Cinema Illustrazione (July 1934)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

Cinema Mustrazione Per essere ELL ed AFFASCINANTI! DINAPY: al volto della donna bruna dona il colore caldo e vellutato della bellezza orientale; al volto della donna bionda dona il colore roseo e trasparente della bellezza nordica. DINAPY: non è una crema, bensì un liquido studiato e creato per la bellezza e l'estetica della Donna dei tempi nostri, è il classico dei balsami. DINAPY: In vendita presso le migliori Profumerie e Farmacie Gratis: riceverete l'opuscolo “Per essere belle” facendone richiesta alla Ditta “DINAPY” Milano Via Spartaco N. 12. i ; DEL MONDO... ?_ Così lo definisce l'impareggiabile attrice Laura Adani odont di CHIOZZA & TURCHI ABASE DI SAPONE D'OLIO D'OLIVA GLICERINA BIDISTILLATA — JODIO ALLO STATO NASCENTE. | IMBIANCA SENZA CORRODERE 4g i VE 8 IL MIGLIOR DENTIFRICIO ‘..® rivista settimanale. della ‘donna ‘italiana: in ‘ogni numerò i ‘9 le più ‘belle fotografie di moda, teatro, avvenimenti, oltre I Ì ad. articoli -e' racconti di: grande. interesse. femminile.:. Un 9] a “ttumiero costa ‘centesimi 50° .in tutte “le. edicole” d’Italia. ai Madre. Di nuovo le campane rombano e tuonano i cannoni su tutta la Santa Russia, facendo fremere persino l'aria in un inno triontale. Da Pietroburgo partono messaggeri verso ogni punto del paese, verso, persino, le più lontane cittadine, ai confini delle terre boreali. E, quando questi messaggeri giungono a destinazione, le campane intonano la loro bronzea canzone, e la gente cade in ginocchio nelle case e nelle chiese, pregando Dio, ringraziandolo per la nascita dell'erede al trono di Pietro il Grande, supplicandolo di farlo crescere sano e forte e saggio, per la maggior gloria della patria. Caterina, piccola e fragile e bianca, quasi sperduta nel grandissimo letto, in una parte solitaria del palazzo, pare ascoltare il canto delle campane ed il silenzio della tetra casa che l'accoglie, È sola, nella più terribile solitudine: appena nato, il figlio fu portato lontano da tra le braccia per pochi secondi. Non sa nemmeno dove è stato portato. Dovrà crescere lontano da Pietroburgo, lontano dalla corruzione della corte, Lontano dagli intri. ghi e dalle congiure, Questa è la volontà della terribile imperatrice Elisabetta Petrovna, e deve essere obbedita, i Ma Caterina tace. Benché il cuore le dolga, non sa piangere, Non. vuole piangere. Un sarcastico sorriso di vendetta le illumina, gli occhi, dopo tanto dolore. L’erede al trono di Russia, pensa ‘ella. Ah, ah! Chissà poi se ha, il piccolo, una: sola goccia di sangue imperiale nelle vene! Nemmeno lei lo saprebbe dire, dopo quella notte di luna, in un giugno lontano, Quanti nomini sono stati amati da Caterina? Mah! Motti certamente. Sola nel suo letto bianco e immenso, Caterina cerca di ricordafsene; Ma non bastano le dita delle due mani. E sorride, e volta il capo sul guanciale. Sono stati essi, a far di lei quello ‘che è. Essi, che hanno calpestata. la sua anima, deriso il suo dolce candore! Forse, Elisabetta Petrovna sospetta la verità. Ma infine, che le importa? Ella voleva un erede al trono, e l'erede è venuto. Tanto le. basta; è inutile cercare d'andare ‘a fondo della cosa, 3 Il granduca Pietro, invece, lo sa. Egli sa benissimo, pur nella sua pazzia, di non essere Il padre del futuro imperatore, poiché non. fu mai il marito di colei che le era stata destinata in isposa, E, quando tutta la Corte gli si presentò per offrirgli le congratulazioni della’ nazione, con. un sorriso strano, un bagliore cattivo negli occhi, stette ad ascoltare distrattamente le frasi convenzionali. Intanto, pensava alla vendetta; vi no un gesto lo tradisse. Elisabetta, la sua Elisabetta, l’unica donna che, egli credeva, lo avesse compreso ed amato; sarebbe stata la sua complice; Ora. che l’erede sospirato * era giunto, Caterina non aveva più ragione di vivere. Doveva scomparire, E poi, più tardi, Elisabetta avrebbe potuto occupare il posto lasciato vuoto dalla giovane. gran‘ duchessa, Trascorse qualche settimana. Poi Cateri-. na, non più turbata dalla voce. della coscienza, né torturata da speranze o da paure, riprese la sua. vita, Ma aveva compreso, Di più, aveva saputo. Un giorno, durante una. partita-di caccia, in uno dei padiglioni, , mentre. scendeva le scale inosservata, assie. . . me ad una dama di compagnia, aveva udi to; nel vestibolo sottostante, la voce. fredda. e beffarda della contessa Elisabetta. — Oh,.oh! — diceva: questa, — La pic cola granduchessa si sente già padrona della: Russia. Crede che quella vecchia pazza del. ‘<.| l'imperatrice voglia. affidare a' lei le -redini. del governo; quando starà per:andarsene al. . mondo di là; E:non sa, la scioccherella; che: Pietro Fedorovic ed.io abbiamo già stabilito: che ella non regnerà..mai; Presto Pietro. se moglie! Sir * Caterina si ‘sporse cautamente ‘ad. ose vare, e. vide’ che Elisabetta pailava 6 tonte von. Breammer, .la gigantesca; ghà «diadel'corpo del granduca, Senonché, me lei, dopo d'esserle stato permesso di tenerlo’ pensava sornionamente,: senza’ che. nemme © per comparire tra i suoi soldati come una > Parso, inviato lontano, ‘in missione, dalla ne sbarazzerà, ed io diverrò finalmente ‘sna tre ella si sporgeva, una delle assi di noce della scala sericchiolò ed Elisabetta, levan. do lo sguardo al cigolîio, la scorse. Uno sguardo d'odio e di sfida le balenò nelle nere pupille. . — A°, mi stavate spiando ed ascoltan do! — disse, — Ebbene, ora: sapete quello che vi aspetta. E’ la verità. I ‘ ‘Caterina non aveva risposto parola, ma È la dama che l’accompagnava trovò il modo di far giungere alle orecchie dell’imperatri. ce le parole della contessa. Ed Elisabetta, pachi giorni dopo, fu dimessa dalla Corte i e mandata in esilio. Il granduca Pietro, feJ rito da quel provvedimento, si rinchiuse nel le sue stanze tutto fremente di odio e di de siderio di vendetta, e là si dedicò al suo passatempo favorito di uccidere, a cannona te, innumerevoli Caterine, Col cannoncino di legno, il suo giuocattolo preferito, s'in tende. E le Caterine erano sempre bambole fatte secondo l'effige della moglie. © La granduchessa così poteva vivere nella i massima libertà, secondo il suo talento. Le parole di Elisabetta, riguardo alle redini dello Stato, e lo scherno con: cui erano sta te pronunciate, avevano agito come stimo “lanti sulla sua volontà. Ah, sì? Ridevano di | lei? Ebbene, glielo avrebbe fatto vedere, di che cosa era capacel Non avrebbe mai avuto tra le manile redini del governo? Se né sarebbero accorti presto, tutti i suoi nemici! ©. L'imperatrice Elisabetta Petrovna era ammalata; manifestava già i sintomi del morbo che l'avrebbe condotta alla tomba, e per quanto si cercasse di tenere la cosa nascosta, la verità era trapelata, giungendo alle orecchie di Caterina. Era necessario, dunque, prepararsi a regnare ché, col granduca suo maÈ rito così menomato nelle facoltà mentali, non era probabile si lasciasse a lui il compito di governare. Ed era quindi logico che, al., & meno attendendo la maggiore età del principe ereditario, ella salisse al trono in suo nome ed in sua vece, Ma, per ben regnare, bisognava bene conoscere il proprio popolo; era necessario crearsi un’atmosfera di simpatia; circondarsi di un gruppo di amici devoti è ; fedeli. mi Riprese le sue lunghe passeggiate a caval ; lo, dunque, facendosi accompagnare or dal. l'uno or dall'altro dei nobilnomini che componevano la guardia imperiale, dispensando loro i suoi favori, E discese, anche, fra i più umili del suo popolo, elargendo elemosine e soccorsi, parole di bontà e di incoraggiamento. In breve tempo ella fu‘adorata da tutti, Specialmente dai soldati, che spesso passava ‘in rivista, curandosi del loro benessere, lodando le loro imprese. e la loro galanteria. E così, giorno per giorno, mentre il suo cuore amareggiato si faceva sempre più cinico e più freddo, nella sua mente si radicava sempre meglio, e sempré più forte, la volontà di giungere al dominio. Al dominio più assoluto di tutto, di tutti, ad ogni costo. . |. Cap. X. Le prime ombre, Dappertutto,; in ogni cantutcio della. Russia, e specialmente a palazzo, regnava una strana calma. Una di quelle calme ‘sinistre e minacciose che sogliono precedere:le più terribili tempeste. i Elisabetta Petrovna sentendosi avvicinate camerata. Alexei, che da qualche mese ‘era sconizarina, era tornatò quasi all'improvviso e Caterina ‘un giorno, presentandosi. all'imperatrice, lo aveva ‘visto ‘al suo fianco, E le era parso più uomo, più imponente. Ma ella Aveva sapiito-reprimere il sussulto del cuore. Era! stata, quella, l'ultima volta che aveva! vista ‘Elisabetta Petrovna in piedi. Due trando il granduca suo. .. scintilla. di ©... ndava dap evi detto chela ‘ il Un: attacco del ma» a'aveva dovuto rimanere: