale. documento però ha deluso assai la nostra aspettativa. Esso ci è sembrato più un passo indietro che non un progresso, una fermata che tradisce i pericoli di un palese compiacimento nelle proprie possibilità e nel già fatto. È questo film un vero documento negativo sulla regia poiché qui più che altrove balzano agli occhi le manchevolezze non lievi di cui la pellicola di Camerini è seminata nella sua breve vita. E intendiamoci subito. Regia è arte sopratutto di saper dare un valore funzionale ad ogni movimento di macchina, di giustificare ogni inquadratura, ogni spostamento di piano, ogni passaggio di scena. In sostanza la presenza di un primo piano o di una carrellata, di una ripresa da un punto anziché da un altro deve venir dettata da uno scopo narrativo ben preciso, che necessariamente imponga quei movimenti e non altri. Solo così la fotografia vuota nella sua staticità, anche se di particolare bellezza acquisterà valore di linguaggio che racconta con efficacia e con sicurezza, documento al contrario dà la cattiva impressione di una semplice storia fotografata, di una storia cioè non cinematografica e che se fosse stata girata da altri punti di visuale e con altra tecnica avrebbe dato il medesimo risultato. Perchè avvicinare o allontanare la macchina quando ciò non giova e non accentua punto la narrazione? Occorre aver la forza di sacrificare il movimento di macchina senza giustificazione e ricercare invece questa funzionalità della regìa. documento è un film che cammina; la gente ne è divertita perchè non si accorge che dietro è sempre il solito teatro che si muove senza novità alcuna, ma dimentica presto e a lungo andare arriverà a capire il trucco. Dal cinema ci si attende ben altro. Ben altro che la solita formuletta dei tanti metri di « sentimentale », più tanti metri di « gaio », più tanti metri di « quasi drammatico ». A maggior ragione poi quando la formuletta si vale non di mezzi cinematografici, ma della continua dizione ad inflessioni di palcoscenico degli attori, che si affannano più che a dire, a spiegare quello che il resto del film, nella sua insufficienza non riuscirebbe altrimenti a narrare. Falconi, resta Falconi e Maria Denis non è assolutamente una fanciulla fatta per l'epoca Umbertina, epoca che fra l'altro è troppo esageratamente caricaturata per riuscire accettabile e di buon gusto. 322