Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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Big. 4 tare il cambiamento esteriore del personaggio. Le schede dei « gags » o « battute », dato ii loro numero incalcolabile, riescono a dare costantemente l'illusione del nuovo, sebbene i nostri occhi rivedano, a colori, gli stessi scherzi che vedemmo otto anni or sono in bianco e nero. Se le prime schede tecniche sono importantissime, per le economie e la semplificazione che esse accordano, le seconde sono pericolose : si può cadere — se non lo si è già — dallo stile nella maniera e dalla freschezza nel dolciastro. METRONOMO ELETTRICO Comunque, diamo la precedenza alla tecnica, per ora, ed evitiamo le approssimazioni. Walt Disney, tra l'altro, sdegnando le misure « all'incirca » dell'udito, ha generalizzato l'uso d'un metronomo elettrico (fig. 5), complessa macchina ad audiofrequenza, che batte e dà il tempo ai musicisti grazie a cuffie individuali; ogni errore sulla durata dell'esecuzione musicale è evitato, fatto di enorme importanza agli effetti del lavoro cinematografico e d'animazione. Per conto nostro abbiamo proposto lo spostamento automatico dei fondi panoramici. Walt Disney ha accettato questo suggerimento, sebbene gli venga d'Europa; ma non è la prima cosa che egli accetti — oltre al contributo delle nostre letterature : i (( trasparenti » (cells) dei suoi disegni sono in Rodophace KC, materia europea per eccellenza. E' pur nostra la proposta di usare sulla tavola da disegno un sistema ottico d'ingrandimento (fig. 6) che permette all'esecutore un tracciato più preciso, diminuendo il rapporto tra disegno e schermo, da 1 : 100 a 15 : 100. Con questo sistema, biancaneve non avrebbe avuto quelle vibrazioni lineari che ci han dato tanto fastidio nel volo della fiaba di Grimm. LO DUCA Gli artisti possono versare altrove la loro esuberanza. Come Walt Disney, ci auguriamo nella tecnica del disegno animato un automatismo completo; i tre più grandi studii americani sono forniti di schedari che danno gamme complete di movimenti, estratti sia da lavori precedenti particolarmente ben riusciti, sia da film normali o da documentari. Il numero di queste schede rende impossibile la monotonia delle acrobazie, dei movimenti o dei giochi mimici, senza con REGISTA AFFONDATO in un ampio divano azzurro, che fa parte dei mobili di scena, Vittorio De Sica spartisce con due dita le pagine della sceneggiatura dove sono segnati i quadri da girare. Alcune pagine sono piegate su se stesse: sono quelle dei quadri girati; quando tutte saranno piegate, il film sarà finito. Sarà finito senza che una volta De Sica abbia alzato la voce. Lascia a Giuseppe Amato « factotum » del film (produttore e aiuto-regista ad un tempo) il compito di alzare la voce. Ma Amato non ha troppo da gridare poiché i personaggi sono pochi in scena, nonostante che l'ambiente sia vasto, come s'usa nei film italiani : è quasi un salone da fiaba questo e non manca la scala, elemento architettonico che ormai è diventato consuetudinario nei film di Cinecittà. Appena Amato, suggerito da De Sica, ha dato una indicazione agli attori, ha detto all'operatore il movimento che dovrà compiere il carrello. De Sica si solleva leggero dal divano, va nel campo d'azione, si sostituisce agli attori mostrando loro come debbono muoversi e atteggiarsi, mormorando appena le loro battute. Poi ritorna al suo posto e quivi sedendo continua a seguire con la coda dell'occhio i preparativi, pronto a dare una indicazione tecnica. Chi fosse abituato a considerare il regista come l'individuo che si agita per un nonnulla, cercherebbe invano il regista del film rose scarlatte. Sembra che in questo salone la macchina da presa e le lampade siano state portate per caso, che le persone cui è affidato un compito nella realizzazione del film, si trovino in questo lussuoso ambiente per conversare insieme; pensate, insomma, alla impressione che vi farebbe se, andando in un antico palazzo, trovaste in un angolo una macchina da presa e delle lampade. A un tratto però scoprite un ciak : vi sta scritto : 231 2 . Soggetto 103 Regista De Sica. Vittorio De Sica non darà mai l'ordine di battere il ciak; non dirà mai: — Pronti, motore, ciak! — De Sica è e sarà (perchè la sua carriera di regista non finirà con rose scarlatte) il regista dei sottovoce e dei « pianissimo »; e quando sarà il regista di se stesso (come in questo film che egli interpreta accanto a Melnati, Renée Saint-C3'r, Luisella Beghi, Rubi Dalma, Vivi Gioi: sei attori in tutto), si guarda bene dallo strafare, dal voler apparire ad ogni quadro in primo piano : il regista De Sica considera l'attore De Sica un elemento del film, disciplinato ed attento. Un regista in sordina, direbbe qualcuno. Tanto, non serve gridare, risponderebbe De Sica. • • 83