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Mia zia ha lasciato la sua tetra casa di campagna e m'è venuta a trovare. Ha vis: suto sempre li, sola, zitella, rustica e acida come una prugna acerba,
Erano tanti anni che non la vedevo. La sapevo un po’ strana e violenta, ma quando me la son vista davanti, diritta come un palo di ferro, fremente sempre per qual. che cosa che le va per traverso, non ho pensato più che gli anni l'avessero domata. Hanno domato me, non lei,
Ha cominciato già alla stazione a gridare contro il facchino, — Tu! — (mia zia dà a
tutti del « tu »), — Porta bene quella vali,
gia, guarda che ci son dentro le uova.
A me non m'ha neppure guardato, perché è in collera, Ma la collera le passa, quando andiamo a casa in carrozza e attraversiamo la città. È la prima volta che essa vede una città così grande,
— Che è quello? Che è quell'altro? — mi domanda; curiosa, pettegola, petulante. E poi: — Chi è quella?
.— Ma zia, io come faccio a conoscerla? Non è mica come in paese...
Arriviamo a casa. Guarda le mie due piccole stanze e fa una smorfia:
— Potevi dirmelo prima che eri così al ristretto. Sarei andata all'albergo... — Si leva di malumore « lo spolverino da viaggio » come lo chiama, lei. Un arnese che risale all'epoca napoleonica per lo meno, e si siede. su un baule, rifiutando sdegnosamente la pol trona....... Gta. n : i Alora lo sai perché -s0«.:. no venuta? — mi doman da aggressiva. Di
< — Eh, lo immagin .— rispondo umilmente.
—' Lascia. stare. A so” mai immagini delle sciocchezze, Sono venuta perché ho voglia: di di
; vertirmi, i n, . «La guardo con
un:
po’ di..stupore. Me la’ immaginavo © un: po’. più saggia. : = ché
‘posto. la ‘faccenda di Domenica. Io volto. il*capo: ‘dall'altra: parte, -sor=. ridendo, —. IRE gr Ci ridi anche
no #
io ‘e mi. ‘prende con le
aciatal “= ‘Ehj già, che l'ho ba — Come?! Lo dici .p
amente: per
non abbiamo fatto ancora tre passi che, poveretta, chiede di tornare a casa.
— Già sono le dieci — mi dice sconsolatamente. — Al paese andavo a letto alle atto e mezzo. — È proprio avvilita di sentirsi vecchia. L'accompagno a casa e poi decido di andare da Maria,
— Esco zia, — le dico.
— Dove vai? — mi dice.
-— AI cinema, — rispondo. Tanto è inutile dirle che vado da una donna. — Domani ci vengo anch'io?... -— Mi
chiede. — Non l'ho mai visto! — Ma certo, zia. — ed esco. Ritorno alle due del mattino, un po” stanco. Sento
subito la voce di mia nonna: -— Carlo... — ‘Zia... + Domani vengo anch'io, al cinema, pero?
» Ma. sì, zia. — Chissà perché, ho i un’po’ di pietà per questa vecchia e alle due di’notte non s'è ancora
addormentata e forse pensa a Do-.
menica e al cinema che non ha mai veduto, ®
È mezzogiorno, Ho. fatto
vedére a mia”zia, tutte le
‘cose più interessanti della
città. Non ha-detto mai una
ifola, “Ha soltanto guarda
to, muta € scontrosa. Men-.
tre stiamo ‘per. andare 2 casa; vedo passare Maria e Ja saluto. -— Chi è quella che salutata? Una conoscenza, Chiamala. La. voglio
hai
o
Raggiungo Maria e le dico: — Abbi pazienza, Maria, c'è mia zia che ti vuol conoscere. Vieni un: momento. Non badare alle sue stranezze, sai, :
Marîa sorride e insieme ci presentiamo alla zia.
— Beh? adesso ci tieni in mezzo alla strada? — mi dice la cara vecchia,
— Andiamo in un caffè.
Nel caffè, io divento rosso, quando mia zia dà del tu a Maria.
— Come ti chiami?
—Maria.
— Bel nome. Mi piace, — riflette un momento, poi: — Mio nipote m'ha detto ‘che sei soltanto una conoscenza. Guarda che non ci credo, —. dice maliziosamente.
Io e Maria ridiamo, ° ;
.— Che cosa fai?
— L'impiegata. S Ì
La cara vecchia. sospende per un momento il suo interrogatorio, ma lo riprende subito. %
‘— T'ha detto che ti sposa? Non gli tredere, sai.. di l i
— Zial.. — intervengo io, Adesso questa pazza, mi parla di Domenica,
— Non aver paura, ragazzo, — mi dice, e mi schiaccia l'occhio, ma in modo. che anche Maria vede.’ i
— Ti volevo dire — dite a Maria — che non gli devi credere, Sta attenta. Perché non ti ‘sposerà mai, y
Maria mi guarda un po’ stupita. Non sa se deve prendere la. cosa in ischerzo o no, Io scoppio in-una risata: — Ridi, Maria, perché mia ‘zia è una burlona. .
“— Sì, sono una burlona. Ho detto per scherzo.
Intanto osserva attentamente la mia donna. — Perché ti metti-quella ‘vernice sulla
= Eh, sta più bene. . . dat ‘= E quel nero sopra gli occhi e. poi la. (a cipria, Come: fanno « le ragazze .. di teatro n: . ;
dico a'mia zia,
É poi fumal + esclama. la.
‘nio... vero? Fanno tutte così, le ragazze di
— Ma no, Lo fanno tutte. — GIP
vecchia, vedendo che Maria ‘accende ‘una sigaretta. — Non mi piaci, — le dice. Maria ride, perché. mia zia è vecchia.
Ei
Invece a casa, la cara vecchia mi ha-preso per un braccio. ; — Mi piace, quella ragazza, — dice, — Se si.lavasse il viso, mi piacerebbe ancora. di più, Si vede che è una donna forte, co-. raggiosa, ma... . — Ma}... — domando. — Ma il tuo dovere è un altro. — Ci siamo ancora! Non parlarmi più di Domenica, Hai capito? e — E invece te ne parlo, perché domatti; na è qui, 2 — Qui? . ° i — Qui. In casa tua, E se non la spose rai per amore, lo sposerai per forza. Cono sco io il mezzo, n. — Ma tu sei.., — grido. — Vuoi dire che sono matta? No, sono ; onesta, Ra Comincio a non capire ‘più niente e mi Da abbandono su una poltrona. — Vuoi tanto bene a quell'altra? — do-. manda a bassa voce mia zia, — Si ° & Essa tace un momento. i ) — Sei.il primo; tu? li i Anch'io ‘faccio una pausa. E + No; Aveva avuto un altro, quando.la. > conobbi, |. |< È — E poî, non'ha aspettato il matrimo
città.
— No, Non l’ha aspettato! — le grido. — Non: faceva il calcolo di sposarmi. Mi ha voluto bene e basta. E allora io .la sposo appunto per questo. Perché lei non ci fa conto, > i è
«poverina,
mia a
É 10h
gu
detto, Di. tinuazione a pag, 10)