Cinema Illustrazione (June 1931)

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Decisi di recarmi a casa per Natale. Nils Granlund era mio amico; ogni « gir» di New York conosce Granny: che, quando sono disoccupate, procura laro lavoro, ; Essendo la nostra paga piuttosto scarsa, mi occorreva dell'altro denaro. Egli mi pre» sentò ad Harry Richmond il quale mi offrà . una ottima. occasione facendomi ballare è ‘ caritare nel suo « cabaret n di ‘sera, dopo che avevo terminato la visita di Broadway. Ero orgogliosa ‘e felice di pater chiedere ai musicisti: — Avete qualche nuova per me? Dus giorni prima che partissi Granny venne a trovarmi e mi annunzio: —— Harry Ralph è a New York, — E a me che importa? e £ venuto a cercare dile ragazze per il cinema . — Lasciate ‘che cerchi, i +— Ma comel Non vi piacerebba entrare nel cinematografo? |. i = Nol ui ì ‘Come potevo supporre che, in seguito, avrei avuto maggior: rispetto’ per Harry Ralph di cui allora m'infischiavo? Ma Grauny insistè, così mi decisi, per ; accontentarlo, a fare il provino, Dopo «quella che. per mie Una bella, re tontissima' fo tagrafta di loan Crawford. ‘che nei perio» | rappresentò una semplice formalità cui mi ero sottomessa per accontentare un amico, ‘partii per passare il Natale a Kansas Citv, senza pensarci più. Immaginate la mia meraviglia quando, pochi giorni dopo, ricevetti un lelegramma casì concepito: « Partite immediatamente per Culver City. C'è un contratto per voi ». . Per la seconda volta abbandonai la mia compagnia di riviste senza dare il preavviso di due settimane. Nel telegramma non era detto nulla circa il salario che avrei percepito, però era accompagnato dal denaro per il viaggio. Io non so ancora bene perché all'inizio fornia piultosto che per New York. Quello che mi decise fu forse l'amore per la novità: ed un po' contribuì anche alla mia scelta il fatto che ero al corrente delle tante paghe che si percepivano a Hollywood, Avevo trovato a Kansas City mia madre, di nuovo divorziata. Ray mi accompagnò alla stazione: io non ero malto soddisfatta della mia decisione, ma credo che quando una donna si propone una meta da raggiungere e poi abbandona quel suo proposito per altri motivi, anche se pensa di aver agito saviamente così facendo, se ne troverà pot pentita. Non ero più felice quando raggiunsi Culver City; tristi presentimenti mi dice vano che avrei dovuto ancora affrontare giorni duri prima di riuscire ad affermarmi nella nuova arte cui stavo per dedicarmi. L'ambiente di Hollywood mi parve così strano, a tanto prigio, e tanto vuoto ri ‘ spetto a quello che ‘avevo lasciato! A co minciare dalla pensione di Miss Plank dove presi ‘alloggio, pagando. dieci dollari alla settimana. Era questa Miss Plank una zitela puritana ed inacidita dotata, oltre che di rare attitudini per interpretare le parti” di megera, di un viso ‘arcigno sd antipatico. Lavorai come comparsa e talvolta. recitai piccole parti, ma più spesso ballavo essendo stata assunta principalmente come « girl ». Del famoso contratto di cui era cenno nel telegramma, però, non s'era più riparlato. Quarido : trovavo lavoro come comparsa le cose andavano abbastanza bene, altrimenti erano qual. gi E c'eva sempre da pagare la pensione, an di di disoccupazione Trovavo ché del 1925 mi decisi a partire per la Cali- era sempre più difficile il rispondere ‘alle lettere di mia madre e di Ray che mi chiedeva se ottenevo successi nella nuova carriera ed era ansioso dì potermi presto ammirare in qualche film a Kansas City, Harry Ralph, che nei primi tempi mi aveva aiutato, era partito per un lungo viaggio in Oriente. Tutto sembrava congiurare contro di me e mi pentivo amaramente di non essere partita per New York, Mi ricordo che avevo dato un acconto alla nia impaziente padrona di casa, un acconto di quattro dollari, gli ultimi che mi restavano. Per farla pazientare le avevo promesso che presto avrei ottenuto una parte importante. Ella era rimasta incredula e mi aveva risposto freddamente che, prima l'ottenessi, tanto meglio sarebbe stato per ine. Passò una settimana e poi un'altra; ogni giorno che passava mi togliova un po' di speranza: lrascorrevo le ore da uno studio all'altro, in interminabili attese presso l'ufficio del personale. Ogni sera, tornando a casa, affrontavo con meno coraggio il volto arcigno di Miss Plank, l'inesorabile megera. Una mattina mi fu posto il temuto ultimatum: — Se non sono pagata par stasera potete portare via la vostra roba è trovarvi un'altra stanza! E la signorina. Plank fece un gesto imperioso col braccio scarno, gesto che mi fece rabbrividire. — Aspetto qualcosa, per oggi, dalla Metro-Goldiwytt, — le dissi, pur sapendo di mentire. — Mi hanno detto di presentarmi per le nove. — Mentre dicevo queste parole feci un passo verso la porta senza guardare negli occhi la mia creditrice. — Se voi aveste un po” di dignità, vi sa» raste. già occupata, magari come cameriera, avreste saputo trovare, almeno, qualcosa di sicuro, itivece di andare in giro par gli ‘ stabilimenti cinematografici in attesa che vi si affidi una parte che non arriva mail Fare la cameriera! Feci una smorfia di disgusto, ricordando la mia miserabile fanciullorza e, senza salutare, mi precipitai fuori. Un aroma squisito di caffè mi solleticò le navi. Passavo davanti ad un caffò ed il pane «siero che una cameriera avrebbe. probabile mente potuto avere tutto il caffè che voleva mi passò per la menta, facendomi invidiare la sorte di queste umili lavoratrici, Erano due giorni cheMmon prendevo cibo. Involon» sbariamente un imme pulso irresistibile mi lorale, a rombo: nalmente noli, fatta. eccerione per iL Loti grefo: Joanw Crawford © Douglas Junior dopo la cerlmonia nuziale, fece entrava il quel. 4 — C'è qualche possibilità di assere assunta come... cameriera? — Timidamente mi avvicinai al banco dietro il quale stava il « barman n intento a servire un caffè. — Niente ‘da fare, signorina. Qui non si assumono cameriere. Mentre parlavo con lui non riuscivo a distogliere lo sguardo da un cartello attaccato alla parete dove si annunciava che in quel locale si serviva il migliore caffè della città per dieci cents. Le mie dita meccanicamente andarono nella borsetta dove giacevano, solitarie, le mie ultime due monete, Mi sarebbero bastate per una tazza di quel caffè prelibato, oppure per prendere l'autobus che portava allo studio. In quel secondo di indecisione mi parve di gustare tutto le tazze di caffè che avevo sorbito nella mia vita, sentii il bruciante calore della squisita bevanda nélla gola arida, L'aroma che né respiravo nell'aria mi spingeva irresistibilmente a spendere quei pochi centesimi... — Sembra, però che nel ristorante vicino abbiano bisogno di una cameriera per la» vare i piatti, —uti disse con un sorriso il volenteroso « barmati » Cercai “li sorridere per ringraziarlo della informazione e uscii coraggiosamente. all'aperto. La voglia del caffè mi era passatal #* Ma, alle cinque del pomeriggio, il mio coraggio era alla fine. Avevo passato lutto il giorno in una altesa ostanuante, nell'ufficio dove si assume il parsonale della Metro» Goldwyn, ad osservare la sfilata intermina» bile delle comiparse è degli attori che veni» vano a cercar lavoro, Erano graziose « flap= pars », attori caratteristici, « cow-boy », uo» mini obesi, ragazzi lentigginosi, buffoni, vecchie signore, signore asoliche, signore eccantriche, umatadoresn, musicisti è infiniti rap presontanti di tutte ò, le categorie e di tutte la arti, Ognuno si sen tiva sicuro che la granda occazione cha doveva fap co0noscera a tuttò il mondo il suo talanto lo altendassa da un PE, i momanto all'altro, E a tutti fu data la stessa risposta: quel giorno non fu assunta nessuna comparsa. Quella risposta l'avsuo sentita tante volte anch'io, e mi pareva che persito il pendolo, appeso alla parete, la ripatesse continua» mente, E sambrava che anche le macchine da scrivere dell'ufficio punteggiasserro col loro ticcheitio la stessa frase negativa. — R inutile andare in giro in cerca di lavoro, oggi, mi disse qualcuno ché stava al mio fianco, > c'è solo uno studio cha la vora oggi, în tutti gli altri si stanno pirate do degli esterni, fuori di Hollywood, Tuttavia rimasi in allesa; sro stanca morta « volevo ritardare il più che fosse possibile Il momento in cui aurdi dovuto. affrontare di nuovo la lunga strada e Miss Plank, Dove avrei trascorsa la nottet... Questo ed altri pensieri, egualmente angosciosi, mi tormentavano la menta. li *