Cinema Illustrazione (June 1931)

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1d ILIOCHO pi un Dopo una lunga serie di digiuni, scandita da qualche raro pasto veramente capace di saziare Il suo appetito, Elmer S, Riley era giunto al punto massima della crisi. Da due giorni non si metteva più niente nello staomavo: di tutte quelle eterne qua tantett'ore nen ricordava. più nulla, pure. erano il suo passato immediato, Camminava con i piedi pesanti, come per forza d'inerzia, temendo, se si fosse fermato, di non essere più capace a rimettersi in moto, e nell'animo gli rotenva (torbida la vertigine dell'odio, uo d'duro aver fame a vent'anni, quane do ci si sente grandi e forti, I miei come patrioti non hanno fame e non sanno che coso sin averne, Nè sanno che poeta perderebbero con la mia morte. Elmer era == o meglio, & — un vero poofa, cd ora che la fame è scomparsa, e che la fama lo hi reso celebre ricorda quel punto eruciale della sua vita con soddisfa zione. Barcallava, per In debolezza, Si trascinò per pochi pussi ancora, pol si abbatté svenuto sulla soglia del giardinetto di un u bungalow » civettuolo, Era già sera e sera di domenica: Elaner gineque svenuto, o almeno incosciente, per vario tempo, forse un'ora. Lo riscosse una voce di. donna: | .Bonta divina Un morto nel mio giar dino! Venite a vedere, Jack, Adalph, veni» te n vedere! Tre o quattro volti d'uomini si curvato» no su di lui, -c altri volti di donna. Poi udì ancora la voce dianzi udita: Su, è vivo. Aiutatemi a portario in casa, Guardate che bel ragazzo! Lo” sollevarono, la ghiaia del vialetto scricchiolò sotto i piedi «dei sopraggiunti, il giovane si sentì deporre su di un soffice divano. Tutto come in uno dormiveglia, foi una violenta frustata lo scosse o un cucchiaino di whiski gli era sceso in goli, Attorno a lui non c'era più nessuno. La voce disse: «e Avete avuto fortuna che mi sia sen tita poco hene a che Gilbert e Menjou, con altri amici, mi nbbiano ricondotta a casa. Su non era di quel leggero malessero, slice come oggi è sabato, saremmo andati a fare una gita sul yacht di Lewis. Stone, e non sarei tornati che lunedì, Potevate: morire, Allora, a meno che non vi avesse raccolto qualche « policeman » pertandovi all'ospedale, Come vi sentite? so Meglio, grazie, | Elmer non osava aprire gli occhi, Chi mai gli poteva parlare così duleemente? Socchiuse le palpebre: nell'inquadratara della finestra »la ataniza era all'OSCUrO vide una chioma d'oro, in cui la luna gio cava, fingendo un'aurcola. un VI gleto sentito male? cu Poesia» gorriso Elmer a denti stretti, sn, Pons? ANOVELLE VEIPY .Sit vale a dire, fame, Sono Elmer S. Riley, poeta laureato... — L'autore di « Mezzaluna » e « Canto del Pacifico n? Elmer accennò di sì col capo. — E avete fame? — Ma voi, chi siete? — Elmer rispose a quella domanda con un'altra. + Io, non mi riconoscete adunque? — No, fa. troppo scuro! + Ah, è verol Che bestia, non ci avevo pensato, La lieve figurina fece pochi passi, si udì un piccolo scatto e la stanza fu inondata di luce. Elmer balzò in piedi, meravigliato. Di nanzi a lui, bella fragile bionda, Myrtha Bartlett lo guardava con occhi ridenti, — Voi! — Già. Mi conoscete? — So chi siete; Myrtha Bartlett, l'attrice, immagine della grazia. Ella sorrise, — Non c'è nessuno. Anche i domestici sono fuori, ed io ho un grande appetito, Il malessere è scomparso. Volete farmi compagnia? ; Con le sue mani delicate ella lo servi. Morsiechiò anch'dla qualcosa, Poi tacquero entrambi, di nuovo immersi nell'oscurità, mentre la luna, calando sul Pacifico, entrava. nella stanza, furtiva, tra i rami di un rosaio rampicante, Egli le prese una mano tra le sue: ella lacque, e sospirò. ..« Mano di Mirtha, «— disse il poeta con la voce che pareva intrisa di chiaro di luna + mano di Myrtha più dolce e più leggera di un petalo di rosa... mano di Myrtha miracolosa, Tu sanerai le mie ferite. Chinò i capo e baciò le unghie, traspa» renti e rosate, Poi le dita, Poi la palma, in segno di schiavità, poi il polso sottile. Myrtha tacque e sospirò, Le labbra di Elmer si indugiarono un mo. mento lungo il braccio nude, fino alla spal: la... Ella tacéva ancora, guardando il gran disco d'argento, dietro alle rose opime è Sragranti, D'un tratto senti lo labbra di kui pesarle, ivide, sul collo. Volse iL capo. sorpresi — ‘ella pensò poi, per rimproverarla —ma le due bocche si unirono. n Portal — disse ella sorridente, quando poté ripigliar fiato. Egli tacque, e sospirò. Le mani di lei gli corsero ai capelli; ella umò sentire sotto la sua carezza la salda struttura del collo’ dell’uomo, : perdere le sue dita nelle chiome, scendere a chiudere gli occhi con le palme, e sentire il vellicar vellutato delle ciglia di lui, E siccome erano seduti molto, molto vicino, ‘egli volse il capo verso di lei... = Postal + tornò ella a ripetere, TE A HOLLY WOOD a NOITE va quan-' Cinema Illustrazione do, per la seconda volta, la sua bocca fu libera di respirare, e gli poggiò il capo sul petto. Elmer credette di aver spiccato dal ramo il fiore più ricca, e la tenne così, come si tiene un fiore 0 un bimbo, La sua voce cal. da cominciò ad accarezzare le orecchie del. Ta donna, dolte e ricca come il micle della sua California, Tutto le disse, e nulla, Il nulla sublime delle ore d'amore, Fu una lunga notte, quella, per Elmer, ché ella, al primo trasparire roseo dell'alba era scesa dolcemente dal letto per non svegliarlo, «d aveva chiuso le finestre arrestan do la luce con le pesanti cortine di seta, Tu una lunga notte... * ** Un cameriere negro stava dinanzi a lui, tendendogli un vassoio col caffè. Ancora insonnolito, Elmer tastò con le mani il letto, attorno n sè. Era vuoto. Gli parve d'aver sognato: pure no, Altorno a lui porsisteva l'odor delle rase del rosalo, e aleggiava il raro profumo della donna, come se ella avesse voluto lasciargli un poco della sua anima. Sul vassoio il tè fumava in una teiera d'argento, presso i piattini che contenevano il pane il burro il miele... j Guardò il negro con aria interrogativa: questo posò la guanticra su di un tavoli. netto 1 rotelle che fece scorre fin presso il letto. Si inchinò ossequiosamente, è HGOM PArve. Appoggiata alla tazza stava una bu: sta con, al posto del, sigillo, l'impronta di due labbra, fascinta dal rossetto. Himer l'aperse e lesse: non disse mui a nessuno quello che vi fosse scritto, Solamente disse che lo si pregava di attendere fino 1 mezzogiorne, Si alzò, si vestì, ed attese. A mezzogiorno in’ punto sentì stri. dere i freni di un'automobile, uno chauffeur sì presentò alla porta. TI signor Riley? Nella vettura attendeva un signo» re «di mezza età, i — Signot Riley. Una dofina cui non posso negar nulla mi lia telefonato. questa mattina, Io sono Dobson, il direttore e proprieta» rio della più grane rivista let A destra Edwina Booth ha fatto ricamare sul'nuo pigiama scene di vita della giurigla africana, Satto: rinveglio di Joan Bennett . terutia d'America, l'«American. Parnassani, Ella mi-ba detto che voi avete. da sottopor. mi il manoscritto di un poema. che avete scritto qui, ‘in casa sua, tra subato notte fé ©. stamano, intitolato. « Canto di plenilinio n. «E vero? l | . e, — Sì Ma vorrei ritoccarlo, (—. rispose: Elmer sorpreso. i SE — Bene; Venite a colazione con me, Lo condusse seco, e alla. frutta dette al poeta un vistoso assegno! — Questo. è cun 'anticipo. per la. vostra collaborazione, Quarido mi porterete il'mariogeritto. pate -—— Dopodomani, ; Elmer non (sapeva esprimere neppure. se stesso la ‘propria gioia; nel suo cervello .. in ebollizione si alternavano tre immagini, ugualmente care: i dollari, la gloria ‘e l'amore, l Mok Così nacque quel « Canto di plenilunio » che aperse al poeta lélmer S. Riley le porte della fama e della fortuna, e fece di Myrtha,. Bartlett una dea ed una musa, 0.00 In segnito alla pubblicazione. del poema: la casa che l'impiegava le aumentò il: sala»: rio, prolungandole il contratto, +: | L'a Ispiratrice »,. ora, pensa, di: -buona ‘Americana, che la reclame è veramente Ta. nima del. commercio... Fred Hatha athanson