Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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^ìùyul ot^étr Cote di Ciancia ed oltfie A CIl'DICARE dalle parole del signor O. P. Gilbert, che sotto il titolo Bonnes et muuvitises tnéihodcs, traccia un quadro abbastanza sincero e spassionato dei retroscena della produzione francese, si ha l'impressione che molte situazioni dell'industria del cinema si assomiglino e si equivalgano nei vari paesi. In sostanza se si ascoltano i nostri soggettisti, registi, attori, tecnici, tutti quasi senza distinzione, riversano le responsabilità delle manchevolezze all'arte e al buon gusto di molte opere cinematografiche sui noleggiatori e sui finanziatori dei film, considerati quali principali responsabili di dannosissime deviazioni. Ma lasciate da parte, almeno per ora, le cose nostre sentiamo i francesi : « Non è un segreto per « nessuno il fatto che generalmente si domandi il per prima cosa il denaro al cliente. Ma chi è • questo cliente? È il distributore regionale e <i prima di lui il proprietario delle sale e le sue « esigenze. Il nord domanda il tale artista che t isso ama, il sud, per la stessa parte, esatta« mente un altro artista che è più popolare e a più preferito laggiù, e così di seguito. Il distrili butore regionale fa conoscere alla Casa di Pali rigi i suoi desideri; questa allora comincia con « l'autore e con il regista una discussione sugli « interpreti che è per solito interminabile. Inutile « aggiungere che le qualità drammatiche degli at« tori proposti o scartati non vengono in generale « nemmeno poste in discussione. Non è raro che « si offra all'autore disperato e al regista che si « strappa i capelli degli eccellenti artisti comici « per delle parti dolorose e degli eccellenti tra« gici per dei ruoli gai. Quando tocca alle at« trici si ha l'impressione che le ricerche anziché « esser dirette verso l'interprete ideale lo siano « verso le attrattive fisiche, come se si dovessi « organizzare una spedizione clandestina per « Buenos Ayres. « E non è tutto. Esiste una sceneggiatura coli sfinita seriamente dall'autore o da chi ha culi rato l'adattamento; su questa sceneggiatura si « domanda ai proprietari delle sale di esclusività « di Parigi e ai noleggiatori di « provincia la loro opinione. « Essi ne hanno sempre una. ii E quel tale brav'uomo, mail cellaio di origine od oste, che « ha oggi aperto un cinema si « mette con grande serietà allo « studio di un problema dram« matico, del valore psicolo« gico, di una scena, di tante « cose infine che egli, occorre « dirlo, è ben lontano dal conili prendere. Egli è ben lonta« no dal comprenderle, ma gli « altri hanno bisogno del suo v. denaro. Questo denaro egli lo « darà sotto forma di cambiali le, a condizione ben inteso « che gli si fornisca la merli canzia che egli ha cornanti dato ». E ancora : « Infine l'esistenza « finanziaria del film è assicu« rata e si comincia a girarlo. « Dal primo colpo di mano« velia all'ultimo un'infinità di « gente esprimerà ancora opi« nioni, darà delle direttive, « degli ordini al regista che « dovrebbe invece essere il K solo a decidere e a comandare. L'attore non «è contento della sua parte: egli non è abba» stanza in vista, il suo testo è insufficiente ed « egli non può o non vuole dirlo nella forma con u cui è stato scritto : lo modifica senza ch'il l'autore né colui che ha fatto il dialogo abbian « qualcosa da dire. Oppure, la prima attrice ha « un contratto per un altro film che sta per inco« minciare. Dapprima le attrici sono scritturate « per tutta la durata del film; ma poiché spesso « la scrittura comincia da una data che non corti risponde al primo giro di manovella, accade « già dalla seconda quindicina di lavorazione che « l'attrice debba far fronte agli impegni che essa « ha fissato altrove. Da tutto ciò nasce un di« sordine che si aggrava di giorno in giorno e « che finisce per portare dei ritardi costosi alla « produzione. Il denaro diminuisce. Allora si tali gliano delle scene importanti ». Cinema pei blqimìe bùie LE DONNE di Kosovska Mitrovitza, piccola città della Serbia meridionale, non avevano fino ad oggi mai veduto un film, né sapevano in effetto cosa fosse il cinematografo. Fedeli ai comandamenti del Profeta esse rimanevano lontane da ogni forma di spettacolo nel quale avessero dovuto trovar posto accanto agli uomini, e così avrebbero continuato se uno scaltro esercente di sale cinematografiche, maomettano anch'esso ma di principi indubbiamente più concilianti non avesse escogitato il sistema degli spettacoli per signore sole. La visione del film, una vecchia pellicola americana, è avvenuta a porte sbarrate e nella maniera più misteriosa. Gli operatori dicono che la più grande animazione regnava nella sala e che le scene venivano commentate a voce alta e sottolineate da grandi scoppi di riso comunicativo e del tutto eccezionali nella normale riservatezza propria alle donne mussulmane. Una specie di frenesia aveva invaso quel pubblico stipatissimo e rumoroso, che non sazio dello spettacolo ne richiedeva a gran voce una immediata nuova visione. Abbassati i veli, per meglio ve dere, le donne di Kosovska Mitrovitza hanno così conosciuto mondi nuovi e forse mai immaginati, hanno cioè percorso in due ore il cammino di decenni di civiltà e perlomeno con la fantasia si sono messe al passo con le altre donne del mondo. Padri e mariti hanno atteso nelle case il ritorno e i racconti delle prime impressioni, forse non con lo stesso entusiasmo che animava il proprietario della sala; padri e mariti che già conoscevano il cinematografo ma di cui fino ad oggi non potevano prevedere certe conseguenze. Di essi il giornale che dà la notizia non parla. Jiiceìtezie GLI INGLESI hanno iniziato su larga scala l'invio di film per i loro soldati attualmente accampati sul suolo francese. La diffusione sembra aver cominciato il suo giro riportando i primi successi, tanto più in quanto i film inviati sono in grandisisma parte novità ancora del tutto sconosciute in Inghilterra, come on George é quello che ha riscosso i più grandi applausi in una prima d'eccezione. Gli inglesi hanno già lanciato film del tipo the lion has wings (storia dell'incursione aerea su Kiel) e si apprestano alla realizzazione di un grande lavoro sulla flotta e di uno sull'esercito. Gli inglesi hanno creato presso il Ministero delle Informazioni una sezione attivissima per la propaganda attraverso il film, sezione che è diretta dal signor Joseph Ball e che da due mesi circa si trova in completa attività. Gli inglesi hanno invaso dei loro documentari le sale cinematografiche di Francia mostrando le lotte di difesa dagli attacchi contro il Firth on Forth, il lavoro nelle fabbriche di esplosivi, gli apparecchi tedeschi caduti sul suolo britannico, quelli inglesi colpiti che rientrano alle basi. Gli inglesi cioè hanno iniziato in pieno la produzione di guerra, mentre in Francia a quanto sembra si discute ancora. Di questo si lamentano i francesi che vorrebbero vedere di più, e che attaccano concordemente da quasi tutti i loro fogli la deficienza nel campo informativo di quella cinematografia. «E noi? », essi dicono, « noi che cosa opponiamo da parte nostra a tutto questo? dei servizi sulla cerimonia di Ognissanti, la visita del ministro d'Arabia all'Eliseo, la fotografia ufficiale dell'incontro del signor Churchill col nostro ministro della marina, e qualche ripresa di seconda linea. Non che tutto ciò sia magro; al contrario è interessante. Noi non vediamo come degna di nota che una scena della visita del signor Daladier alle prime linee; quella che ci mostra il Presidente mentre esce da una fortificazione al ponte di Kehl e che resta incerto non ritrovando la propria strada tra le cataste di sacchi di sabbia che sembrano assumere dinanzi a lui l'aspetto di meandri di labirinto ». Incertezza del signor Presidente o della cinematografia francese? Q. J 355