Cinema Illustrazione (Apr 1932)

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2) tutte le anime in pe_a, di tutti i disperati, André trasse nervosamente di tasca l'orologio. — Fammi il favore, Yvonne; vieni a casa. Si fa tardi, ed io debbo prendere il treno... — Si... hai ragione. Devi pren. dere il treno. Devi andare... Ebbene, va pure; io non vengo. Io non ho nessun treno da prendere, . Resterò qui... ancora un momento solo... Con il viso sconvolto egli’ la guardò: ella parlava ancora, ma come se si fosse ‘rivolta a se stessa, 0 alle stelle, Allora André di botto le volse le spalle e si allontanò da lei rapidamente, quasi di corsa, dirigendosi verso la sta» zione. Yvonne rimase sola nel boschetto, sempre appoggiata all’albero, immobile e fredda come il tronco dell'albero stesso, con. gli occhi chiusi, i denti stretti, tragica im ‘ magine della disperazione e del dolore umano, I passi di André si spensero in lontananza, ed un enorme silenzio piombò su tutte le cose. Poi, debolissima, giunse di lontano una voce di donna che chia» “mava: — Signorinal Signorina! Era la voce di Marta. Yvonne non si mosse: rimase ancora appoggiata. all'albero, come una cosa Inanimata. Marta girò per il boschetto, finché riucl a trovarla. Era stata a cercar. la a casa, e aveva incontrato André che le aveva detto dove ella era rimasta. Marta, la buona Mar. ta, che giungeva a tempo per consolarla, per quanto fosse ella stessa tutta agitata ed in preda a una grande preoccupazione, — Signorina! Yvonne aperse lentamente gli occhi o guardò fissamente la sua antica cameriera, come se non credesse nemmeno ai suoi propri occhi. Poi aggrottò la fronte, e col dorso della destra si asciugò le ultime lacrimé, come per schiarirsi la vista o. come per cacciarne le ultime tracce di una qual. che spaventevole visione. + Sono io, signorina! Non mi riconoscete? Sono Marta. Ab, sia ringraziato il cielo che alfine mi hin permesso di ritrovarvi... Yvonne tornò a guardarla, con occhi fissi, come se la ragione la avesse abbandonata, e non disse parola. +— Sono venuta, signorina Yvofine, per stare sempre con voi & servirvi. sempre, — Marta si era impadronita di una delle mani della sventurata, è vi batteva su piccoli colpi ‘affettuosi, -— E non vi lascerò mai più... mai più, mail Vvonne scosse il capo, con aria desolata. —« Non. vi preoceupate, Avrò sompre cura di voi. Non v'è biso. gno che mi paghiate. Grazie al cielo, sono riuscita a mettere un paco di denaro da parte. Ci basterà.., E avrò tanta cura div val, vi ripeto... sii Marta! Ho paura! — Yiott ne mibbrividi come se: avesse. vi. sto uno spettro, e grido; —. Chie cosa avverrà di me, mio Dio? — La sua voce si fece stridulà per il’ terrore, e nel boschetto si udì la sventurata chiedere a se stessa, urlando fra i singhiozzi: = Che cosa. avverrà cli me): Che cosa avverrà di me, mio. Dio? CAPITOLO XIII: TRAGEDIA eloce (i) BI "ngi griere; “Liame e) i ad..Xyonne,.La.. prima paria, a cui si fermò -fu quella della -lacb ; Sì, hal:ragione, devi prendere il reno;;; Deul ‘a Ara Ebbene, ‘va: pure, fo non russa ; credeva delle affezioni: vere 6 l'amore che. non. sa. mentite; ei era addormentata dullata dalla. sporan. ° ità. di aa durata... Ahimé! po rà bastare: per: un: anno, i "E 10.pose sul tavolo, accanto #lla' chiave; Gli O do Liane si teeto più capi Qui: “cui si trovava l'appartamento occupato ‘da. Come l'automobile vi si fvvicinando, Liane “si faceva sempre. più: cupa. e ‘melanconiéa; n ella era la. sera in cui_.d ev nare_il. suo, sogno. d'amore; : dio a: Delval, La' piccola: ‘ballerina. È fa Comique sentiva che il cuore le ito; -all’idea:--di quel distacco, L'eleganitissima limousine di Delval ate pitale di Francia, dell epoca del | Secondo impero fino all’epoca della guerra mondiale, Erano di quei caseggiati in cui il prezzo dei fitti: è troppo alto per gli inquilini borghesi, e quindi trovano i loro abitanti nel ceto internazionale o nel demi-monde. Attrici ‘e mondane, stranieri ricchi e individui. arricchiti della’ guerra, .Io abitavano. Liane e' Delval. salirono, senza far uso dell'ascensore, fino al piccolo appartamento, in silenzio, Il cattivo umore. di Liane pareva stesse ‘per svanire; gli occhi di lei ‘esprimevano ancora una profonda. tristezza, ma si-vedeva che ella.cercava bravamente di farsi coraggio, Delval si mostrava con lei compito e cortese come sempre, soave persino, da quel perfetto uomo di mondo e di spirito che era, capace, come tale, di dissimulare fino all'ultimo i suoi sentimenti. Come giungevano al pianerottolo del secondo piano, Delval, con il fiato un'po' corto, parlò in tono leggero: -— Sono sempre stato dell’opi nione — disse — che queste sca‘ le fossero un'eccellente ginnasti ca pér impedirmi d'ingrassare... Si. erano: fermati | dinanzi ‘al lPuscio,.: e’ Delval ‘andava: cercandosi in tasca la chiave pae aprire. — Eppure non vuoi più tornate a salirle... — rispose Liane con una profonda tristezza nella voce, . — Oh, su, gnedianto] Non dobi biamo mostrarci tristi: proprio in questo momento, :-— l'incoraggiò egli, ‘aprendo la porta è ritraen. dosi da una parte per lasciarla ‘passare. Erano entrati nell'anticamera, ammobigliata da una ‘piccola tavola da una parte, e da uno specchio, appeso al muro, al disopra di ‘essa. Delval non si. tolse subito il cappello; Liane entrò, e si fermò un istante a guardare, con. occhio annoiato è distratto, Un paio di lettere che. erano giunte con la posta del pomeriggio, e che. cla cameriera aveva lasciato sul tavolo. Ella. voltava: le spalle a (i Delval che, nel frattempo, anda;«va.staccando dall'’anello la chiave *dell’appartamento: che. usava. por tare con sè per sua comodità. Fe. ‘ce attenzione che ella non lo ve desse, e come la vide ‘un istante «distratta, posò senza far rumore “quella chinve .sul tavolo, Poi co: minciò a parlare, sempre con la sua voce. più insinuante —— Dunque, cara, — disse a avrò appena appena il. .tempo di correre a cosa; chiudere l’ultima valigia, ‘e filare. alla stazione. « Così, Li Liane si volse lentamente. a lui e lo guardò con occhi.in' cui si “leggeva chiaramente il dolore che alla si sforzava di dominare: con ‘tanto. coraggio. + Devi proprio ‘andare? . us Credi, Liane, Se stesse in me, farei ‘tutto il possibile per non ‘andarmene, ma gli affari, “sai, gli affari... se E davvero, staraf: ARS im to ‘a lungo? (= Può. darsi, che debba non d Non-.so ancora... secondo: le! più! ghe. che ‘prenderanno le cose... — Trasse di tasca il portafogli e: i cda ‘quello prese un assegno ‘ban> . carlo. per ‘una cifra rispettabile, ‘ogni modo — soggiunse poi, : i lascio questo. È lina: cifra . (continigi tornare prima di qualclie “mese,