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unque ho finito, e spero per sempre
di fare il pessimista, per riprendere
il discorso delle cose liete. E, come vi uvevo promessa, comincerò col parlarvi delle case dove vivono gli artisti del cinematografo. Sono sparse un poco dappertutto, ma molte di esse si raggruppano per le dolci pendici di Beverly Hill, dove ebbero le loro anche due grandi attori purtroppo morti: Rodolfo Valentino
e Lon Chaney.
Le fotografie che. spedisco rappresentano due di queste case e qualche interna. Non dovete, voi che in Italia siete abituati aiì fasti o alle grazie o alle fantasie dell'architettura, stupirvi della semplicità serena che spira dall'esterno persino troppo nudo di queste costruzioni. Bisogna riporlarsi col pensiero a-tre elementi; il sole, la storia della California e il senso della « home », speciale nei popoli anglosassoni. ;
L'urchitettura di questi villini, vedete quello di Bickford, ricorda i tempi della dominazione messicana, ed è pervasa di spirito spagnuolo. È una architettura semplice e quieta, bene adatta alle luminose giornate di questa terra benedetta da Dio.
L'esterno è gentile e pittoresco, mai ricercato; l'interno, invece, pure altraverso tulta la sua semplicità, ricorda il senso intimo del focolare che i nordici hanno sviluppato nei loro freddi e brumosi climi d'origine. .
Se. tutto, all'esterno, fa presagire questo senso di comodità, nell'interno si rimane davvero meruvigliati.
Reginald Denny, per esempio, ha costruito il suo salone di ricevimento secondo il pittoresco stile dei primi piamieri e dvi cacciatori di pellicce. Ricorda le così dette « log cabins» o casette-cabine.: costruite in tronchi d'albero. Ma i tappeti ricchissimi, le. sontuose pellicce stese a terra, una mezza dozzina ili pelli rarissime di volpi sul tavolo, una. ricca armeria dotata dei mezzi più moderni che possa sognare il. più moderno cacciatore; poltrone, divani, poltrone a dondolo, un termosifone che fa il caldo d'inverno & diffonde il fresco d'estate, vendono questa rustica sala uno deglîi ambienti. più confortabili che si possano pensare.
Stando così, le cose, queste villette costano delle somme folli, mezzo milione di: lire, un milione, due inilioni e più. Il gran casto, più che dalla costruzione, è dato dal valore del terreno e dalle comodità che yÌ'sì trovano installate. La costruziorig, in: sé, non potrebbe costare tanto, Ché le case americane, e anche queste, sempre quarido sì tratta di villetie, Sono costruite in legno e rivestite con stucco dei più vaghi colori.
Joan Crawford, quando andò sposa a Douglas Fairbanks junior, volle avere la” «sua » casa, disposta secondo il « suo » gusto. Le è costata più di due milioni di lire, i
È circondata da un giardinetto dove hanno trovato posto i fiori più rari; da questo, per una porta di bronzo fuso con maestria, si entra in un vestibolo tulto rivestito di vecchia quercia affumicata, nel quale si comincia a sentire quel tepido senso di benessere, di inlimità, che solo può dare la vera « home ». In una parete si apre un elegante caminetto a campletare quel senso di benes
«= sere call'allegra scoppiettio della fiamma
ché anche qui, nella calda California, non mancano le giornate brumose o ventose.
La stanza da pranzo è quanto di più elegante e semplice si possa immaginare. La cucina e la dispensa, poi, sono dei veri prodigi. In esse si muove, sovrana assoluta, Betty, una cuoca negra che... levati! V'è una ghiacciaia capace d'ospitare tre quarti di bove; ogni macchina si possa desiderure, per ogni uso, per pelare le putute e per schiacciarle, per macinare il caffè, per pelare la frutta, per lavare i piatti, per sbattere le uova, e chi più ne ha più ne metta, è tutto mosso dalla elettricità.
Ad'questo piuno terreno vi è anche la ,sala. da ricevimento, AI piano superiore vi sono le stanze da letto dei due coniugi, ciascuna col suo bugno, un « bou
Fi
Il salotto della casu di Reginald Denny, pure della M. G. M.
assistervi in costume adatto alla strada scelta,
Dalla saletta di ricevimento di Anna May Wong, si discende invece, da una veranda coperta di glicini, e per tre scalini di marmo rosa, all'orlo di una bella piscina in eni nuotano, altorno ad una stele di giadu, miriadi di minuscoli leggiadri. pesci rossi e dove galleggiano i fiori di loto sacri nella terra degli antenati della diva. i
Dolce è il vespero, a primavera, sulla veranda di Anna, e dolce sentire la sua
fragile voce offrire, con delicato accento esotico, il tè cui sono mescolati petali di gelsomini di quelli che furono i gelsomini dei giardini dell'imperatore.
Ah, Hollvwood, Hollywood, immota terra di dove tu vedi tutto il mondo! Hollywood, Hollywood, per un'ora di tue dolcezze ti si perdonano tutti i tuoi delitti, tutte le vile spezzate, tutti i sogni di gloria infranti! Hollywood, Hollywood, desiderio, paradiso di tanti che non ti hauno mai visto...
Quello di Hollywood