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« LO ZEPPELIN PERDUTO » (0de0x) » Realizzazione: Glenou = Interprelaz.: Riccardo Cortez, Virginia Valli, Coouway Tearle, £ evidente lo scopo di questo film: sfruttare, sia pure
col dovuto riguardo, la tragica avventura polare d'un no
stro dirigibile, in cui trovarono la morte alcuni compagni del comandante sfortunato, Nessun dubbio è possibile, ché
i richiami al fatto storico sono infiniti, così come i riferi.
menti ai particolari dell'indimenticabile cronaca. Ecco qui
le pagine salienti: partenza per la zona inesplorata, tra la.
trepidazione di tutti; naufragio del dirigibile sulla banchisa; guasto della radio e, in conseguenza, totale isolamento dei naufraghi; ansia del Paese, privo di notizie; decisione di un gruppo, di partire, a piedi, alla ricerca di soccorsi; congelamento degli arti inferiori dei rimasti in attesa sotto la tenda: (tenda rossa); primo salvataggio compiuto da un velivolo, con relativa discussione su chi debba approfittarno per primo; incidente al velivolo nel secondo viaggio, Non mutano che le conclusioni; ché, nel film (a quanto sembra), tutti possono tornare alla base, sani è salvi, Per ché gli spettatori capiscano, c'è perfino una cagnetta, a bordo con l'aquipaggio.
Beninteso non siamo più ai tempi di Verne, né il cinematografo ha tra i suoi autori, geniali anticipatori alla Wells (quante cose si potrebbero fare, mettendo un pa'
d'ali alla fantasia!) 6 quindi bisogna affidarsi alla cronaca
dei fatti accaduti realmente, camuffandoli un poco, tanto per non sembrare cronisti ritardatari... Senonché l'artificio non vale dinanzi a taluni fatti, e non v'è abilità di met teur an scàite ché possi, non dico superare, ma raggiun» gere, con le sue sapienti ricostruzioni, l'emozione, susci. tata dal racconto scheletrico degli avvenimenti di cui la sorta ci volle spettatori, Ricopiare pedissequamente la vita è sempre un'impresa ingrata, di scarso rendimento arti. stico; ma costringere lo schermo a far da specchio ad avventure reali, cho impressionarono l'opinione pubblica stenordinariamente, come quella cui Lo Zeppelin perduto s'inspira, è dar prova di scarsa sensibilità e di vista corta. V'è, altre tutto, la difficoltà insormontabile di creare il clima necessario a dar valore comunicativo a episodi simili, realizzando tecnicamente un quadro, veristico al punto da somigliare a un documento preciso. La scenografia può compiere miracoli nell'inedito, nel fantastico, magari nell'assurdo, ma non può mai sostituirsi al vero. È questo un problema fondamentale, che andrebbe studiato con molta serietà. Noi possiamo accettare la cartapesta evidente, qualora essa serva a semplici suggerimenti ambientali, e in tal caso è preferibile la stilizzazione d'un paesaggio, sintetico al massimo; scenografia, insomma, senza equivoci possibili. Ma so l'argomento richiede uno scenario naturale, perché il paesaggio dev'essere parte integrante dell'azione, allora bisogna uscire dall’atelier e chiedere alla natura quello che nessun pittore potrà mani darci.
Questo lungo discorso per poter dire una buona volta che, nella scelta di un soggetto, si devo tener conto delle possibilità di realizzazione, non facendo affidamento nl» cuno sui puerili artifici degli studi. È passato il tempo delle falsificazioni ‘e dei trucchetti, Il trinnfo di Zaeila è do» vuto anzitutto alla stupenda ambientazione dal vero, alla credibilità della sua vicenda, sebbene in essa si sia pecsato in senso inverso, elevando cioè il paesaggio a protagonista del film. Che si deve dire di questo « Zeppellin n? Sant'Iddio! Che salvo un' paio di elletti abbastanza riusciti, tutto Îl resto non può impressionarci, perché anche un profano nente che tutto è stato ottenuto meccanica. mente, Rimano il dramma, cioè la parte appiccicaticcia, la quale non doveva avere altro scopo ché di riempire me. traggio, per arrivare alla meno peggio alla catastrofe su cai commercialmente i film si basa, Ma il mezzo, qui, di» venta il film e la cornice prende il posto del quadro,
L'argomento è questo, l'Aeronautica americana. ha ideato è organizzato un audace raid con lo scopo di pro vare la resistenza dei motori di un nuovo tipo di Zeppelin, TI Paeso ha seguito con interesse la preparazione della crociera è circonda della più viva simpatia l'equipaggio preséelto, per i gravi rischi cui dovrà esporsi, La vigilia della partenza ha luogo un pranzo in onore del comandante e degli ufficiali, cui partecipano. anche le signore. Quando la serata volge al termine e le danze allietano la sontuosa dimora degli ospiti, il comandante sorprende casualmento ta propria moglie nelle braccia del primo ufficiale di bordo, I due s'amavano segretamente, da tempo, senza osare di tlittelo, Ma l'emozione, il turbamento per l'imminente di. stacco, rendono audace la signora innamorata, le fanno perdere il controllo di sé e laspingono a osare la confessione angosciosa. Montre le labbra dei duo si sfiorano, an fracasso ime provviso li richiama alla realtà, Il marito di lei ha rovesciato inavvertitamente n vaso di porcellana che è andato in frantumi. E ora egli è là, dinanzi a loro, muto, immobile. Li avrà visti baciarsi? Ecco il dubbio tormentono degli amanti.
La festa ha termine. Nell'uscire il comandante prega il giovine ufficiale di prender posto acennto alla signora e, giunti alla porta di casa, di voler entrare un momento, per bere in loro compagnia un wigky, Egli ostenta la più assoluta trariquillità; senon
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ché, ogni sua parola sembra che nasconda un'allusione, un doppio senso. Stanca di quella situazione impossibile, la signora si decide a parlare: (interessante episodio che ci descrive in poche battute la psicologia americana) « Ci hai visto, di’ la verità? » gli chiede. E il brav'uomo non nega. Ha visto. Ma la cosa è troppo seria perché se ne possa discutere così, sotto l'impressione dolorosa. Più tardi, si vedrà. Ma, rimasti soli, ella insiste. Non può accettare l'idea di quel rinvio e non già per timore cialla vendetta che non verrà. (altro lato caratteristico dell'adulterio americano, in cui la donna si confessa sinceramente, per nulla. preoccupata della reazione maschile, rarissima e non mai volgare) ma perché ormai ha fretta di uscire da una situazione spiacevole, per rientrare — divorzio € fidanzamento — nella legalità, E senza ricorrere a sotterfugi inutili, a menzogne che la diminuirebbero — questo sìl — dice chiaro e tondo al marito la verità: — « Sì, io e quel ragazzo ci amiamo, senza via di scampo.
Ci siamo sentiti attratti uno verso l’altra, irresistibilmente, .
Bebe Daniela è atata nominata colonnello onorario dell'esercito americano; eccola sul campo di aviazione di Los Angeles con suo marito Ben Lyon e con l'ufficlale W. Sweely,
contro la nostra volontà, La passione, lungamente combat: tuta, ha trionfato ». ;
E il marito come si comporta dinanzi a tinta sincerità? Non dà in smanie, non impreca, non minaccia, Lppure ama appassionatamente quella donna! Accetta, con dignitosa fierezza, la propria. sorte. E nel prender congedo dalla moglie, l'avverte d'aver, telefonato all'avvocato, perché si metta a disposizione di lei, per quanto le occorra, Poi, da buon combattente, si dispone a compiere il proprio dovero di ufficiale, Ecco dunque un aspetto abbastanza nuovo: dell'amore nel matrimonio, L'autore non pensa neppure a scomodare l'anima, la virtà, l'onore e
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tato al possesso, fine a se stesso, La donna che non ami più, ma desidera un altro, si congeda francamente, perché non sa né fingere né ingannare né rinunziare, Ricomincia la vita, ecco tutto. L'educazione e le leggi impongono all'uomo la rassegnazione dinanzi al fatto compiuto, Il divorzio, in una società così brutalmente sincera, asentimentale, se non esistesse, bisognerebbe inventario. Anche per servire la morale.. Il resto della storia è arbitrario e letterario. A bordo, la disavventura sembra dimenticata. Ma il viaggio si fa drammatico, La radio trasmette a New York notizie preoccupanti. Lo Zeppelin ha due motori inutilizzati, il comandante perde il controllo dell’aeronave, che va alla deriva, sbattuta dai venti, verso il sud, La moglie del comandante riceve i messaggi o di fronte al pericolo che i-due uomini corrono, istintivamente il suo cuore torna al marito, dimentico -deli'altro, E ritrova la pace perduta e si dispone ad accogliere, pentita e riconquistata, l'eroico trionfatore.
Che la vanità abbia il sopravvento sugli altri istinti? Può anche darsi, in. un paese dove ogni reduce da imprese aeree viene accolto come Lyndberg, e tutte le donne gli si getterebbero nelle braccia! ?
«IL RE DELL'OPERETTA » (Reale), Realizz: Thomas Bentley Intepr.: Polly Wand, Tribly Clarke, Stuart Hal Ediz.: Britisch Int. Pic,
So le notizie sono esatte, questa dovrebb'essere una delle ultime sciaguratissime operette-revues che il primo tempo del sonoro, ha visto uscire dagli studios di Hollywood. Lo auguriamo di vero cuore anche agli esercizi, i quali cocciutamente continuano a smaltire lo stok, senza pensare che, danno per danno, tanto varrebbe il tenor chiuse la sale.
Anche qui abbiamo il solito musicista esordiente che, chissà perché, finisce cantante e ballerino in uno dei soliti music-hall «di Broadway, per la protezione di una stella, Deriso e respinto da prima, poi portato sugli scudi, gra. zia a una composizione balorda, che una platea di sordi trova meravigliosa, l'incredibile individuo finisce — nono. stante la sua faccia qualunque + con far innamorare di sé tutte le divo della compagnia. Ma la necessaria grati tudine lo costringe ad accompagnare davanti al pastore la protettrico sentimentale, la quale, se non altro, ha un paio di gambe che meritano la spesa dei fiori d'arancio. :
Lo girls compongono i consueti rabeschi, fotografate però a tale distanza che, spesso, più che -donne, sembrano formiche... °
LE LUCI DELLA CITTA (postilla),
Dopo la visione dell'ultimo. film di Charlie Chaplin ci era rimasto il dubbio che l'edizione italiana fosse in qualche particolare diversa dalla originale. Avevamo letto nei giornali americani che il film si concladeva in ben altro modo, Ne chiedemmo smentita o conferma ai meglio informati e ci fu risposto che « Le luci della città » non avevano subito, al di qua dei confini, mutamenti di sorta,
Tuttavia rimanemmo, come molti. spettatori, perplessi dinanzi a quel finale inconcludente, che giange improvviso e tutto sommato, delude, Insomma, vien fatto «i Ghiedersi, da, beneficata ragazza si commuove alla rivela. zione del pezzente generoso? Si adeolora di averlo deriso e offeso? Potrà amarlo? 1 film non risponde a queste Jegittimo domande, lasciandoci alle prese con un rebus.
Pensammo! forse Chaplin, non potendo ammettere che la hella ragazza, la quale aspetta iL principe azzurro, si tassegni a quell'amore’ spiacevole, per semplice gratitudine, ha preferito tagliar cotto, Probabilmente l'idea di lasciar solo il povero viandante lo ha spaventato, così
come. Shakespeare ha rinunziato alla vera tragedia di
Anhleto, “uccidendolo, per paura della sua solitudine, Ma
‘ora sappiamo la verità, perché a Parigi îl film è stato
proiettato, integralmente. La conclusione è molto più cnraggiosa di quanto non credemmo e fa onore all'artista. La ragazza, pur senza parlare, respinge il benefattore. è questi allora se ne va, com'è suo destino, con quella tragica rosa, nella mano. È facile comprendere come questi
‘ultimi. pochi metri finali, illuminino tutto il film, gli
diano valoro,
Dicono che il taglio, praticato a Parigi, sia stato deciso in considerazione dell'indole più sentimentale del’ nostro pubblico, Come sé ‘occorressero ciceroni per far capire che la conclusione chapliniana. non è affatto antifemminista, Avrebbe mai potuto imporla a quei femministi a oltranza cho sono gli americani?
Ben altra è la morale che dall'ultima scena: deriva. e cioè ‘che l'amore non può essere un fatto squisitamente: spirituale, come. taluni. maralisti sostengono, L'amore nico dagli occhi e il pezzente dall'anima hella ha corimesso l'irreparabile errore di far ricuperace In. vista a quelle pupille che avrebbe potuto illuderlo in eterno, se non si fossero mai accese,
Tt-augurabile che siffatte manipolazioni, siffatto arbitrari giudizi. sulla. nostra. sensibilità, ci siano evitati per l'avvenire.
Enrico Roma
LA BELLEZZA
mento dopo il risultato, Chiedere ‘achiarimenti:
A. PARLATO Plazzelta A. Falcone, 1 (Vomero), Hanoli