Cinema Illustrazione (May 1931)

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5 abbia potuto preferire di non esser mai nata. Non so nulla circa il mio primo padre. Dico « primo » perché ricordo un pa‘fire che non era îl mio, Nei miei ricordi più lontani ricompare quest'uomo, che credevo mio padre. Allora mi chiamavo Lucille Cassin ed egli si chiamava Henry Cassin, Possedeva un teatro a Lawton, nel’Oklahoma; debbo a quel teatro, oltre che alla mia natura, il mio desi» derio di divenire una ballerina. Sera per’ sera andavo dietro le quinte con mio padre ed osservavo le scone e le ‘ballerine. I mici piedini, talvolta nudi, imitavano iniconsciamente i passi delle danzatrici. Fu là che, non solo, imparai i primi passi della danza, ma che le mie emozioni represse cominciarono a trovare uno sfogo esprimendosi con il ballo. Quando ballavo dimenticavo tutto, în preda all'ebbrezza, un'ebbrezza che non mi ha mai abbandonato, in seguito, tutte le volte che ho potuto danzare, Dietro la nostra casa c'era un vasto pranaio dove mio padre teneva gli scenari del teatro: fu là che, assieme a mio fratello, iniziai gli spettacoli teatrali, alla presenza di un pubblito composto di costanei. lo ero la prima ballerina 6 facevo sfoggio dei passi che apprendevo dietro le quinte 0 creandone di muovi che improvvisavo con la musica, suonata da una disordinata or chestra di ragazzi. 3 II Ho promesso di narrare la mia vita séecondo i sentimenti che ho provato. Di quei giorni lontani non ricordo nessun avveni» mento particolare, ricordo solo che spesso mi sentivo misera e infolico, Mi piaceva giocare coi ragazzi, mentre non mi piaceva la compagnia delle raguzste; però mia madre e mio fratello, che ora maggiore di ma di due anni, ostacolavano questa mia tendenza. Erano tante le cose che mi proibivano! Came d assurdo il modo di agire di tante madri che dicono ai loro bambini: Nol Non dovete far questo! Sanza dare una spiegazione del motivo. Se i miei genitori mi avessaro detto il porchd, almeno! Inveco non mi dicevano niente. Così io, di nascosto, andavo a giocare coi ragazzi... Ero ostinata; pensavo che mia madre proforisse mio fratello, o sentivo che ella vra ingiusta a permettere gli di sgridarmi. Ostinata per nalura, quel» la presuno ta pre bole; è vero: Jerenzkza * mi rende va ancora più testarda, Mi ricordo che, un giorno, mia madre per castigo mi mandò nella mia stanza, Quando, una ora dopo venna a travarmi, stavo in un an golo, battendo i piedi è gridando: « Non l'ho fatto fo... non l'ho fatto iol» Nun ricordo di che cosa si trattasse, nè se fossi sincera’ gridando la mia innocenza in qual modo. Ma ormai avevo preso quel partito è non la smettevo, Mi confortavo cul babbino, col ballo è con le mie bambole, Avete osservato che le bambine infelici si confortano con le bambole, con istinto materno, come se dovessaro rendore felice il loro piccino? Si è scritto molto sulla stanza dello mie bam ho una stanza interamente piena di bambola 6 di animali in mimatura e an che . venuta una ballerina classica. ‘Oggi, quando mi sento triste, vado a consolarmi ed a parlare con 6ss8; oppura ballo fino alVP esaurimento, Anche oggi cerco il mio buon Cassin, il babbino, e vorrei arrampicarmi sulle sue ginocchia è confidargli î miei dispiacori come facevo allora, N più importante ricordo successivo è quello di un infortunio occorsomi a setta anni è avvenuto perché avevo Voluto disobbedire a mia madre, Alcuni ragazzi vennero a chiamarmi per andare a giocare; nella fretta di uscire, prima che la mamma o il fratellino riuscissero” a impedirmelo, in» ciampai in una scheggia di bottiglia che mi tagliò la suola del sandalo ferendomi profondamente al piede, Occorsero tre operazioni per guarire, la forita, Quell'infortunio spiaga perché sono di A volte rimanevo chiusa in casa per settimane: giocavo con le mia bambole, stavo a curiosare alla finestra. Un pomeriggio che ero scasa in cantina, tro= vai in un angolo, mnascosto sotto una pietra, un piccolo sacco che faticai molto ad aprira, Quando, dopo un'ora di sforzi vi riuscii, un mucchio di dischi lucenti’ è dorati rotolò sul pavimento, Gridai dalla gioia 8 mi misi a giocare con quelle cose lucenti; mia madre sontendomi scese e mi tolse il sacco dalle manî, quindi» si sedette 6 pianse per un peszo. Non riuscivo a cadire il motivo di quel pianto, quei dischelli erano così graziosi! Cercai di confortarla mia essa non me lo permisa, Poco tempo dopo fui mandata con mio fratello a visiLare la nonna a Phoenix, nell'Arizoma. Mi rammento che il treno era caldo e stipato e che gridavo è pian» gevo perché non valevo abbandona: © glia re il babbino. Ad un tratto mio fratello apr la sua valigetta cavandone fuori un ritratto di un. uomo alto con Cinema Illustrazione i capelli neri ed ondulati; ho ancora presenti, nella memoria, quel viso e quelle chiome. «Questo è il tuo vero padre, bambina », mi disse, « Cassin non è tuo padre, ti chiami Le Sueur e non Cassîn ». E così seppi il nome di mio padre! Non l'ho mai visto; mi fu detto che era morto ma io so che viveva ancora un anno fa perché ne avevo trovato tracce. Questo è uno dei motivi che mi spinge a narrare la mia vita; pensu che anch'egli potrebbe leggerla e venirmi a trovare, Quando ritornammo a casa, seppi che era. accaduto qualche cosa di terribile. Non capii nulla e mia madre non ha mai voluto spiegarmelo; ma gli oggetti luccicanti che avevo trovato nel sacchetto, seppi poi, erano monete d'oro. IL babbo Cassin era stato messo in prigione; fortunatamente ci restò poco perché non le aveva rubate lui. Un altro le aveva prese vd egli le aveva solamente nascosta; so che il mio babbino era innocente, Subito dopo ci trasferimmo a Kansas City; capivo che tra mia madre e il babbino c'era un malinteso, ma non'seppi mai nulla di preciso. Fui messa in un collegio — dalla St, Agnes Academy -—— perché frequentassi le scuole inferiori, Immagino che tutto quello che finora ho narrato lasci il lettore stupito, e incerto tanto da dubitare se la vita che legge sia proprio quella di Joan Crawford, la’ gaia ballerina di Broadway. Voi vi eravate fatta di Joan Crawford un'idea che ora siete co», stretti a cambiare per formarvane un'altra. To, realmente, non sono mai stata molto felice perché anche oggi due donne stanno perseguendo per vie-legali i loro rispettivi inariti, accusandomi di essare la loro amante; uno di ossi è un musicista che lavora noi mici films. Come posso essere contenta è felico quando mi succedono simili disauventure? Si dovrebbe istituire una legge che proibisse alla gente di accusare una persona di adulterio finché now si abbia almeno una prova di quanto si asserisce così facilmentel fo sono innocentel Credevo di stare volontieri in collegio, ma ero troppo sensibile: se mi metlavo in testa cho le mie compagne non . giocassero volonlieri con me, andavo a rincantucciare A, mi in un an In'alto. una aspresalone biricchina di Joan Crawford, A sinistra: una * delle sua più recanti fotografie. A destra: quando la diva era danzatrice @ piena di brio Intratteneva gli spettatori