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me, staccatesi dalla materia. per un istante, per sondare i misteri dell'infinito, i segreti del futuro. Silenzio fatto talvolta di timore, talvolta, di speranza. Silenzio opaco e profondo, assoluto. È il sole di Roma, il sole di quella lontana primavera romana, avvolgeva questo immenso tacere dei suoi ori regali, della sua luce trionfale, del suo ardore, ° i
Poi un grido solo, spaventoso, si ripercosse alinfinito per tutti i colli dell'Urbe, Mugghiò come la tempesta, Si infranse come un'ondata gigantesca tutto attorno, contro gli ostacoli. Si spezzò, si frantumò, si spense. Gli seguirono scalpitare di cavalli correnti in tutte le direzioni, ed ordini sparsi, e altre grida lontane.
= TI suo discorso è finito! — disse Cleopatra sorridendo, pur sentendo una dolorosa fitta al cuore. — Deve essere, almeno, finito. Ho sen
tito le grida del popolo, Apollodoro, è giunto il messaggero che egli aveva promesso d'inviarmi?
— Non ancora, mia regina! Ma ascolta: hai mai sentito nulla di più bello? Hai mai provato tanto senso di grandezza, quanta te ne può dare questo popolo? Hai mai vista tanta potenza? O Roma, tu sei veramente la dominatrice! — rispose Apollodoro, lasciandosi trasportare dall'entusiasmo.
Ma, in quella, si udì nella strada un galoppo sfrenato che si arrestò dinanzi alla casa, e voci concitate risuonarono nell'atrio.
-Eccolo! — esclamò Cleopatra. — Cesare mi ha mandato a prendere. Lasciate entrare il messaggero!
A quell'ordine, un uoma tutto affannato si precipitò nella stanza che attraversò correndo, fino a prostrarsi ai piedi della.regina.
— 0 mia regina! — esclamò con la voce rotta dall'affanno, — Cesare è stato assassinato.
Un fremito d’orrore .percorse il corpo di tutti gli astanti. Cleopatra impallidi otribilmente e barcollò, portandosi una mano al petto come per trattenere il cuore che pareva volersi spezzare nel suo petto. Ma si fece forza, € chiese, con un filo di voce: È i
L.
DA CLAUDETTE
COLBERT, HARRY
— Assassinato? Cesare è morto? Come È accaduto? Chi è stato? Parla!
— Non lo so, o mia regina. Ma ho sentito gridare i nomi di Bruto e di Cassio. E, mentre mi slanciavo verso il mio cavallo per portarti la notizia, una voce fortissima, dominando alle mie spalle il tumulto, ha gridato che era stato commesso il più gran de delitto della storia.
— E dov'è ora? — chiese Cleopatra coprendogi il viso con le mani, tutta compresa di orrore.
+— Il suo corpo, — rispose il messaggero, — giace ai piedi della statua. di Pompeo. Ed è fatto a tutti il divieto di toccarlo.
— Ma io lo toccherò; — esclamò la regina, ridiventando donna ed amante. — To lo raccoglierò, quel corpo straziato...
— No, o mia Regina! — l’interruppe Apollodoro, — Alla morte di Cesare seguirà un grave pericolo per te.
Come a dare maggior peso alle sue parole, le fece cenno di ascoltare: lontano, ancor lontano, si udivano alte grida levarsi al cielo e. pochi minuti dopo un soldato si precipitava nella casa.
— Giungono! Essi giungono! — gridò, — O regina! Essi gridano che vogliono versare anche il vostro sangue!
Smarrita, Cleopatra si guardò attorno: la tremenda notizia aveva fatto rimanere tutti come di sasso. Soltanto Apollodoro aveva potuto, con un terribile sforzo su se stesso, conservare la sua calma, e cominciare a dare ordini per la salvezza di Cleopatra. Aveva chiamato cioè alcuni soldati, e li incaricava di diverse incombenze. All'ultimo disse:
— Fai disporre la galea ai piedi dello scalone del giardino. Subito! Bisogna partire subitol — Parlava col tono energico necessario in simili momenti. Poi si volse alla regina e l’invitò: — Vieni, Regina, Bisogna fuggire, altrimenti ti uccideranno. E
gi
WILCOXON E WARREN WILLIAMS
tu non puoi morire così. L'Egitto ha an
cora bisogno di te.
L'aveva presa per mano, Carmione ed Iras, le si erano poste ai lati, ed il piccolo gruppo s'avviava già, quando Cleopatra si arrestò ancora un momento, per darsi attorno uno sguardo d'addio. Aveva abitato in quella casa soltanto poche ore; pure, quanta parte di sé vi lasciava, costretta a partirsene così, col pesa di quella tragedia sul cuorel
— L'Egitto! Debbo sempre pensare al l'Egitto! — mormorò con un filo di voce. — E Cesare, il mio imperatore, -è morto! Egli mi amaval i
— No, — disse Apollodoro. — Tu, quando sei apparsa nelle vie di Romà, in tutta la pompa del trionfo, altro non eri se non una mostra che egli faceva al popolo romano della sua forza, Egli non ti amava. Non ti ha mai amata, L'unica cosa che amasse era la sua Roma.
— Tu menti, Apollodoro! — sospirò straziata Cleopatra. —
— Cieca! Cieca che non eri altro! Tutto
nello che incontrava e che poteva servire alla potenza del suo popolo, tutto egli con quistava con il suo ingegno e con le. sue virtù militari, E scomparso il più grande Romano, colui che ha fatto di Roma-la potentissima, Làsciati condurre alla galea che ci attende, e salva la tua preziosa vita!
Avvolta in neri veli, nella notte, seduta sul suo trono nella galea, Cleopatra vide
‘svanire il suolo di Roma.
CaprroLo VII.
Il successore di Cesare.
La morte di Cesare aveva scatenate tutte
‘ le ambizioni più sfrenate, tutte le più cie
che passioni di dominio, Ma il Senato, con atto energico, e per fronteggiare la situazione, radunatosi, si affrettò a nominare i
‘ nuovi trinmviri nelle persone di Marcanto
nio, Ottaviano e Lepido, Bastà questo per rinfocolare quella larvata ‘rivalità che era sempre esistita fra i due primi, € che doveva essere non ultima causa della caduta di Marcantonio. i
— Marcantonio! Marcantonio! — bronto
Iò Ottaviano, quando fu fatto il nome del .
suo.rivale, balzando in piedi. — Siediti, Ottaviano! — gli impose que
sti. — E non cercare di influenzare le de-.
cisioni. del. Senato. I nostri saggi senatori sanno quel che debbono fare. A noi non ri
È mane. che ascoltare, ed ‘obbedire agli ordini
che ci impartiranno,
— No, non siederò. Voglio anch'io difendere le mie ragioni! — esclamò iroso Ottaviano.
— Ottaviano, — la richiamò uno dei se-. natori, — Ottaviano, questo è uno scandalo. Non sono trascorsi dieci giorni dalla morte di Cesare, e già voi due. riempite Roma con le vostre rivalità e le vostre liti. Ormai, quello che è decretato è decretato. Assieme a Marcantonio e Lepido, tu sarai uno dei governanti di Roma, A Marcantonio, poi, è affidato il compito particolare di vendicare la morte di Cesare e di puniré l'Egitto.
— Ma perché questo compito particolare viene affidato soltanto a Marcantonio?
— Perché io sono un ‘guerriero! — scattò Marcantonio facendoglisi incontro. — E. oggi, il miglior guerriero di tutto il mondo, poiché Cesare non è più. Finché si tratta di governare, governerò con voi. Ma se davrò fare la guerra, ebbene, quella la farò da solo. E rinscirò ad ottenere tutte le vittorie che ancora abbisognano alla grandezza di Roma! °
— Solo! Sempre solo! Come se non ci fossero. altri guerrieri! Ah, Marcantonio sei stato molto abile, — lo rimbrottò Oitavia«E no con. tono di grande amarezza. — Sei ; stato molta abile, nel trarre profitto della situazione, mentre il corpo di Cesare giaceva ancora sul rogo funebre. E per accattivarti il favore del popolo, ti sei servito delle spoglie di mio zio, sollevando, ‘come un'attore da teatro che vuol farsi applaudire, la sua toga macchiata di sangue, € sventolandola i
—. ‘Basta così Ottaviano! Se dici ancora una parola di più... — € fece l'atto di balzargli addosso, i :
Ma-i senatori intervennero. Trattennero Marcantonio, e gli intimarono di tacere.
— E va bene! Accetterò gli ordini che al Senato piacerà impartirmi, — disse Marcantonio fingendosi rassegnato,
— Finalmente! — esclamarono i senatori. — Così il triumvirato è. completo. Ora dicci, Marcantonio, quali piani bai in mente per punire l'Egitto. Devi ricordarti che. Pim-. presa è arduai,. e ‘che quella. donna è terri-. bilmerite pericolosa... cala
— Lo so, — disse Marcantonio, ‘pieno di fiducia nelle sue forze. — Ma ho pensato
Era tornata alle sue ancelle, che ora la stavano adornando... i i