Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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GOFFREDO ALESSANDRINI Avevamo già parlato di questo tema con Alessandrini ma l'intervista è stata interrotta senza possibilità, per qualche giorno, di riprenderla. In questi giorni Alessandrini è oltre che regista, tenente dei granatieri, e dobbiamo dire, a sua completa discolpa, che non è stata cattiva volontà a tenerlo lontano da noi. Alessandrini, si è più volte cimentato col film storico. Qualche lettore ricorderà don bosco, ma fra le opere notevoli della nostra cinematografia, è un film cui il misticismo non impediva di essere opera storicamente fedelissima quanto appassionata. Diremo di questo nostro regista che è fra i migliori nella creazione dell'ambiente e per dar tono e sapore, con una felicissima scelta di dettagli, ai temi che si propone. Finora gli argomenti svolti da Alessandrini ^r®ma sono stati vicinissimi a noi nel tempo, ma non per questo perdono il carattere di opera storica. In cavalleria Alessandrini è riuscito a rendere con l'esattezza graziosamente sfumata di un vecchio dagherrotipo la Roma in cui i personaggi di D'Annunzio vissero e si amarono, e in Luciano serra ha fissato con mano quanto mai felice, un momento contemporaneo che già appartiene alla storia. E di quella stessa storia Alessandrini ha voluto darci la genesi illustrando il contrasto fra il Negus Giovanni e Menelik di fronte alla penetrazione italiana in Etiopia per mezzo del cardinale Massaia. Dobbiamo dunque rilevare in Alessandrini amore e fiducia nella storia, in quella attuale e quella più lontana. E dovremo dire ancora, a suo elogio, che si è sempre preoccupato di preparare minuziosamente il suo lavoro e di realizzarlo con metodo. Migliore elogio di lui non si potrebbe fare. _ „ r ' Defra ALESSANDRINI: ABUNA MESSIAS BLASETTI: TJN' AVVENTURA DI SALVATOR ROSA ALESSANDRO BLASETTI quel poteva essere così che sta nascosto nella nof* mente ». u — Di libri così non te ne servi affatto? « Affatto è esagerato. Leggo, leggo anch'io molto, il dopo. Per complemento quasi, per convincermi ri » idea che mi sono già formato e naturalmente per aumentarmi ancora sull'esattezza di date e di a\ nimenti ». I» — E per i costumi? E per gli addobbi? — ■ Per questo mi limito a scegliere il mio uomo, qv -,, che la sa più lunga, che ci sa fare; e mi affido a ,1 Quando ad esempio si ha un Sensani al proprio fia; e come è capitato a me nel salvator rosa, non a , neppure il diritto di intervenire, e credo che qi^ M torni a lode non solo mia ma della cinematogt u italiana stessa. Poi interruppe d'improvviso il suo ragionamene v parlò dell'inaugurazione del Centro Sperimentali. Cinematografìa e delle parole che il Duce durani *■ sua visita gli aveva rivolto. Era raggiante. Vet ^ ormai tutto con entusiasmo e concluse: « È proprie * film storico che noi italiani dobbiamo battere; per k la storia è cosa viva, è anzi la nostra stessa vita'. ri « La prima cosa che faccio, mi essa dobbiamo ispirarci, dì essa dobbiamo servir dice Blasetti, sorseggiando la sua BRIGNONE: TORNA, CARO IDEAL birra da Dreher, quando ho da metter su un film storico è di raccogliere il più possibile riproduzioni di pitture e di stampe dell'epoca e delle persone che debbo rappresentare. La mia prima preoccupazione è quella cioè di entrare nel mondo del mio film attraverso le forme più autentiche e più vive, attraverso una documentazione . di colore esatto e fantastico nello stesso tempo, che lentamente mi abituo a « vedere » e « sentire ». Non è, tu mi capisci, che io vada ricercando riferimenti, o che questa o quella figura, questo o quel costume, isolati nella loro perfezione pittorica mi servano da elementi-base; è l'insieme, l'atmosfera quella che cerco di raggiungere. Molti credono di cogliere nel segno lodando o criticando una mia tendenza pittorica che vogliono indovinare nei miei film. A mio avviso si sbagliano. Se io ti ho parlato di pitture, non è perchè io senta il cinema solo come quadro, come espressione figurativa. Tutt' 'altro. Te ne ho parlato perchè la mia formazione di clima avviene più direttamente su questa esperienza che non dalle letture. Per formarmi ho bisogno di vedere più che non di leggere. Il mio mondo ragionativo, fantastico nascerà dopo, a coltura spirituale ultimata ». Sto per interromperlo con un'altra domanda, ma Blasetti mi previene. Ha già capito. Mi ha piantato addosso quei suoi occhi vivaci e dice : u So quel che stai per dire, e ti rispondo subito. Si tratta di creare attorno ad un ambiente stabile, assodato, fermo nelle pagine e nei ricordi, una vita che permetta a tutto un mondo di uscire dalle cornici in cui l'abbiamo riposto, dagli schemi. In fondo non credo al film storico che narri pedestremente, fotograficamente ancora una volta fatti e gesta già conosciuti sotto altra forma in quella esposizione. Né d'altra parte rifare la storia. Darle vita, agitarla, empire certe possibilità. 11 GUIDO BRIGNONE Non vorremmo aver l'aria di gente snob confes di avere poca simpatia per il portinaio della Scd il fatto è che costui, ogni volta che bussiamo al cancello e introduciamo timidamente la testa spiraglio, tenta con maniere inurbane di rigettare' fango (sic) della strada. Tanto che se non fossi gli energici interventi del colonnello Giorgi, noi Scalerà non saremmo riusciti a mettere mai piedi Anche questa volta le cose non andarono divi mente; comunque a un certo momento ci trova in vista di Brignone. Brignone, al contrario del portinaio della Scaler^ è invece molto simpatico; in un certo senso proV\ per lui un'antica riconoscenza, perchè egli fu d'una volta il direttore dì Maciste, idolo di no gazzì. Cos'i abbiamo sempre seguito con interes sua carriera, che in verità può considerarsi tra U attive in Italia. E sappiamo anche perchè. Se paresse troppo balzana l'idea di un paragone H nema e ciclismo (c'è pure assonanza tra regista dista), noi chiameremmo Brignone il Girardengo schermo. E il Nostro avrebbe torto ad allarmar! quanto Girardendo — ■ dicono — fu un asso, asso furbo. Anche Brignone è furbo, e ce lo J appunto la sua alacrità. Senza dubbio egli ha in t la tecnica del cinematografo; sa — vorremmo di tagliare un film così come Zuccoli sapeva tagliai romanzo. Conosce il valore della carrellata (cai ristica in lui quella che porta al primo piano) campi lunghi, delle dissolvenze, eccetera. Gli i quindi facile toccare le ghiandole lacrimali del g\ pubblico, che dai suoi film esce con gli occhi^ ma rasserenato cantando Vento, portami via co In breve tutta la città desidera essere rapita dal v, E i produttori chiamano d'urgenza Brignone. SL gnone sa veramente il fatto suo. Alla Scalerà, era alle prese col genio e con la latezza di kean, tra mazzi di orchidee selvagge risi di ragazze vantaggiose. Ma essere giunti evidentemente non significava nulla giacche Bri, indaffarato com'era, non aveva il tempo di risp alle nostre domande sul film storico. Non è di tuttavia immaginarle ripassando mentalmente pellicole di tal genere. Brignone considera il film storico come un fatti ramente spettacolare, e drammatico nel senso tico della parola. L»^belle storie d'altri tem hanno per sfondo ambienti suggestivi e danno di sfoggiare fastosi costumi, acconciature bizzarr getti caratteristici dal profumo antico, soddisfai suo temperamento di regista commerciale. E nói rebbe agevole ritrovare nelle sue pellicole 1 seM uno studio che non sia quello ambientale o ehm riguardi da vicino il lato romantico del fatto naM C'è molto amore pel decoro in lui; quasi che,%