Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

CRONACA AD ASIAGO L'AVIAZIONE ha rappresentato sempre per il cinema uno dei campi più ricchi di possibilità spettacolari ed ha ispirato storie innumerevoli, più o meno avventurose, avvicinandoci a tal punto alla vita dei piloti ed alle loro gesta, da rendercele ormai familiari. Un genere di aviazione, però, quello più leggero e poetico, del volo a vela, era rimasto fino ad oggi lontano dagli schermi, se si eccettuano alcuni documentari in massima parte stranieri che ci hanno illustrato questo sport in sé e per sé, senza per altro porlo a sfondo di una vicenda. l'ebbrezza del cielo di produzione « Incom », regìa di Giorgio Ferroni, è appunto il film che si appresta a celebrare il volo a vela e che è stato girato nella patria italiana di questo sport, ad Asiago. Siamo andati appunto ad Asiago a vederne girare gli esterni. Si gira in uno dei campi della R.U.N.A. dove ha sede la scuola di complemento per piloti velici. Sul campo è stato costruito un vero e proprio teatro di posa, munito di tutti i necessari elementi tecnici, affollato di tecnici al lavoro. Le scene di volo vengono girate con autentici piloti e con maestranze vere, mentre la massa delle comparse è stata pazientemente reclutata tra la popolazione civile. La visione di questo campo di lavoro acquista così un senso di verità e di evidenza che fa talvolta dimenticare il trucco di una scenografia e i falsi del cinematografo. È questa la prima volta dacché esiste il cinema, che si lavora ad un film ad Asiago. L'arrivo degli attori e dei tecnici guidati da Ferroni e da Sandro Pallavicini ha addirittura trasformato la tranquilla pace di quei luoghi, portando con sé il « tifo » filmistico naturale in circostanze del genere. Le riprese si svolgono tra una costante ressa di spettatori. Tutti vogliono figurare nelle scene di massa, in tutti è il desiderio di rivedersi più tardi sullo schermo. Fra gli interpreti c'è un « fuori classe » : il pilota della scuola di Asiago, Mantelli, uno degli assi del volo a vela, e non solo di questo. È il Mantelli dei cieli di Spagna, quello che conquistò il primato degli apparecchi rossi abbattuti. A guerra finita, eccolo di nuovo qui sul suo vecchio campo di aviazione, fedele al suo sport. Egli che ne è ; tato un vero pioniere e uno dei più entusiasti assertori non poteva mancare in questa opera cinematografica. S. Jachino e A. FioreUi nell' 'Ebbrezza del cielo' 'L'ebbrezza del cielo' sul Monte Cengio (prod. I.N.C.O.M., regìa Ferroni) Lo osserviamo mentre per lunghe ore tiene lo spazio con il suor aliante, mentre lo dirige come se fosse munito di motore, lo lan-l eia in picchiate e scivolate, lo impenna in temerari sbalzi, lo piegai ad ogni sorta di acrobazie. Su Martelli ricordavamo un lungo ar-j ticolo, che apparve in uno dei primi numeri di Omnibus. In esso veniva rivelata la sua avventurosa vita di sportivo e di soldato | e il suo giovanissimo ardimento. Sin da allora, alla lettura di quell'articolo, ci sembrò che l'esistenza del Martelli e le sue gesta avrebbero potuto essere un magnifico soggetto per un film, soggetto tanto più attraente in quanto si riferiva ad una realtà vissuta. Appunto dalla ardimentosa vita di questo pilota ha tratto ispirazione la trama di questa ebbrezza del cielo. È una storia della prima giovinezza, una storia, si direbbe, leggera e delicata come lo sport che essa illustra, e alle immagini di voli, di ardimenti, di lotte, si sovrappongono quelle di un idillio fra i due personaggi rispettivamente impersonati da Silvana Jachino e dallo stesso Martelli. Accanto a Martelli, Ferroni ha adunato un gruppo di attori che gli sono sembrati particolarmente qualificati per un'interpretazione del genere. Tra essi, oltre a Silvana Jachino, è Mario Ferrari, in veste di ufficiale di aviazione alla riserva e provetto pilota. La sua ottima interpretazione di una parte del genere in Luciano serra, pilota, è una bastevole garanzia della sua idoneità alla nuova fatica. Gli altri sono in maggioranza dei debuttanti. Molti di essi sono anzi scelti appunto dalla stessa scuola di Asiago; e in genere tutti sono stati selezionati attraverso mesi di pazienti provini. Tra essi abbiamo riveduto Mario Brambilla, che dopo la sua ottima interpretazione in vecchia guardia è stato tratto da un ingiusto oblio. 5 LINO DE JOAJNTNA 358