Cinema Illustrazione (Mar 1931)

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N film sonoro è il film parlato mi ricordano una belle commedia di Anatole Franco nella quale sono argitamente descritti i dispiaceri di un uomo che sposò una donna muta, Costui soffrì lungamente della necessità di dover limitare ogni scambio di idec con la consorte e si raputò fortunato il giorno in cui un cerusico gli anuunziò che con una piccola operazione era possibile darle la parola. Scienza e magla collaborarono così bene che il miracolo riuscì: la donna parlò. E vi dirò in ultimo quel che accadde. wp Gli esempi di sonorità che abbiamo avuti sinora nel films si possono contare: urli di folle, picchi alle porte, sibili di vento, gcricchiolii di scarpe sulla ghiaia, rombi di motori e canzonette, canzonette, canzonette, Le canzonette spesso erano graziosa, mu non c'è chi non le abbia meglio gustate sui dischi del grammofono, ossia senza ‘la vi sione contemporanea della fotografia — € sia pure fotografia animata — del cantante. Perché tra la fredda immagine che si agita sullo schermo, e la canzone, ognuno avverto Il distacco: esisto’ Îl sincronismo, ma non la fusione; e non si tiesce a dimen» ticare un istante il mezzo meccanico, quando non lo ricordino il crepitio e la raucedine dell'apparecchio. i Devo confessarlo, jo rimpiango vivamente il film muto, Î un fatto; quando la vicenda, sullo schermo, sì svolgeva in silenzio, l'illusione era perfetta, Lo spettatore, vinto dalla suggestione dell'immagine, aggiungeva di suo le parole dove mancavano. ‘Tanto vero che sl riducevano al minimo le didascalie. Sibilla, la mia amica. intellettuale, dice: . — Alora riconosci che era una lacuna. Ora abbiamo ancho le parole, dunque... — Forse non mì sono bene spiegato —dico con cavalleria, —Ho detto che lo apettatore aggiungeva le parole di « suo ». La cosa varia secondo il tipo di spettatore. Immagino che sullo schermo Ramon Novarro stin dimostrando una viva tenerezza a Dorothy Jordan. Lei è piuttosto schiva 6 il giovane deve vincerla con ardenti pa» role, Egli ha dalla sua lo scenario, un pit toresco ‘angolo verde sereziato di luna; ma tranne qualche breve didascalia, deve ren dere il fuoco del suo discorso con la sola mimica. I: qui che lo spettatore, suggestionato dall'immagine, aggiunge di. suo le pa role, Ma esso, come ti dicevo, variano da spettatore a spettatore. Ognuno, nella sala, è certo che Ramon stia dicendo coso #ublimi; ma anche fl sublime è relativo. — Non capisco —dice Sibilla. Il pubblico «dico —è formato dal signore romantico e dal signore zoliano, dalla vocchia zitella acida e prida e dalla biondina che ha molto amato e molto s0fferto, dal barbiere mandolinista e dal poeta crepuscolare: e ognuno pensa che Ramon Novarro stia dicendo le parole che lui stes so direbbe al suo posto, è che soltanto quel. le: parole. possano trovare, Come trovano, fe vie del cuore di Dorothy Jordan, Non è necessario che fo ti dica la differenza che corre fra ciò cho fa dire a Ramon Novarro {l barbiere. mandolinista e ciò che gl fa dire fl signore zoliano. Ma quel che certo è che quel silenzio ognuno lo anima a modo suo, con eguale soddisfazione: di qui luni. versalità dell'arte muta, 2 E che dosa tl fa supporre — dice Si billa — che il dialogo, nel film parlato, non debba avvincere tatti indistintamente gli spettatori? — L'esperienza — dico -— e mi riferisco al teatro, che pure è servito da bei talenti. Al teatro, lo apettatore che ama. il discorso ornato sorride di commiaerazione ascoltan= do buttate nude e scabre; uno vuole che il dialogo dica. tutto, l'altro pretende ché si limiti ad accennare: dieci spettatori sincecamente d'accordo formano una curiosa ec cozione, Ma per tornare al cinematografo, . ti dirò che se pento alla bassa percentuale di films buoni che-sì produce, ho una gran paura che Ramon Novarro, quando la sce» na che ti ho descritto faccia parte di un. film parlato, si esprima con Dorothy Jordan in questi termini: « Mira, 0 cara, la fan» tasmagoria lunare che ci circonda, è dimmi. se in una notte come questa potrei mentire giurandeti che ti amo alla iollial» -— Ebbene — dice Sibilla — non è caia wi ft atrario, in certe coso, questo film s0noro. Il protagonista ‘fischia un. motivetto e, l'inscenatore pensa che ti farà piacere sentirlo; scoppia una: battaglia, cinnoni dari tuonano e proiettili piovono da tutte le par ti, e non senti nulla di nulla. Si tratta di cannoni e di proiettili molto signorili, molto educati, che si guardano bene dall'alzare la voce in pubblico. Osserva quel cannone in primo piano, che è come dire a dieci metri da te: chi sa che sforzo gli costa ridurre il rumore di ogni scoppio al brontolio che senti ;bollire nell'apparecchio; eppure non lo dimostra, Quell'arma piena di stile ha rovinato dalle fondamenta un intero paese; che vedi fumare laggiù, senza lasciarsi sfuggire alcuna detonazione men che cor retta. ws Chi cercava la naturalezza nei films, qualcosa che assomigliasse un po’ alla realtà, si divertiva, al cinematografo, sì e no una volta all'anno, Sembrava che non fosse possibile far nulla di buono senza sfondo e personaggi d'eccezione: e l’inscenatore ti gacciava gli attori in India, in Australia, nel deserto africano, in Siberia, dovunque un po' di palme, di pagode, di capanne di stuoia, di ghiacci, gli dessero modo di girare centinaia di metri di pellicola di esterni maledettamente oleografici, poiché sentivi subito ch'erano India e Siberia fatti in casa, a‘Tollywood, Il « soggettista » andava dietro, disposto a tutto, Ora, col film sonoro, si stia a casa 0 si vada fuori, la preoccupazione dell’inscenatore è un'al tra: dar modo agli attori di cantare. Egli dice al « soggettista n: fate succedere quel. lo che volete, purché Lupe Velez canti sei volte nel primo atto, otto nel secondo, € quanto è più possibile nel terzo. Così la figlia del governatore delle Filippine, Dolores, quando, nelle prime scene, deve attirare l'attenzione del bruno pirata Ramon, come volete che faccia? Impugna la chitarra e gli canta una canzonetta, sivigliana, Bene, il motivo non è brutto e voi l’ascoltate volentieri. Ma un bruno pirata, almeno nei giorni festivi, quando la nave all’ancora dondola nelle acque di un porto sicuro, non se ne sta con le mani in mano, sa anche lui — sangue di una gomenal — che cos'è una chitarra, Perciò eccovi Gary Cooper che alla canzone risponde con una canzone. Ascoltate anche questa, ma l’arrivo del governatore che interrompe ulti ma strofa, non vi dispiace. Quel cavallo che fugge porta il pirata è la figlia del governatore; quella nave che fila a vele spiegate ha imbarcati tutti e tre. Qualcosa vi dice che ha imbarcato anche la chitarra, e non vi ingannate, D'altronde essa era indispensabile, Tutta la vita di bordo è legata alla chitarra. C'è bonaccia, e la nave è ferma, le vale pendono immobili, gli uomini ‘giacciono in una sonnolenza torpida? Lupe Velez prende la chitarra e canta. C'è un ammutinamento e la ciurma impazzita tempesta sul ponte e ìn cambusa? Lupe Velez prende la chitarra e canta. Voi sentite or. mai che nulla potrà far tacere questa chi n — a tarra, Senza. speranza assistete allo scoppio di un terribile uragano: esso porta via il timone, l'albero maestro e la metà dell'equipaggio, ma rispetta la chitarra. Vi sentite male, soffrite ciò che si potrebbe chiamare l'incubo della chitarra; in uno stato di apatia angosciosa assistete alla visita che Lupe Velez fa nei sotterranei del castello a Gary Cooper, prigioniero del Governatore. Ella porta con sè la chitarra e gli canta una nènia in seguito alla quale abbandonate la sala, andate a casa e vi mettete a leggere con sadica gioia, in un vecchio volume di storia, le atrocità commesse dai rivoluzionari delle Filippine. ° CL ' Nella commedia di Anatole France, dunque, .la donna muta acquistò miracolosamente la parola. E come l'ebbe acquistata, parlò e non cessò di parlare. Parlò per due, per quattro, per tlitta una generazione di donne. La quantità va a scapito della qualità: e ciò che ella disse non brillava né per spirito, nè per profondità di pensiero. Lo sposo, assolutamente abbrutito, richiamò il medico che aveva operato il prodigio e lo pregò di ritogliere alla donna il dono della parola. Ma scienza e magia non arri varono a tanto e il poveruomo si accon* ciò a un compromesso; poiché non era pos sibile far tacere la maglie, proferì ‘farsi toglier lui l'udito, E ora capite perché il film sonoro @ il film parlato mi ricordano così spesso que» sta bella commedia. Giuseppe Marotta