Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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Barbara Stanwyck e Adolphe Menjou nel film 'Golden Boy' di B. Mamoulian, tratto dalla commedia di Clifford Odets dovevano comparire scritti della nuova leva di cineasti italiani: Alessandrini, Serandrei, Solaroli, Medin, Comin, Lazzarini, ecc. Blasetti scrive nel 1932 a Roma un libriccino di carattere popolare Come nasce un film. Bontempelli invece, fondatore del primo Cineclub italiano, intravvide presto l'importanza e gli sviluppi del film sonoro: Note sul parlalo (Gazzetta del Popolo, 30 dicembre 1930). È contrario al sonoro anche l'Arnheim, che pubblica nel 1932, in Germania, il grosso volume Film come arte che, tradotto in estratti in italiano (Roma 1932), in inglese (Londra 1933) doveva influire largamente sulle correnti estetiche cinematografiche di quegli anni e ispirare direttamente La grammatica del film (Londra 1935 ed. it. Roma 1939) di Raymond Spottisvvoode. L'Arnheim sostiene che la limitazione della capacità a riprodurre la realtà costituisce il campo in cui può esplicarsi la fantasia artistica dei registi. Queste limitazioni di capacità sono dunque i « valori difierenzianti » il film dalla realtà. In base a questa teoria, che l'Arnheim ha ribadito nel suo recente saggio, scritto in italiano e pubblicato su Bianco e Nero, « Il nuovo Lacoonte » (Roma 1938), ogni progresso della tecnica ed ogni riduzione dei limiti nella capacità a riprodurre la realtà costituisce un progressivo restringersi della possibilità artistica del film. Egli si schiera quindi contro il sonoro, il colore e la stereoscopia. Béla Balàzs, nel suo libro Lo spirilo del film, scritto a sette anni di distanza dal suo primo, cioè nel 1932, afferma la necessità di un decisivo cambiamento' di rotta e costruisce una teoria del fonofilm, che è certamente fra le migliori cose che si sia scritto in materia. Eugenio Giovannetti, in Italia, pubblica un saggio squisitamente discorsivo e piacevolmente ricco di varii riferimenti culturali, Il cinema e le arti meccaniche (Palermo, 1930); e il novelliere Mario Soldati, di poi divenuto regista, dà alle stampe nel 1925 a Milano, sotto lo pseudonimo di Pallavera, il suo scritto 24 ore in uno studio cinematografico di carattere descrittivo-divulgativo, mentre nello stesso anno Luigi Chiarini pub blica a Roma, sotto il titolo Cinematografo una serie di scritti polemici e di natura solidamente critica; scritti preceduti da un'interessante prefazione di Giovanni Gentile che, con rigore filosofico, mostra le possibilità artistiche del film nel superamento espressivo della sua tecnica meccanica. Anche le ricerche storiche suscitano ormai un vivo interesse negli studiosi, per opera del Rotha II film fino ad oggi (Londra, 1929), Il film documentario (Londra, 1930), Celluloide (Londra, 1931), dello Charensol Panorama del cinema (Parigi, 1930), del Margadonna Cinema ieri ed oggi (Milano, 1932), del Bardèche e del Brasillac Storia del cinema (Parigi, 1935), del Vincent Storia dei cinema (Brusselle, 1939) e del Pasinetti Storia del cinema dalle origini ad oggi (Roma, 1939) Attualmente il gruppo più compatto e progredito di scrittori cinematografici è forse l'Italia ad averlo, nella schiera che fa capo alle edizioni della rivista Bianco e Nero che, insieme a Cinema, sostiene e promuove il film come arte. UMBERTO BARBARO 45