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. centuando ancor più la sua espres
. sodi don Antonio, ed i suoi
Ùnema Mustrazione
due regni di Svezia e Spagna, — Con I tinuò dopo una breve pausa, € dopo
di aver cercato invano di scorgere sul volto di lei, impassibile, una benché minima traccia d'emozione, — uniti da vincoli di più duratura. amicizia da questo avventurato connubio, non potranno che pro sperare ed ingrandire, Sua Maestà il re Filippo attende con ansia la risposta di Vostra Maestà. a
Il conte Magnus, che andava scrutando il volto dell'’ambasciatore e quello della regina, li vide entrambi impallidire orribilmente, ed una gioia feroce gli invase l'animo.
-— Ringrazio sua Maestà, — rispondeva la regina ora, e la sua voce squillava fredda nella sala, — per l'onore fattoci, e vol, eccellenza, per avermi voluto portare tale messaggio, Ma, prima di decidermi ad un passo così importante, vorrei conferire con questi signori. Inoltre, vorrei, conte Pimentel, avere un colloquio con voi. Se questi signori vogliono attendere di là, li chiamerò al momento opportuno.
I consiglieri si disponevano ad andarsene, in seguito all'invito diretto loro dalla regina, per lasciarla sola con l'ambasciatore, quando il conte Magnus si fece avanti, con un sorriso sulle labbra. ba:
— I miei ossequi a vostra eccellenza, — disse a don Antonio, facendogli un mezzo
inchino. — Spero che vi troviate bene, qui, fra noi, — Ne sono sicuro, — rispose don Anto
nio, che intuiva dell’ostilità nel suo interlocutore, pur non comprendendone le ragioni.
— Sarà nostro dovere far di tutto, — continuò Magnus, — perché abbiate a ricordarvi sempre del vostro soggiorno qui. Intanto vi dobbiamo fare le nostre scuse ‘per i rigori dell'inverno svedese, Mi è stato riferito che la neve vi ha costretto a ritardare il viaggio, non è vero?
Ciò dicendo, Magnus lasciava .vagare i suoi sguardi dal volto di don Antonio a quello della regina, ac
sione ironica.
— Ma spero, — soggiunse, — che abbiate trovato un buon rifugio per quanto i nostri alberghi di campagna siano piuttosto rozzi e sprovvisti di comodità... \
Un, viso rossore salì al vi
occhi fiammeggiarono d'ira tosto repressa.
— L'albergo che ho trovato era eccellente, — rispose con vace tagliente. ‘ —Già... lo so. Ma, conte, ascoltate un mio consiglio, + coritinuò Magnus con espressione ancor più beffarda; fissando sull'interlocutore uno sguardo d'odio. — Dovete guardarvi dal nostro clima, È adatto solamente a chi vi è abituato. Agli stranieri riesce, spesso, mortale. Vi avverto, quindi, . di guardarveine, di proteggervi. bene.
— È questa dunque ‘una minaccia, conte? — chiese don Antonio con gran dignità. i
—® un avvertimento... un’ consiglio: amichevole, Arrivederci, conte.
"Ai vostri. ordifii, — rispose l’amba-.
sciatore, portando inconsciamente la mano all'elsa della spada. i
CAPITOLO. IX. -Il più forte..
‘Rimasto solo con Jla regina, don. Antonio s’avvicinò ‘a. lei che, pallidissima, si era rizzata in piedi e lo attendeva, Il vol to del giovane era coperto di un pallore cadaverico, nel quale gli occhi nerissimi
‘brillavano come carbonchi, Lampi d'ira e
di sdegno balenavano in quelle pupille che sapevano pure lanciare sguardi così lan
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Alito profumato e de
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guidi e dolci nelle ore d'amore, Si vedeva chiaramente, in esse, la passione che tortu. rava l'uomo, che gli ardeva in petto, che avrebbe voluto prorompere,
E la regina lo guardava supplice, innamorata. Ma egli parlò, dapprima con malcelata ironia, poi cen un cupo ardore. Il suo tono, ora, era sprezzante, ogni parola pareva una stilettata che sapeva ferire dove voleva. Continuò: — Però, siccome que
Fissave lo sguardo in alto a seguire..,
st'intermezzo, chiamiamolo ‘così, è termi nato, debbo portare a termine la missione che m'è stata affidata per questo paese dalle costumanze tanto... curiose. Torniamo, quindi, a quella: come ho avuto già l’onore di dire a Vostra Maestà, il Re di Spa
*L'abituale puli deliziosamente
il Colgate vi
mente" lascian
gengive. rinforzandone i tessuti ed abituandoli a sop. portare la masticazione di qualsiasi alimento. Inoltre
tante azione che è quella di pulire.i denti “perfetta
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gna mio signore mi ha ordinato di...
Ella levò in alto una delle sue pallide mani, troncandogli la parola in bocca.
— Dobbiamo dunque proprio parlare del re di Spagna? — chiese con una strana inflessione supplichevole nella voce, mentre pareva che la gola le si serrasse per l'angoscia. — Don Antonio, siete crudele, Antonio, sei crudele! Perché sei
così offeso con me? OhI se tu sapessi quello che c’è nel mio cuore, se tu co
È “noscessi il sentimento che ora mi agita e mi sconvolge! Ti amo ancora; Antonio, ti amo ancora! i ; Nelle sue parole c’era tutta l'angoscia; tutta la disperazione della donna che sente sfuggire la felicità. Ma don Antonio si sentiva troppo offeso: nessuna. parola. aviebbe potuto calmare il suo sdegno.
nti puliti
zia dei denti con-il Colgate, dentifricio profumato serve: a massaggiare le
onferma la sua più efficace èd impor.
do ‘sempre l'alito» fresco e.profumato.
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— To no, Maestà! — rispose seccamente. — Soltanto, mi dispiace una cosa, — ed il suo tono si fece tagliente, — quella di essere stato il tredicesimo, quest'anno, a godere delle vostre grazie... i .
Una luce di speranza illuminò gli occhi della regina. Era dunque quello il vero motivo dello sdegno dell'uomo adorato? Dunque era geloso, geloso del suo passato, geloso delle ombre che potevano sorgere tra lui ed il suo amore! Allora, ciò voleva dire che egli l’amava! Cristina si sorprese a rl
dere di gusto: : i — na ah, Antonio, e tu l'hai creduto!
Non ti sei accorto che io scherzavo, che mi
volevo divertire alle spalle di quegli scimuniti? 3 ;
Ma la risata della regina non risvegliò alcuna eco di letizia nel cuore del suo amante di pochi giorni, Anzi, al contrario, il viso dell'uomo si oscurò maggiormente, ed'‘una piega ancor più sardonica ed amara gli torse la bocca, quella bella bocca, tanto mata e tanto dolce, che Cristina durava fatica a non tentare di posarvi su le labbra ancora una volta, per bervi l'oblio e la felicità. Quella smorfia sardonica non la scoraggiò. Ora sapeva di poter vincere: quella gelosia gli ridava la più. assoluta certezza. °
Gli si strinse vicino, sì che le fu possibile sentire, attraverso gli abiti, il calore ‘del suo corpo. Alzò su di lui i begli occhi, e con una smorfietta deliziosa, gli chiese:
— Dunque, non mi ami più davvero? Davvero dovrò rinunciare al bel sogno che’ tu mi avevi destato in cuore?
TA voce di don Antonio le risuonò, nella
risposta, gelida e cattiva.
— Non disperate dell'amore, Maestà, Il mio signore, il re di Spagna, ve lo ripeto, ha l'onore di chiedere la vostra mano. Egli sarà felice di farvi sedere accanto a sé, sul trono dei suoi antenati... — fece una breve pausa, scosse il capo, poi,. smettendo il tono di sarcasmo fino --ad allora usato, disse con profondo sconforto: — Ah, non è certamente una bella cosa, quella d’aver tradito, sia pure involonta\riamente, il proprio re, d’aver‘ ne disonorato il nome in un paese lontano e straniero! Non ricordiamo dunque più quello che è successo, e occupiamoci solamente .di ciò cui si deve la mia presenza in questà terra, Sua Maestà mi ha affidato, conl’altro, anche l’incarico di presentarvi il suo ritratto, una miniatura
pennelli spagnuoli...’
staccava dal collo un medaglione, una ricca. cornice d'oro, tempestata di pietre preziose, che rinserrava ‘un dipinto di rara bellezza, quanto a fattura, e lo porgeva alla regina. o SEI ‘-=.Io non volevo disonorare il vostro re, — disse Cristina quasi «a. fior: di labbra, gettando uno sguardo distratto al medaglione, -—— né .recar dolore a ‘te, Antonio... Alzò gli ‘occhi su di lui e, come gli vide il volto chiuso ed impenetrabile, ‘ ‘li riportò sul dipinto. # fd — Oh, è così doni: Filippo? -—. chiese con
indifferenza, — È un bel ritratto, e si vede.
che deve essere. rassomigliante, tanta è la
‘vita che il pittore ha sapito infondere nella sua-‘opera. Sapete, ——.e qui ‘sorrise un:
po’. maliziosa, — io ho già. potuto raccogliere: una: discreta collezicne di ritratti réali.:.. Tutti i regnanti ed'i principi che
hanno aspirato alla mia mano, si sono af
frettati a mandarmi il loro ritratto, ad.olio. Questa è la prima volta che ricevo una miniaturà.., Io'li ho sermnpre-tenùti tutti, perché mi: piacciono i bei.quadri, e anche pe ché mi ‘piace ricordarmi l'aspetto degli «i tri regnatiti... ili na
dovuta ad uno dei. migliori
Ciò dicendo, don Antonio si
&
Sorrideva ora leggermente, guardando fis :