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«Nerone del
Cinema Mlustrazione la Cines al Cor
A Milano so. Pubblicodel
le grandi occasioni. Aspettativa enorme, dapo il primo successo della Casa romana ottenuto in tutta Italia con la Canzone dell'umore. E, anche questa volta, esito lieto. Risate a pieno teatro hanno accolto le più gustose doutades del comico originalissimo.
Dal momento che gl'ideatori del film non s'erano proposti che di fissare in un fonofilm una serata di spettacolo di Petrolini, lo scopa può dirsi raggiunto. Abbiamo riudito, infatti, il carissimo attore in « Fortunello », in « Gastone », in una canzonetta, cioè in tre caratteristiche interpretazioni del suo più noto repertorio e, infine, nella insuperabile parodia dalla quale lo spettacolo ha preso il titolo. Ce n'è, insomma, per tutti i gusti e, a spettacolo terminato, non si può dire, in coscienza, di aver impiegato male la serata. Ma, ripeto, era ancora Petrolini, soltanto Petrolini, niente altro che Petrolini. La cinematografia dovrà ancora aspettare la promessa interpretazione cinematografica del divo, che forse non verrà mai, Ed è un vero. peccato.
In questo film è un errore iniziale: l'aver voluto lasciare questo eccezionale protagonista sul suo palcoscenico.. Bisognava, invece, portarlo nella vita. Ma come? Si è sempre detto che il cinema ha, sul teatro, il vantaggio del più vasto scenario, la possibilità di
i evadere dalla angoscioso unità di luogo e di tempo
Lia in cui l'azione teatrale è costretta, e, poi, nel doversi
LE servire. per un'opera. cinematografica di un grande attore di teatro, gli si fabbrica a bellaposta un palcoscenico anche più angusto dei soliti e lo si immobilizza in due metri quadrati di spazio, rendendogli difficile se non impossibile qualsiasi movimento? Così facendo, non si è fabbricato un film, ma si è commesso quell'imperdonabile falso che. è il teatro fotografato.
Per conto mio, continuo, tuttavia, a credere in Petrolini attore di cinematografo. V'è qualcuno che dice: ma se il suo grande successo deriva dalle sue virtù di improvvisatore, di soggettista, come volete imprigionarlo dinanzi a un ordigno meccanico, ‘preciso, qual'è il microfono? A me pare invece che quel tanto di definitivo, di costruito, di studiato che forma la base di ogni sua creazione, sia più che sufficiente a dar ottimi risultati nel fonofilm. Dovendo. valermi di Petrolini per un film, scriverei, oppure farei scrivere, uno scenario grottesco, caricaturale quanto volete, ma con un fatto, con una serie di episodi in cui Parte sua potesse trovar efficaci pretesti. E, anzitutto, studierei, con lui, il tipo da rappresentare, magari prendendo lo spunto da una qualche sua felice macchietta. Questo, d'altra parte, si poteva farlo anche tol Nerone. Baatava allargarne i confini, crearvi una grossa carica» tura della Roma imperiale (è vero che c'è chi s'è offeso anche di questa, lamentando che Petrolini abbia leggermente messo in burla l’anticristo!).. Qualche cosa, insomma, per intenderci, che ricordasse l'Androclo e il leone di Shaw,
risultato il film è destinato a rimanere nei confini nazionali a uso e consumo del pubblico italiano che avrà modo di vedere il suo idolo prodursi a getto continuo. Tecnicamente Nerone non ha raggiunto Ja perfezione della Canzone dell'amore, ma è tuttavia un'opera dhe fa onore all'oganizzazione della Cines.
Un'altra bella dimostrazione della efficienza tecnica raggiunta dall'industria tedesca, sì è stata offerta con n Amor mio! » della « Aafa ».di Berlino, proiettata all'Odeon. Nitidezza di fotografia, begli effetti di luci e di ombre, ricerca di inquadrature, taglio delle sequenze ed'euritmia di montaggio: ecco le virtù di questo film, messo in scena da R. Walther-Feir. Anche la decora
. zione è sobriamente elegante e l’interpretazione degli
primissimo ordine. . hi ‘Con eccessivo ritardo è giunto tra ‘noi un'film russo « Il paese del peccato » (Sowkino) presentatoci a ; talia. Per. quanto ormai vecchio e inspirato, | tutta la produzione russa attuale; a ‘scopi pro distici, e superato tecnicamente, esso è valso: | varsi con quanta serietà di intendimenti ‘ci si di lassù, alla settima arte. Bisogna, ripetiarno, sup la pregiudiziale dello scenario, di un verismo; ‘di w erudezza non di rado spiacevoli per noi, per po constatare, com'è giusto; che’ la ‘maestria del x anche nel cinematografo, ha raggiunto un livello sochè ‘sconosciuto all'americana. V'è, in questo fil
; |
La Cines ha perso questa bella occasione. Così com'è .
attori più che lodevole. Vanno ricordati Mady Chri-. stians, formosetta ma piecente ed efficace, Walter: Jankuhn e Hans Stuwe, i quali formano un terzetto di
LE PRIME
una tale comprensione di quel che il cinema sia e debba essere, un così squisito senso del pittoresco, che non possiamo non additarlo all'attenzione dei nostri produttori.
AI Reale, dopo il breve respiro del « He del jazz », si è tornati alla produzione muta. Ogni film è suddiviso, secondo l'antico insopportabile sistema, in cinque o sei brevissimi atti e lo accompagna il solito commento di una svogliata orchestra, Su questa promiscuità ci sarebbe molto da dire. Lo spazio questa volta non ce lo consente.
Comunque, abbiamo visto, al Reale, «Sparviero qzzurro» con Dolly Davis e Harry Liedtke e «L'inferno delle fanciulle », messo in scena da Mark Sandrich e interpretato da Shirley Masson, entrambe della «Columbia» e di cui non è proprio il caso di parlare, trettandosi di produzione di terz'ordine.
All'Excelsior si è proiettato in questi giorni l'ultimo «muto » di Marlene Dietrich, che chiamano la Greta Garbo della cinematografia tedesca. La rivedremo tra poco in un grande film dell’Ufa: « L'angelo azzurro », dove la udremo anche cantare con bella voce di soprano. Diciamo bella, perchè abbiamo già ammirato i suoi dischi. Dividono, con la Dietrich, le responsabilità di questa interpretazione, uno dei più efficaci attori della scena tedesca: Fritz Kortener e Oscar Lima. La trama di « Enigma » è quanto di più vieto si possa immaginare, ma i due attori non sono da dimenticare.
" Enrico Roma
“Ed allora egli, affacciatosi alla balconata, inviò al
‘. to, lavoro di Petrolini: esso è stato sapientemente e “tot ‘arte incastrato nel film, inscenandolo . in una
‘del film’« La Spedizione Byrd al Polo Sud» che ha
‘ tato.il.saluto di tutti gli esploratori italiani. La visione *quenza sì sono avute acclamazioni vive, entusiastiche.
1 SAI Modernissimo: « La guardia nera ». È un superfilm sonoro.
‘tesa è molto viva. è
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AI SupercineA ma la Cines-PitRoma taluga ha riunito quanto di più elegante, di più fine e di più aristocratico esiste nel mondo artistico ed intellettuale della Capitale, dando a questa privata rappresentazione del « Nerone » di Petrolini, un vernissage veramente brillantissimo, facendo assuzgere la cinematografia all'importanza delle altre arti consorelle, per le quali le prove generali e le serate inaugurali delle stagioni costituiscono il clou più ricercato.
Il programma si è svolto tra la più viva ammirazione del pubblico, Si è iniziato con un'attualità sonora perfetta: il discorso del Duce in Campidoglio per solennizzare il XII Annuale della vittoria. E° seguito un film sonoro-cantato « Donne alla fonte », creazione coreografica di Casimira Zalewska con Grazia Del Rio è il Balletto Schumann diretto da Mario Almirante. ; l
Quindi la « Rivista Cines N. 2» che ci fa assistere ai più salienti avvenimenti contemporanei di vita’ italiana e straniera, coordinati da Carlo Campogalliani,
Si è iniziato poi il film sonoro, cantato e parlato Nerone, parodia musicale ideata ed interpretata da Ettore Petrolini che con molta arte ed esattezza tecnica è stato inscenato da Alessandro Blasetti.
Si potrebbe dire che il pubblico capì di aver assistito ad una rappresentazione cinematografica solo quando riapparve la luce nella sala, tanto l'illusione di aver Petrolini vivo e reale sul palcoscenico era stata raggiunta, E Petrolini era effettivamente vivo e reale, ma fra il pubblico di galleria che lo applaudì.
pubblico un saluto pieno di verve e di grazia. Disse che ancora la perfezione non si era raggiunta, ma che. con. l'aiuto e la collaborazione del buon Blasetti e -. sotto l'egida dell’ottima Pittaluga la cinematografia italiana avrebbe fatto ancora grandi passi.
Questo secondo film cantato e parlato della Cines non: è soltanto la riproduzione cinematografica del no
cornice di interpretazioni brillanti e caratteristiche del grande attore, di visioni suggestive romane, rendendolo più piccante con una piccola avventura d’amore che pervade tutto il film sino alla fine e della quale è interprete graziosa e squisita Grazia del Rio.
All’Istituto Int. di Cinematografia Educativa. Più che una prima, direi che è una primizia la proiezione
avuto Tuogo privatamente nella sala dell'Istituto a Villa Torlonia, dinanzi ad un folto gruppo di autorità e di numerose personalità del. mondo scientifico, artistico e letterario. Sull’importanza di questa meravigliosa pellicola, edita dalla « Paramount », ha parlato. brevemente il Direttore dell'Istituto seguito dal presidente della Reale Società Geografica che ha por
supetba (vedi pag. 10) ha saputo per oltre un'ora intensamente prendere gli animi degli spettatori; cor fre
La serata è stata un vero trionfo della Cinematografia ‘e per essa della « Paramount».
tato (e in America anche parlato) della ox.» ‘interpretato da Myrna Lois e Victor Laglen. trama di questa pellicola è strana e inverosimile, plesso. però l’interpretazione degli artisti è buotha Loy è molto graziosa e intertasa assai il lo maschile, per la sua magnifica occhioni pieni di fascino e di lanLaglen e Roy d’Arey hanno rapente la. parte loro affidata.
‘La compagnia d'assalto » della « MeYér » con Marion Davies e Lawrence & ‘un quadro luminoso di vita guerriera al tante ‘delle danze e dei canti della gioventù. sto film Marion Davies ha messo tutta l'arte i un'anima profondamente umana rivelando ialità di danzatrice impareggiabile é di cantante di dolcezza e di grazia,
orso Citiema, la elegante sala Piacentiniana, ha ggiato Carnera nei suoi Malches d'America. «Capranica ». Lon Chaney continua ad’ entuè il pubbligo ‘con Il ferroviere che cederà il posto tra. qualche giorno ad Atlantic, Ja magnifica pellicola presentata dall'A.L.F.A. e per la quale l’at