Cinema Illustrazione (Oct 1930)

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iii ae i LE PRIME: Che il momento cinematografico sia tra i più complicati » cantici è innegabile. Abbiamo in questi giorni sugli scherer cittadini un campionario di tutte le tehdenzo: muti sincronizzati, parlati e somori al centa per conto, al cinquanta, al venticinque. La stochia produzione s'innesta suo malgrado alla nuovi, e la muova alla novissima. Ogni film subisce modificazioni e adattamenti, a seconda del mercato, del paese, delle sale cai è avviato dai produttori. Si sono mecise le « mute», ma poi si è costretti ad aummutilizo le parlate, perché nesmne le capirebbe ela censara ne impedirebbe lo smercio. Di un’opera, uriginaliaeate parlata al cento per cento, ci si offre un'edizione in cui le voci sono quasi scomparse. Chilometri di didancalie prendono il posto delle voci, settonchè, tra tanto silenzio, ecco a un tratto una « battuta » in' tedesco o in inglese, una canzone, un taro a un rumore insignificante. Di una scena dove si muovono in claquanta, silenziosamente, non ci giunge che un colpe di bastone su una tavola, lo sbattere d'un uscio, an piechiar di nccche contro una parete. Puerilità, confusione. I pubblico non sa come regolarsi, che decddere, 1 profani stentano a far intendere le loro preferenze, i loro gusti. Quale sarà il domani? Mistero. Abbiamo raggiunto in an battibaleno la produzione parlata ine tugrale, crediamo d'aver toccato una nieta e di pos tercene gloriare. Ma dall'America s'annunzia la fine del « cento per cento ». Si avrà d'ora, in pot, al mas: mimo, il « cinquanta » intercalato da musiche e canti. Anche la recitazione sarà accompagnata dalla musica in sordina. Siamo dunque al melologo. Vedremo. Ma 4 Parigi cercano attori che S&ppiano cantare, Non artisti di canto. Il teatro lirico, come il teatro di prosa fotografati, non vanno, Si & capito almeno questo. Pare. Teatro per teatro il pubblico preferisce quello vero e il film muto non lo vuol più. Bisogna conciliare i gusti. Mescolare i generi, Dosari. E i soggetti? Mah! Gl'industriali non possono. fare a meno degl'innamorati ingenti che si rovinano per le donne fatali. In un'epoca in cui le doùne vanno in motoricletta e in aeroplano e dirigono banche, azien: de, legiferano in Parlamenti è s impadroniscono di portafogli misisteriali, la cinematografia continua a vedere dovunque femmitte indolenti che minano l'esistenza dei maschi, perturbatrici dell'ordine pubblico 8 dell'armonia sociale, parassite dalle mani di cera. | {ali scrittori veri aspettazo il Loro turto. L'arte del secolo, insomma, vagisce nella cuna e chissà quando tazioni e si limita a intuire q essere in origine e a «q 4 schereno per lunghi minuti, quasi che la sala fosse popolata di bambini dell'asilo, debbono, oltre che spiegare l'azione, permettere il ricupero di quei metri sottratti e restituire al film la sua logica durata. Il fastidio, la noia, sono inevitabili. Non parliamo poi degli « attacchi ». Abbiamo ad esempio, una scéba grande, con vari personaggi. Di colpo si passa al fiou. La nebulosa si dirada e che cosa vediamo emerfiere gradatamente e venire dal fondo in primo piano, Giganteggiare e invadere lo schermo? La faccia di uno degli attori che avevamo già visto nella scena precedente. Non è alora chi non s'avveda che tra Puno e l'altro quadro, doveva esservi qualcos'altro, che è stato eliminato. Forse l'Atlantico, parlato e sonoro, aveva pregi che ci sfuggono. Alla nostra ammirazione non rimangono che gli ultimi quadri, veramente belli, del naufragio. Da quando avviene l'urto della nave contro. il gigantesco iceberg, fino all'affondamento, il film raggiunge altezze inconsuete. In queste scene Gee High e il Dupont hanno saputo ottenere dalle masse una fusione, una verità impressionanti. Basterà citare la sequenza del salvataggio delle donne e dei bambini, la lotta selvaggia tra un marinaio e un negro, la disperata separazione di due sposini in viaggio di nozze, il loro ultimo bacio tra la folla che minaccia di travolgerli e la brutalità degli uomini di bordo nel voler strappare la donna dalle braccia del marito, dove tecnica e interpretazione si armonizzano stupendamente, per farci indovinare quel che dalla copia originale debba risultare. Ma il nostro pubblico è stanco di approssimazioni e si va facendo difficile e intollerante. Non si può fargliene uma colpa. de Nessun danno, al contrario, ha arrecato l’ammauto-: | limento al Fantasma della felicità al San Catlo, che Reinhold Schiinzel ha ricavato dal romanzo di Machard, per conto della «Tetra» di Berlino. Il manifesto l'annunzia come sonoro e cantato, ma in realtà non si tratta più che di un film muto, con l'aggiunta di un accompagnamento orchestrale nelle scene del teatro. Cià nonostante, il Fantasma è tecnicamente una delle opere meglio riuscite dell'industria tedesca. L'interpretazione, dovuta a un grande attore, Mi €hael Cecoff, alla bambina prodigio Juge Laugd gut, e alla graziosissima Karina Bell è superbà. V'è, in ogni scena, una così minuta cura dei particolari, una così attenta ricerca di effetti che la grande qualità del film è avvertibile fin dall'avvio. Vero collaboratore del Schiinzel è l'operatore, il quale va. messo allo stesso livello degli altri interpreti per la 6 sua fotografia aderente al soggetto, atta a creare l’atmosfera del dramma. Da questo punto di vista, anzi, il film è tra i più belli venutici di Germania. Il che non è poco. I Quel che lascia desiderare è lo scenario. Siamo ancora alle solite: la donna di teatro per cui un buon diavolo ruba e finisce in carcere, Quanti processi di questo genere non ha mai ospitato lo schermo compiacente? Ma sarebbe ora che gli industriali si rendessero conto del loro errore. Non è più dalle sofferenze d'amore che può nascere la commozione. Le ultime scene soltanto, che sfruttano un elementare caso di paternità disgraziata, hanno il potere di sfiorarci il cuore e di farci perdonare quanto, con sì grande maestria, doveva, secondo l’autore, turbare i nostri sonni e che invece ci lascia perfetta. mente indifferenti. Enrico Roma S. Windrow, agli stadi nta Joinville. quello che è rimasto. Ma il pubblico vare alcun interesse in questa ricerca: perde. la pazienza. La tecnica. servire al muto. Le espressioni stano a sostituire ll valore delle paro! tolte. Scene, primi piani che avevano dialogo, ammutoliti non ne hanno più sconomia del film essi avevano gran peso, finché guardo al metraggio, le didascalie, che s0