We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.
Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.
con lo sguardo fisso nel vuoto che
“a were li Paul era così calma © tÈ denare, ii tana di quella vece così Dr pel e agri che Vera non seppe alfa. ciare altra chlibio ef abbasso dl capo sotto Una Buava DEmMpesa, che però, nor trarba. mava brutalesente né la stordiva doloro samentemente, ma scersleva su lei come tina carezza tepala come l'ambiente che le napatava ancora in solitudine. Paul la guardava con profonda mestizia e con su: blame generosità. La guardava e la rive. deva dur anni addietro, bimba ignara delle lotte della vita, della brutalità del destina, degli agguati degli uomini. La rivedeva in tutta la sua splendida inno cenza nella fumesa taverna di papà EM mitri, quando era soltanto un boccialo di rosa prossimo ad aprirsi, ma il di cui profumo era serbato a lui solo, Ed allora una consolazione senza pari gli molcera la spirito cd il cuore per quello che aveva fatto e ringraziava i cielo di averlo già couì largamente preiniato. consentendogli dopo tanto tempo di rivedere la fanciulia ado ratissuma, «h averla accanto a sé, di sentirne quasi il respiro, mentre era così lontano da quella Apa di possibilità.
È mentre la guardava e tutta la beveva con gli occhi, Vera taceva
aspirava ii suo pensiero, la sua ani ma. Poi senza voltarsi, e quast parlando a quel vuota che le pareva sfumato di azzurro esclamò:
« Paul, io non meritavo da voi un si mile sacrificio e neppure possa rimanere qui accanto a voi... Debbiamo trovare inseme, un pretesto perché lo para ripartire subito ».
Quella frase, ancorchè pronunziata con tanta dolcezza, chbe l'effetto di un colpo il'artigho nel petto di Paul. Ma egli si daminò tesi» soggiungendo con un tono di inimitabile sincerità; « Impossibile, Ve
‘fa: per tutto l'inverno non c'è alcun mer
zo di trasporto in grado di [unzionare ».
E siccome Vera taceva quasi non aver se percepito l'importanza di quell’annunzio, Paul si alzò, percorse in lungo ein largo la vasta camera silenziosa e ben riscaklata, e poi, fermandosi di fronte alla creatura desolata, ma già rassegnata, sg giunse, senza imperiosità, ma con ina vi.
* brazione speciale nella voce: « Bisognerà
che vi rassegnate. E per rassegnarvi, sarà necessario che, vi fingiate mia. méglie » Loro 4 i s'incontra» rotdi ec chibero da ambo le ‘parti un lampeggio. Anche Vera si alzò. Percorse per breve rratto la camera della sua nuova tortura, poi. sì volti verso Paul e con im peto deco esclamò: « Val orione Pond È puri i
ritorseri all'aiuto
del radi da, i E fece la € mosna di una” ilecisione. che A duo
luta. Prontamente Paul le
sharrò il passo: « Avver tire il Governatore? Ma sarebbe pazzia, Vera! Sarebbe la vostra, la mia e la rovina di Sergio. Ve lo immaginate? Vostro mari t ha vent'anni di galera da scontare... di questa pe lera...
Vera gli troneò la parola sulle labbra, con un. gesto che pareva quello di un essere smarrito che paventi
| Pavvicinarsi LI
ki 4
“CUORI IN ESILIO»
Ronmanze-klm vissuto sullo scherma da Dolores Costello, Grant Withers,
Ja mes Kirkwood
« La voce di Paol era così calma e snadente che Vara,.,
grave catastrofe. Si avvoltolò tutta nella sua pelliccia, quasi un brivido di freddo l'avesse colta di sorpresa in quell’ambiente casì calmo e tepido. Non osava guardare Paul, che pure non dava segni di turba. mento, tanto+diritto si sentiva. nella sua nuota missione di sposa senza amore, di marito senza ‘haci, Finalmente Vera af fotrdò il bel-viso nel largo bavero della pelliccia quasi volesse rientrare tutta in se stess e dopo una pausa, che pareva
icterminabile, balbettò impaziente: « Vi SEguO MU.
Era l'asilo di Paul costituito da due piccole stanze, col soffitto a travi, così bas: so che lo si poteva toccare alzando wna mano, ma abbastanza chiaro, abbastanza riscaldato, abbastanza ospitale. Entrarono in quell’asilo del condannato che scontava la pena di un altro. Paul entrò il primo e fece cenno a Vera di avanzare senza
14
tunore, senza sospetti. Poi rinchiuse la porta, ricacciando al di fuori il nevischiv che si era affacciato sulla soglia come avesse voluto spiarli.
Vera rimase in piedi, senza guardare intorno a sé, decisa di seguire il suo de stino, qualunque esso fosse stato, così inani le parevano i suoi sforzi per combatterlo.
Paul andò verso un'altra porticina che divideva i due ambienti, la spalancò e finalmente con voce chiara, ma velata da un leggero tremolio di emozione incontenibile, annunziò all'ospite: « Ecco la mia casa... Voi dormirete in questa camera, che è la migliore. Ia mi aggiusterò un giaciglio nella stanza accanto. La vostra camera sì chiude dall'interno, Sarete quasi sempre sola perché io lavoro alle saline. Non voglio neanche che siate per me quello che è una moglie nel disbrigo delle faccende di casa, Ve ne starete qui, silenziosa e sicura. Ho imparato ad accomodarmi la came. ra, a fare il pranzo... ci s'impicga tanto poco e non c'è molta varietà di vivande. Io accenderò il fuoco, io vi guarderò. Io non vi dirò mai nulla che possa farvi anche leggermente corrugare la fronte. Soltanto vi rivolgo una preghiera. Non parlatemi mai del vostro passato, non fatemi più il suo nome. Sarò il vostro amico più devoto e più fedele: eccovi la #ostra camera, Vera... »
Parole di lealtà, sguardi sinceri, atteggiamento di reale devozione..... tutto questo Vera notò e comprese. Non disse parola, non sollevò gli occhi da terra, ma quel silenzio era tanto eloquente lo stesso, e finalmente si mosse con una lensezza rassegiale € garbata insieme, e varcò
La porta sì rinchiuse Paul
Sergio Demidoff, in quell'ora precisa, batteva lietamente la via del ritorno alla libertà.
VII, LE SALINE DI TOMSK. Inverno più rigido, brutale, penoso non
sì era da anni abbattuto in quella regione già squallida e che poteva definirsi
l’inferno bianco. (Continua) A. M. Tournour