Cinema Illustrazione (Oct 1934)

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Ricavato dalla commedia omonima di Guido Cantini, ch’ebbe fortuna sulle scene, il soggetto cinematografico ne ricalca fedelmente la costruzione e lo stile. L'autore non si propose che di dare a un grande interprete un pezzo teatrale di sicuro esito e una parte ricca di possibilità, di risorse, senza rincorrere ambizioni di psicologo o di poeta. IE, come s'è detto, raggiunge il suo scopo. Che il Guazzoni abbia ripreso La signora Paradiso, in tanta penuria di argorienti, niente di male. Offriva pretesti eccellenti a ibientazione e un personaggio balzachiano, assai DISPO a Memo Benassi, per comporre uno di quei suoi ritratti, in cui mostra da tempo di voler cercare la propria personalità. E, se non dovessimo essere esigenti col Guazzoni, per la stima che abbiamo di lui, potremmo dire senz'altro che il film è buono e farà presa sul pubblico. Ma come cioe ilari, in sede critica, cioè di appassionata collaborazione, ch'egli si sia lasciato sfuggire, in gran parte, l'occasione di portare un solido contributo alla nostra ripresa produttiva, servendosi dell’interessante materia che offriva la commedia, per tentare il gran giuoco? Perché non voler uscire coraggiosamente dai limiti della cornice originaria, e da tutto ciò che il lavoro del Cantini contiene di convenzionale e macchinoso, avvicinandosi quanto più possibile alla vita, alla realtà, all'umanità? Se, ad esempio, il film ci avesse ampiamente descritto il mondo di Matteo Iran, rivelandoci attraverso pittoreschi episodii il suo carattere, il pubblico avrebbe meglio compreso il suo dramma. E del pari insufficiente — anche se il teatro può accontentarsene — è la scena in cui la ragazza riesce a commuovere, a convertire e a far innamorare di sé Matteo. Ci voleva una più lenta e convincente progressione di sentimenti; è assurdo che Matteo s'avventuri per una via così nuova e rischiosa, senza un incoraggiamento, una fallace illusione e, peggio ancora, che accetti la sua parte di amante platonico — in mancanza di meglio — rassegnatamente, senza difendersi, senza lottare, senza uccidere, chissà come, la bestiaccia che gli si agita dentro, È un uomo troppo basso, troppo volgare e interessato, per cedere così. Il tema del film era questo: vedere come un materialista incallito della forza d'un Matteo Iran, possa diventare a poco a poco, con eroismo e soddisfazione intima, un idealista. E invece il film lo salta a piè pari, per darci l'epilogo di un dramma cui non abbiamo assistito. Questo il suo difetto più grave, che, ripeto, toglie credibilità e commozione ai fatti e nuoce alla comunicativa di Benassi, il quale fa miracoli di bravura, per colmare la profonda lacuna. Debbo dire ancora, per ciò che riguardo il soggetto, che, rimpastandolo, ‘avrei rinunziato a quella complicata vendetta alla Bernstein î ansone), ideando un qualsiasi altro espediente per il tentativo che Matteo fa di allontanare il rivale dalla donna. Il giuoco di borsa è troppo artificioso perché un impiegato di banca come questi ci caschi, È Circa lo stile del film, approviamo in massima le ambizioni moderniste del regista, il quale s'è evidentemente ispirato a recenti filmi americani; ma il taglio delle scene e il loro eccessivo e uniforme sintetismo, non sempre s'accordano col gene; “i re del racconto e con le necessità del dramma. Le continue inter; i ruzioni del dialogo, che spezzano discorsi di capitale importanza, stancano. A un dato punto, desideriamo che i personaggi si spieghino con chiarezza. Spetta al regista di fare in modo che, sviluppate, le scene e la recitazione non divengano teatrali. Avremmo | voluto, infine, che il Guazzoni evitasse certi luoghi comuni del vecchio cinema, come i superflui esterni (vedi l'inseguimento dei giovani innamorati nel giardino, attorno alla fontana, ecc., fino | al bacio regolamentare), Ciò stabilito, possiamo aggiungere che il f film è degno di rispetto, soprattutto per l’interpretazione stupenda fb del Benassi, La De Giorgi ha fatto sensibili progressi. A posto. il Doro, : ! “FRUTTO ACERBO” Realizzazione di C. Ludovico Braga gua: interpretazione di Lotte Menas, Nino Besozzi, Luigi Cimara, aria Wronska, Elvira’ Borelli, Porelli, Ceseri, (Cinema Odeon). un'arti5ti . Una commediola, diveriente, senza pretese d’originalità, ma condotta con garbo, senso umoristico, gaiezza. Un’'ambientazione piena di gusto, una messinscena che è la quintessenza dell'eleganza e una recitazione accuratissima. Dato il genere — che ha pure la sua ragion d'essere — non si poteva far meglio. L'attrattiva maggiore, s'intende, sono gl’interpreti, dal Besozzi, squisito attor comico, semplice, spontaneo, disinvolto e sorvegliato come pochi, al Cimara, al Ceseri. Lotte Menas è al suo ‘primo film. La conoscete. . E l’infaticabile soubrette della Compagnia Schwarz, che il nostro pubblico teatrale ama. Carina, tutta brio, dotata di una comicità personale, originale. Mi sembra un ottimo acquisto anche per lo scherno, che l’ha accolta bene, Perché non continuare con lei, se di attrici del suo tipo manchiamo?, E “L'ISOLA DEGLI AGGUATI” » Realizzazione di King Louis; interpretazione di Heather Angel, Victor Jory, Nigel Bruce, (Edizione. Fox Cinema Meraviglie. Eden), Scrivevamo recentemente, a proposito dei filmi « gialli », i quali, di solito, si limitano ‘a Se gli episodi che nelle commedie i personaggi raccontano: « Eppure, se v'è un tipo di produzione che offrirebbe largo campo alla fantasia di autori e registi, è proprio questo ». È ne abbiamo avuto la conferma nell'Isola degli Agguati; risultante da una ben dosata miscela ‘di « avventure »_ con « poliziesco ». L'autore ha ambientato la vicenda nel clima drammatico di un'isola tropicale e cioè nel possedimento ‘inglese di Tri. nidad, tra acquitrini e sabbie mobili, rifiuti del mondo civile e indigeni primitivi e ha arruffato. la sua matassa traendo pretesto da un misterioso contrabbando di diamanti. Anche qui c'è il detective, ma l'inchiesta è condotta in modo insolito, non a dramma avvenuto, ma in piena azione, al punto che il dé/ective diventa. quasi il protagonista. del dramma stesso, L'argomento interessa.e ‘il pittoresco dei luoghi. ha arricchito il film di belle fotografie e inquadrature, i ° ; Enrico Ro ia ) Sa ; i dvnrico oma Il gran R.Testro Bellini di P rlezgio” riaprirà guanto prima 1 suot battenti al pubblico con spettacoli cinematografici e di cinema teatro. 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