Cinema Illustrazione (Nov 1930)

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Cinema Miusirazione IV . L'incontro Era notte alta, quando giunse ad une diri campi di smistamento la colonna dei deportati della quale faceva parte il ba. rane Sergio Demidoff, La colonna aveva compiuto un buon viaggio. Non un morto lungo il percorso. Non una punizione. Si sarebbe dovuto premiare le guide di quella colonna csempiare. Ma per tutto premio il capo del posto di smistamento dette un ordine: « Ciascuno prelevetà la sua razione in ordine secendo l'appello... » La razione del «buon deportato » consisteva nella solita broda, dentro cui navigava, in cerca di una Bucca ove rifugiarsi, una modesta cipolla non comple tamente sbucciata od una larva di patata non sbuecista affatto. Sergio, presa la sua razione, se ne andò senza neppur guardarla, vagando interno al campo «di smistamento ingombro di enormi mucchi di neve irrigidita dal gelo c fermandosi in una specie di terra-picno, dove si portò la tazza alle labbra e bevve una sorsata, Fece un'orribile smorfia, © chiuse gli occhi inorridito, trangugiò con una sforzo supreme una sorsata di brodo acido e denso e stava per vuotare i) rimanente della sua porzione al suola, quando una voce poco distante gli dette questo avvertimento : -—— Non buttar via il tuo pranzo, sciagurato.. Vuoi restare a pane ed acqua per 15 giorni? Sergio si voltà dalla. parte donde veniva. quella voce ammenitrice, tra pur abbastanza placata, A tutta pri. ma ebbe la sensazione che un orsacchiotto si muovesse accanto a lui ricoperto di pelo bianco e nera con il volto ingombro di peli incolti ed ispidi. Soltanto gli occhi avevano una vivida luce ancorché affassati nelle occhiaie livide e circondati «ia folte sopracciglia, Sergio ristette dal vuotare la tazza, e la voce del vicino continuà: re Flo qualche cosa di meglio da offrirti: ma non buttar via nulla we non | vuoi essere punito a. sangue, Dammi la tuy tazza che ci penserò io-a vuotarla e prenditi questa, In così dire l'uomo che parlava, perchè era un uome anche lu: seppure con parvenza di bestia, offrì a Sergio una specie di recipicate di terra cotta dalla” forma di boccale « che fumava, fumava... ‘ Automaticamente Sergio seguì il consiglio dell''« amico ». Scambià la sua taz ca con i boccale fumigante e senza at tendere altro bevwe, bevve... Intanto, d'a antico» che si era avvi cinato carponi lo stava fissando con una insistenza affannosa. Poi, mentre Sergio gli riconsegnava il recipiente completa. ‘mente vuotato, unt urlo parti dalla strozza dell'amica «.. Fa alleza soltanto che Sergio a sua volta lo scrutò. È per serutarlo gli si avvicinò tanto che il fiato delle loro bacche venne a formare una leggera nebbia che ostruì per un attimo la visuale di entrambi. Finalmente P'«& mico » ruppe il silenzio con la sua vote. fatta roca e solerine ed esclamò: noi ci siamo già incontrati uh giorno. +—E quando?... E dove?.. Quando? Due anni or sono, poco tempo prima che io venissi deportato, Dove? Nella maledetta taverna di quel Signor barone Sergio Demidaff: “CUORI IN ESILIO» Romanzo-Elm pissuto sullo schermo da Dolores Costello, Grant Withers, L] Dinutri.. di vostro suocero, Vero? Sergio aggrottò le sopracciglia, si pas: sò una mano sulla fronte per richiamarvi tutti i suoi ricordi e non tardà a ri prendere la parola, — E’ verà! Ora mi sovvengo. Quella mattinata di, novembre, al piano terreno della locanda di Dimitri. lo stavo parlando con sua figlia. Voi vi precipitaste da una scaletta per avventarvi non so bene se su di lei o su di me € non saprei per. quale affronto... — Ah, non saprei? Bravo il signor barone. Hai buona memoria, Bravo. Scusa sai se ti tratto col tu, ma qui sono scomparse le baronic, le ville di Odessa e la disparità di grado sociale, per quanto io sia dottore quanta te, anche se non he avuto Ponore di farmi cacciare come medico dalla corte dello Zar. -— E perchè ora infierisci tanto su di me? Dal momento che siamo due svemturati.., Di c, con il tuo blasone, con la complicità di quel Dimitri, ignobile figura di mezzano. Perchè tu sei stato la mia rovina. #0! Paul'aveva midoff.. pronto a scaraventarlo ‘sulla ‘ James Kirkiwood “ No, no, non dir così, Non è vero. lo non avrei bisogno di giustificarmi verso nessuno ma non posso tollerare queste tue calunnie, Perchè tu stai soltanto calunniandomi. Ho sposato Vera perchè l’amavo, come l’amo ora, così lontano da lei. Ma ti giuro su quanto mi è più caro, che io ho sempre ignorata la tra gedia del tuo cuore, «+ da colenna di Serio Demidoff aveva compiuto un viaggio abbastanza favorevole ... — Bugiardo, Impostore. Non' può essere che Vera non ti abbia parlato di me. Non fosse che per giustificarsi ai suoi occhi stessi... per dirti il peggior ‘male possibile di me. Tu mentisci. Colpito in .pieno viso, da quella frase: insultante, Sergio ebbe,la forza di ap‘ guantare per il bavero il compagno di galera: Paul Paulwof, Egli disse solenne: “—.Che mia moglie possa morire in questo istante, che il mio bimbo la debba seguire dopo un'ora, se io ho mentito. ‘e ti mentisco. *. ià afferrato ai polsi Sergio neve. Ma l'accento di Sergio era così sincero che Paul allentà la stretta. — Un bimbo? Tu e Vera avete un figlio? Poi tacquero entrambi, Finalmente 12 Pau] ruppe quel silenzio così doloroso ed opprimente, e, senza guardare in faccia Sergio, morinorò come se parlasse a sè stesso: — Ora ti credo, E' una gioia feroce questa di doverti credere. È mi rassegnerò anche a questa tortura... qui ci si deve rassegnare sempre, -—Non io — lo interruppe con impéto appassionato Sergio, — non io, che mi sento straziare al pensiero di Vera rimasta sola con un figlio di pochi mesi. Dopo un po’ riprese con calma: — Sono stato condannato a venti anni per un delitto che non ho commesso. E tu? — A due anni per debiti. Soltanto Vera avrebbe potuto ricondurmi sulla via del pentimento e del bene, — Dimentica. Provati a dimenticare, La tua libertà è imminente; anzi... poichè tu.ora mi guardi con occhi diversi, con le pupille più dolci e le labbra della tua bocca non tremano più per l’intimo livore, ora vorrei dirti un’altra cosa. Can l'alba di domani io riprenderò la mia strada nell'interno. Sempre più in là, sempre più lontano. Invece tu seguirai la strada opposta, quella che riconduce alla vita. Ebbe . ne, ascolta la. mia preghiera. Può essere quella di un moribondo. Come vuoi che io sopporti venti anni di Siberia? Tornando a Mosca, spingiti fino a Odessa. Cerca di lei. Cerca di loro, e se puoi assistili entrambi. E’ tanto piccolo il mio fi gliuolo, ed è tanto bello. I singhiozzi gli velarono la voce, mentre un nuovb silenzio incombeva su loro. Finalmente Paul risollevò il capo. Ma i suoi occhi erano di nuovo lampeggianti, Sergio invece stringendosi la gola nel pal ‘modella mano destra lo fissava supplice. Aspettava da lui una risposta che lo liberasse dal suo incubo. E la risposta non tardò a venire, gelida e tagliente come il nevischio che imperversava. — Forse domani stesso, subito dopo la tua partenza per l'interno, io riprenderò la via della mia liberazione. Ho scontata la mi pena e ritornerò a Mosca. E mi spingerò fino ad Odessa e vedrò la. baronessa Vera Demidoff tua moglie. Ma non vedrò certo il tuo rampollo. Io ho bisogno di tutta la mia calma per dire a Vera quello che non le dissi la mattina del vostro incontro nella locanda di Dimitri, per dirle non più il mio amore, ma il mio odio, Per dirle... Sergio lo fissava con crescenta emo zione, tremante per tutta la persona, senza ‘osare di trattenerlo o soffocare la sua parola. Per ‘cui. Paul completò la sua ultima. frase, Ma il tono della sua voce si era fatto improvvisamente diverso. La saliva dai più riposti meandri del suo suore ‘ancora tutto: gonfio di generosità. :++“Non le dirò... nulla. Anzi non la rcherò neppure. Io da due anni sono morto. per lei. Lei è morta per me questa seta stessa mentre tu parlavi. E, senza dar tempo a Sergio di insor gere o di supplicarlo, Paul ‘si alzò di «scatto, si calcò il berretto di. pelo ‘sulla nuca e sparì nei turbini di neve che mulinavano festanti e candidi. ©... ;+ Sergio Demidoff “rimase invece inchio sua era una. vote nuova, una voce che. | dato-al suolo senza neppure avvertire che ‘piangevano. 00 ALI a < (Continua). A. M. Tournour