Cinema Illustrazione (Mar 1934)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

— Studi tina Maestà e mia, Regina. Chi troppo studia, matto diventa. Perché non impari le arti delle donne? Le accarezzava i capelli, glieli lisciava, ed ella continuava a sugnare,.con gli occhi fissi sul grosso libro che aveva davanti. —. So già filare con la rocca, Aage, accanto al camino, come mi ha insegnato Lori, la mia nutrice, E poi, a che le arti della dotina, per chi deve governare, per chi deve essere forte tanto da rendere il suo regno sicuro e ricco e felice? Non voleva confessare a nessuno, forse nemmeno a se stessa: quell’enorme, torturante bisogno d'amore che le macerava l'animo ed il corpo. Oh, amare! Amare! Poter essere libera d’amare come la più povera delle sue suddite! La gioia di sentirsi deboli e fragili sulla spalla dell'uomo che si adora! L’uomo che si adora! Che voleva dire per lei? Chi poteva essere? Nessuno. Nessun uoma le giurigeva vicino, fuorché il vecchio Aage, Oxenstierna, il sa ggio dai capelli bianchi e il gran tesoriere, conte Magnus... Ecco, Magnus. Magnus era giovane. ‘ Bell'uomo dall'aspetto fiero, -Ma quegli occhil Oh, quegli occhi erano l'incubo della, regina Cristina, Neri come carbonchi, la fissavano scintillando; pareva la ipnotizzassero. Non l'aveva mai visto ridere. E le pareva, così nero di capelli, pallido e sempre chiuso, un grosso uccello di malaugurio. Lo odiava? Lo amava? Ella stessa non sapeva. La voce del popolo, dopo qual che tempo, lo accusò d'essere.’ l'amante della’ regina, ed un amante esigente e geloso delle sue prerogative. Dicevano esser egli l’uomo che, dominando ia regina, dominava la. Svezia, Forse era vero. Un giorno, Cristina, levando gli occhi dal libro, aveva fissato, con uno sguardo perduto in chissà che lontani paesi di sogno, il vecchio. Aage. .. — Dimmi; Aage' hai mai co-. | nosciuto l’amore, tu? Il vecchio soldato era. ‘arros. sito come una. femminuccia. e'la. sua voce aveva trema. to, nel rispondere ‘ — Io, Maestà e mia Regi na? Oh, no! Io non, son'fatto per l'amore. ‘Soltanto per la guerra,;. ‘e per difendere. voi e pui da ogni insidia, Le donne non hanno mai avuto. sorrisi per me. Cristina, pensò a quelle grosse | mani di gigante usate a maneggiare uno spadone così pesante, e con tanta . forza, che, un giorno, le avevano-detto, aveva spaccato un némico coperto di corazza dallà punta del morione alla. cintola,. e ricordò la” dolcezza: delle carezze che spesso ella sentiva sul suo capo. Era, l'amore, quello? : x ‘Passò qualche giorno. Poi, una sera; il conte Ma«gnus, il gran tesoriere dello Stato, si perdette per i bui ‘meandri del castello; ‘da cui uscì” soltanto all'alba. Di quei giorni, la guerra dei trent'anni aveva. fine. Oxenstierna. si. presentò . alla Regina. e. = Maestà, — disse, — ‘sono ‘co: ‘stretto ‘a. disturbaivi. per ai nunciarvi l'arrivo dél | Principe Carlo Gustavo; l'eroe. che: ha sa. puto. vincere Ja guerra. Il Par«lamento, radunato; vi at| tende, . per decidere sul miglior mezzo ‘di approfittare dea vi ‘ toria, ora che la Svezia è possente, Volete che decidiamo sul da fare? — Di. questo, preferisco, caro Oxenstierna, discutere pubblicamente i in. Parlamento. La nostra vittoria, mi: dite, ‘è stata: schiacciante... i — Completa. Il nemico è disfatto, Maestà. Questo ‘sarebbe il momento più oppor tuno, credo, per annunciare ‘il vostro matrimonio col princi. pe Carlo. Gustavo, che ora .è ‘corisiderato l'eroè nazionale... Oxenstierna non si ‘ avvide.del mortale pallore. che si. cosparse: sul volto della Regina che, . per. nascondere il’ suo si de; accarezzava ri capelli, glieli. Bacapaa, £ mico: furono gravissime... ‘montano le nostre? ‘Non fa ‘altro che chiedete, questo parlaniento/?* turbamento; chiese: con voce malferma: —M’hanno detto che le perdite del ne--. A' quanto. am “— A diecimila nomini, quattromila cavalli e duecento carinoni... L= Ancora tina di ‘queste vittorie, ed: il mio regno sarà distrutto, — pe Cri. stina con' in pallido sorriso, — Ed. è inu-. tile, Oxenatierna, che: mi diciate che sara il' nemico .a pagare, per. queste. perdite, Coine farà, se anche Je. sue finanze sono \esau »rite. da .tanti anni di lotte? Oh, quanto ci è costata questa” guerra! Ho visto Stamane i conti del gran. tesoriere... i. —_ Pare, Lil: Parlamento:. ‘chiede | un l'altra. ‘ — Come chiede ‘pure ale: io ‘sposi. il prinie ‘’cipe Carlo Gustavo, e chiede un erede al. trono) .di.sangue svedese, e chiede: fondi e. chiede... Non.‘fa. altro che chiedere, «que: ‘sto Parlamento. Ma, sù, non. rimaniamo qui cin. chiacchiere inutili. Andiaè mo da Patlamento a. dare il ‘ benvenuto ‘all'eroel. ‘Alta sul ‘trono, : pallida. ‘€ ‘chiù. «SA ella ap (parve: ai si. gunori. del | Parlamen