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“...l’aveva circondato di lusso e di ricchezze..."
Cinema IMustrazione
III Le due catene
Dal parco che custodiva tutto intorno la bianca palazzina del barone Sergio Demidoff, primavera cantava già una luminosa canzone di maggio, che invadeva le stanze pronube di felicità.
Felicità? Per il barone Sergio, sì. Indubbia e completa. Per Vera, ancora velata ed accorata.
Sergio adorava sua moglic: era la sua spesa e la sua confidente, la sua amica, il suo orgoglio, la ragione stessa di vive re e di sorridere alla vita. L'aveva circondata di lusso e di ricchezze con tenerezza continua ed infinita. E Vera sognava ad acchi aperti il sogno di quella esistenza che neppure la sua fantasia aveva osato accarezzare giammai. « Mi pare che tutto queste paradiso creato da to, per me, sia un sogno! » diceva a Sergio.
Paul cera materialmente. sparito dalla sua esistenza; era però ancora presente, nelle ore della solitudine, al suo spirito innamorato. Era una cosa lontana, ma non morta, Nessuno le aveva fatto. più parola di Paul. Neppure suo padre, che sapeva che Paul ne aveva fatto di cotte e di crude, finchè s'era buscato due anni di Siberia per debiti contratti al giuoco.
Frattanto un bimbo — un tenero rosco fiere di vita — aveva colmato il vuoto nel cuore di Vera ed insuperbito di legittimo orgoglio quello di Sergio.
Per quel bimbo il harone Demidoff aveva intensificato la sua difesa contro le nuove accuse mossegli da quel certo Servizio Segieto, contro di lui sempre più implacabile. Tanto € così ardentemente Sergio si cra difeso che in un pomeriggio della rinnovellata primavera il barone, tornando da Pietroburgo, aveva il petto gonfio di gioia. Sergio prese fra le sue braccia Vera per confidarle prontamente: « Ho potuto finalmente dimostrare che le vaccinazioni da me tentate sui bimbi del Distretto non sono state la causa dell’enorme mertalità verificatasi. »
L'ultima ombra di tristezza Cra così svanita dal volto sempre più soave della moglie. Uscirono così insieme sul terrazzino, quando
ur
—_
“CUORI IN ESILIO»
Romanzo-film vissuto sullo schermo da Dolores Costello, Grant Withers, James Kirkwood
d'improvviso... Poco lontano dal viottolo maestro che conduceva alla villa Demidoff, una coppia di suonatori ambulan. ti si era soffermata ed aveva intonata una canzone, che fece trasalire Vera.
Prenditi questo cuore
nella tua bianca mano
e portalo lontano
dove sospira umore.
Sergio avvertì quell’improvviso tremare della sposa e s'affrettò a chiederle: — Che cosa hai, Vera?
— Nulla caro. Come cantano bene quei due poveretti. Bisognerà fare loro una larga elemosina.
Così dicendo, Vera tentava di allontanare da sè una strana visione che d’improvviso le era apparsa commista con le figure cenciose de due cantastorie. Era la figura di colui che le aveva fatto sentire per la prima volta quel dolce canto di passione. Era la figura di Paul cenciosa ancor essa, smunta nel viso, tristissima di dolore.
Quando a Vera riuscì di allontanarsi di là, Sergio la vide correre verso la camera del loro bambino, curvarsi su di lui e ceprirlo di baci col viso nascosto fra le trine della rosca culla.
Tutto questo vide Sergio e ne fu commosso. Ma non potè vedere la grossa lacrima che era spuntata sul ciglio della piccola spusa....
La quiete nella villa Demidoff si era fatta anche più pesante, allorchè un telegramma della Commissione d'inchiesta del Servizio Russo giunse improvviso per richiamare il barone Sergio Demidoff ad una ultima escussione. E Sergio partì dopo essersi stretto al petto con un am
plesso quasi disperato
la moglie e il pargolo.
l Partì con un triste pre| sagio nel cuore.
Passò tutto il giorno,
tutta la notte e Vera si
sentiva ora per ora, minuto per minuto stringere alla gola dagli artigli della straziante attesa.
Finalmente nelle prime ore del matti no le fu annunziata una visita,
-Con chi ho l'onore di parlare?
-Sono un inviato della Commissione d'inchiesta «del Servizio Segreto di Pietroburgo. Ho una notizia non certamente lieta da comunicarle.
Vera sbarrò'gli occhi e sentì accelerarsi tempestosamente i battiti del cuore.
Il visitatore continuò compassato e precisu: — La Commissione d'inchiesta, riternando sulle proprie decisioni, ha deliberato ieri notte l’arresto del barone Sergio Demidoff.
Vera fece appena in tempo ad appoggiarsi alla spalliera di una poltrona per reggersi ancora in piedi.
— Mio marito è stato arrestato?
— Sì, signora baronessa. Egli essere processato per direttissima.
— Ma di che lo si accusa? Ma perchè lo si tormenta tanto?
— Ella saprà ben presto la deliberazione presa dai giudici; ma credo mio do
deve
vere, anche se quanto sto per dirle suonerà dolorosamente al suo orecchio, comunicarle che egli è accusato di » un reato per cui la condanna può essere delle più gravi.
Vera vacillò e il visitatore giunse appena in tempo per evitare una grave caduta alla povera creatura che si genufletteva come colpita dalla folgore. Quando Vera si ridestò dal suo tragico torpore € si vide circon
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data da tutta la servità, che pareva in sua adorazione, comprese che le parole del visitatore avevano un contenuto di verità. Qualche giorno appresso la baronessa Vera Demidoff apprendeva che suo marito era stato condannato alla deportazione in Siberia per ben vent'anni.
Ancora una volta, nel breve corso di due anni, tutto le crollava dintorno.
Paul perduto... lontano per sempre dalla sua vita. Lo sposo cinto di catene e forse già in viaggio attraverso le lande sconfinate che segnano ad ogni tappa un più vicino contatto con l'eternità. Due catene la stringevano così ai polsi, le cingevano la fronte come una corona di spine e minacciavano di trascinarla col suo piccino chissà quanto lontano, chissà dove, nell'esistenza incerta che il domani stava già apparecchiando per lei.
Sotto questo incubo tremendo Vera si dibattè per tutta una settimana, poi decise. Si strinse al petto il pargolo innocente cd adorato e partì sotto la neve, senza un itinerario preciso ma con una meta deliberata: la Siberia. E partì per rintracciare la colonna dei prigionieri con l'unica speranza di rivedere Sergio senza che il suo viso, ancorchè pallidissimo, tradisse la sua intima emozione. Nel volgere di pochi giorni ella si sentiva completamente trasformata. Il dolore e la speranza ave vano compiuta quella trasformazione.
A. M. Tournour
3° (continua)
: “ n “Parti senza un itinerario preciso’.