Cinema Illustrazione (Apr 1934)

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Cinema MHlustrazione ter essere come essi, poter vivere ed amare in libertà] Poi, poco alla volta, quel senso cli ribellione generò in lei un odio cieco contro la sua vita, contro tutte quelle costrizioni che impedivano al suo amore di vivere liberamente, all'aria aperta. Intanto, la sua situazione e quella di don Antonio si facevano difficili: Magnus, perfido d'animo, ed espertissimo nell'arte dell’intrigo, aveva giurato di vendicarsi del l’affronto subito. Il suo orgoglio d’uomo è d'’amante era stato ferito. Era necessario, dunque, vendicarsi dello spagnuolo, e la stessa situazione politica gli rendeva facile il giuoco, per quanto l'onesto Oxenstierna avesse cercato di intralciare le sue basse manovre, Pure, lo stesso Oxenstierna, nella sua onestà, aveva dovuto finire per comprendere che le cose, così, non potevano durare. Il popolo protestante, il popolo che aveva lottato per il suo scisma contro la chiesa cattolica, vedeva di malocchio lo spagnuolo, devoto servitore del Papa. Quel matrimonio tra Cristina cd il re di Spagna, non si doveva fare, A questi motivi di mal contento, abilmente fomentati da Magnus, si aggiungevano le voci, messe in circolazione dallo stesso, su gli amori della regina e dell'ambasciatore cattolico, L’amor pro: prio degli svedesi era ferito a morte! Perché, se doveva sposarsi, non sceglieva un marito tra la gente della sua stessa razza, della sua stessa religione? Non c'era, forse, il principe Carlo Gustavo, un eroe, pronto ad impalmarla? Non era egli dunque degno di lei, ai suoi occhi? E poi... un tale scandalo, tutte le notti in braccio a quello stesso ambasciatore che era venuto a chiedere la di lei mano per il suo rel Era una cosa intollerabile. Magnus: aveva avuto buon giuoco. Ave-. -va; incaricato alcuni suoi fidi di seminare il malcontento tra il popolo, ed ora già si udivano commenti sfavorevoli anche tra i più fedeli della. regina. — La Svezia corre. il più grande pericolo che abbia mai corso, — dicevano ta luni. — Un, pericolo più grande ancora di quella orribile guerra che. ci ha dissanguati per trent'anni. Un pericolo che si nasconde nello stesso palazzo reale! — Nella camera stessa della Regina! — precisavano alcuni altri, più severi ancora. — No, «— dicevano i più concilianti. — . Non dobbiamo accusaré la regina di mancare ai suoi doveri verso il popolo, È don è na, ‘in fin dei conti, ed era naturale che. tosto ‘0 tardi si innamorasse dî qualche uo‘mo. La fatalità ha voluto che ella venisse ammaliata da quello spagnuolo. Ma, ostili. o blandi, questi discorsi terminavano sempre allo stesso mado, con tina ‘identica conclusione. — Bisogna mandar via lo spagnuolo.. Sia‘ che ella ami lambasciatore o sposi il .re . che l’ha inviato qui a chiedere la sua mano, moi siamo in pericolo. E con noi è in pericolo quella fede protestante. per cui i nostri padri hanno combattuto e. sono morti. Noi non «dobbiamo permettere ciò. Sarebbe la rinuncia più abietta ai nostri ideali, alle nostre tradizioni! | Così lo stato d'animo della. popolazione aveva raggiunto quella irritabilità, quella scoritentezza che precedòno lerivoluzioni. E Magnus continuava a soffiare sul fuoco. Ad uno ad uno aveva visitato i consiglieri della regina, i membri del. gabinetto, i personaggi più influenti del Parlamento. Ed .a tutti aveva tenuto lo stesso discorso. +— Voi siete l'uomo più popolare di tutto il regno, — aveva ‘detto a‘ciascuno di essi, «— soltanto la vostra. voce può essere ‘ascoltata. Non appena voi comparite in pubblico; la folla inneggia a voi, e vi chiede di far cessare questo scandalo, In questa vostra qualità, siete autorizzato a chie dere alla regina. di rinviare l'ambasciatore ‘ spagnuolo al suo paese; ion solamente, ma siete anche’ l’unico ‘(che possa salvare la ‘Svezia dalla calamità che-la minaccia. L'utico. che ‘possa salvare il: mostro paese, € far. sì che i sacrifici di sangue e di denaro sopportati nella lunga e vittoriosa guerra che abbiamo combattuto contro-i nemici della nostra patria e della ‘nostra religione non siano frustrati da: un amorazzo scali. daloso. ° È In poche settimane l'eccitazione popolare aveva raggiunto un così grave stato che fu necessario radunare il Parlamento. Magnus trionfava, già sicuro della vittoria. Ah, la regina lo buttava come un cencio? Ebbene, si sarebbe visto! L'aula del Parlamento rigurgitava di gen. te, i commenti si incrociavano da un banco all’altro, per tutta la vasta sala era un brusio, un. mormorìo minaccioso, foriero di tempesta. Magnus circolava da un gruppo all’altro, sussurrando e suggerendo a cia scuno la condotta da tenere. Si udivano voci più alte dominare per qualche istante il trambusto. — La regina faccia quel che vuole, ma la Svezia non deve soffrire. La sola a portare il peso dei suoi peccati, deve essere lei, che manca così oltraggiosamente ai suoi doveril Fuori, la folla adunatasi davanti al palazzo reale rumoreggiava, Si udivano grida : — Morte allo spagnuolo! Cacciate i papisti dalla Svezia! Ripviate l'ambasciatore al suo re; noi non lo vogliamo! Viva il principe Carlo Gustavo, l'eroe della guerra! Si alzò un vecchio vescovo, tutto bian co di capelli, a parlare da uno dei banchi del Parlamento. — Mi si dice, — disse rivolto a Oxenstierna, — che la regina vuole sposare quello spagnuolo. Ebbene, la nostra chiesa non permetterà mai un tale matrimonio! Sarebbe un tradimento alla nostra fede, a quella fede che abbiamo conquistato il diritto di chiamare nostra, con tanti sacrifici, — È falso! — protestò Oxenstierna, che pure in un momento tanto grave non aveva persa la sua equanimità. — È falso! La re. gina non ha mai pensato che un simile matrimonio possa essere possibile! — E allora, — sorsero a chiedere varie voci, — perché non rinvia quello spagnuolo a casa sua? Ma quella domanda doveva rimanere senza risposta. : CapiroLo XI. Cristina e il suo popolo Un improvviso silenzio si fece nella sala. Poi una voce si levò, ad annunciare solennemente: — Sua Graziosa Maestà la regina Cristi. na. di Svezia! i Tutti gli sguardi si volsero alla porta. Sulla soglia, tutta bianca, esangue, quasi in un abito candido come le nevi del suo paese, immobile come una statua, si teneva Cristina, dolce e regale e con l'aspetto sòfferente come non mai. ; Poi aperse la bocca e parlò con quella sua voce dolcissima che incantava. — Signori, — disse, — ‘ho percorso adesso, in vettura, alcune delle strade della mia capitale, ed ho visto delle cose obbrobriose. Ma che fa dunque, la nostra polizia? Ho sentito, al mio passaggio, la turba lanciare insulti al nostro ospite. Come mai le autorità permettono fatti simili? Perché non si sgombrano le vie? i Allora Oxenstierna, grave e buono, si fece avanti, © — Il popolo, Maestà, — spiegò, — odia quest'uomo. Non. già lui personalmente, ma perché la sua presenza qui minaccia di frustrare il vostro matrimonio con il principe Carlo Gustavo... Cristina aggrottò la fronte. DI _— Siete voi, signori, che avete infuso nel cuore del. miò popolo questa speranza, pur sapendo che io non. avrei mai voluto spo-. :sare il principe, come non sposerò mai il re di Spagna. — .In tal.caso — ribatté Oxenstierna, — la presenza dell'ambasciatore spagnuolo qui » è inutile, Egli potrebbe tornarsene al suo paese. i | —E perché? Credete forse che io possa governare meno beneil paese se sono felice? Tutto ciò è intollerabile. Perché dunque mi chiamate. capo-dello stato, se non posso nem. meno. scegliere, nella vita, ciò che più caramente adoro? Perché debbo essere vittima dei ‘bassi intrighi orditi da qualcuno di voi? Qui gli occhi fiammeggianti di collera del: la ‘regina si posarono*sul conte. Magnus, Avrebbe ‘aggiunto altro, se dalla folla assiepata dinanzi. al palazzo non fosse scoppiato un clamore assordante, 3 i : © — La regina! Vogliamo vedere la.regina! Un vecchio generale si avvicinò a lei. — Maestà, il vostro popolo chiede di vedervi, La folla vuol entrare nel palazzo. Io ho: fatto. schierare i miei reggimenti e cari ceare i cannoni. Debbo ordinare il fuoco? — No, generale. Li | i — Debbo fare arrestare i caporioni della sommossa? — Nemmeno. MC i — Ebbene, Maestà che debbo fare, allora? i — Nulla. Non-ho paura. Lasciateli entrare nel palazzo. i ? i + Ma, Maestà... -—— tentò di protestare il generale, mentre varie voci di stupore € di avvertimento .si levavano nell'aula. — Ma, Maestà, non è possibile. Non sarebbe prudente... ° ; » +— Aprite, vi dico: non temo i miei -sud ‘ diti. E ritirate i vostri soldati! Il generale ‘si «strinse impercettibilmente nelle spalle; e si ritirtà per eseguire gli ordini della regina. Poco ‘dopo»i cortili interni del palazzo rigurgitavano di una’ folla che chiedeva a gran vocé di vedere Cristi -IMBIANCA E DETERGE | DENTI : figura giovanile e slanciata, Chiedere opuscolo Fi al: BELLISSIMO, bene SVILUPPATO e RASSODATO, dà sicuramente il trattamento estetico innocuo col prodotto igienico di cosmàsi orientale Crema LIO-RA d'uso esterno, Etfetto meraviglioso infallibile in qualunque caso ed età san dna Mola again: Gre LIO-RAR ha già reso affascinanti 6 felici moltis Lo "onne, Anche a vol darà in pochi giorni un seno ideale. : Costa L.14.50 nelle Farmacie e Profumerie. VIRTU' ad) DENTIFRICIO a INSUPERABILE godont A BASE DI JODIO GLICERINA. BIDISTILLATA PURIFICA L'ALITO RASSODA 1 DENTI VACILLANTI e uni Bodo I [cozza a TURCHI» N MILANO: L'OBESITÀ curata senza alcun pericolo per la salute con trattamento esterno; che scioglie il grasso e renile la ; FA. GALIMOAERTI È imminente l’uscita del . FASCICOLO DOPPIO della lussuosa rivista mensile Dottor BARBERI -Piazza S. 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