Cinema Illustrazione (Dec 1934)

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Chiedete l'opuscota "Come allevare il mio bombino,, nominando questa giarnale. SOCIETÀ MELLON D'ITALIA Via Correggio 18 MILANO (125) Aut, Prof, 63440 22/12/89 SCHERK le per inte Genera ie Lodovico Mat ‘no 113, Firenze. È uscito in magnifica: veste il fascicolo col film romanzo riccamente illustrato La signora di tutti Il fascicolo è di 36 pag., ed haa colori, oltre alle 2 copertine, la pagina del frontespizio. La signora di tutti è il film che va in visione coritemporanea nelle migliori safe cinematografiche delle Insigni personalità della letteratura e della critica francese (Tristan Bernard, Pierre Wolff, Antoine, Wuillermoz, Raymond Bernard, ecc.) hanno salutato. nel film La signora di tutti una delle. più vigorose ed or» ganiche manifestazioni della cinematografia internazionale. il fascicolo: in tutta Italia costa una.lira, Settimanale di vila è varietà femminile delta donna moderna. 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Costa centesimi cinquania in tutte le edicole d'Italia. monie il buon Giachi avrebbe ancora dovuto sorbirsi, E, al ve dere il figlio, ella «sclamò: — Eccolo qui, Giachi, il tuo fratello maggiore! Anche Hans aveva subito riconosciuto la sua matrigna e le si faceva incontro, mentre Giachi, dalle braccia della sua padrona, gli faceva anche lui un mucchio di feste, tentando di leccargli il viso. Lammchen, non conoscendo ancora la suocera, si teneva in disparte con aria modesta, un po’ meravigliata da quel lusso e da quel bizzarro modo di truccarsi. — Caro, caro il mio ragazzo! — esclama va intanto; come se avesse recitata una parte, Mia Pinneberg. — Dammi un bacio, Hans! — Ma non posso, mamma. ll tuo cane me lo impedisce, metterido sempre il suo muso tra noi due! Mia Pinneberg posò un momento il cane a terra, poi aperse le braccia, con un magnifico effetto teatrale. — Qui, Hans, sul mio seno! Ora potrai baciarmi a sazietà, E non temere per il mio rossetto. È a prova di baci. Sai che hai un aspetto magnifico? St vede che il commercio del carbone conferisce alla tua ‘salute. — Ma noi non si commerciava carbone, mamma! La ditta Kleinholz non si ‘occupa che di cereali e di concimi... ‘ — Oh, — fece Mia Pinneberg, stringendosi nelle spalle, — carbone o cereali fa lo stesso. — Poi si volse a Lammchen: — E così, tu ‘sei la mia nuova, no? Su, andiamo, ora. Dovremo prendere un tassì, perché questa sera dò una gran festa a casa mia, Spero che tu non abbia portato i tuoi mobili.., ° Parlando. così, sempre volubilmente, ella saliva in una automobile di piazza che li depose presto alla porta della casa. da lei abitata, Era una palazzina, dall'aspetto ‘ricco, e il lusso con cui era addobbata fece spalancare gli occhi ad Hans, troppo al corrente. delle condizioni finanziarie della matrigna, per credere a quell'ostentazione. za veramente stravagante per ricchezza e ‘ve li introdusse. — Ecco, — disse con. uno sguardo di trionfo. — Questa è-la stanza che vi ho riserbato. Vi parrà un po' troppo elegante, tanto più che venite dalla provincia, ma non la è. È, anzi, una cosa di gran buon gusto. Non so bene se sia stile Luigi XV o Rina.scimento, perché non me ne intendo. Ma se lo volete sapere, potete chiederne a Jach ne intende. Anche Giachi è un suo regalo. Non è vero, piccolo, caro il rnio Giachi? . Ella aveva parlato al cane comé,. certamente, non avrebbe fatto a nessuna persona umana, Ed. Hans credette di cattivarsi l'animo: della matrigna, accarezzando l'animale. Poi, siccome quel-nome di Jachmann l'aveva colpito, chiese: ; — Chi è questo Jachmann, mamma? Sei forse di muovo sposata, iper ricevere dei regali così di lusso? Pa, giada Di —. Oh; che terribile Hans! Pensi ‘sempre male di tutto. No, no, lion sono sposata; Jachmann è ‘un mio buoris, un mio eccel lente amico, ed abita qui Lo ‘vedrete que ‘sta’ sera, e. certamente ne rimarrete affascinati. E poi se non ti accomoda, Hans, <= continuò, rivolta ‘al figliastro; — perché hai scritto. chiedendomi ospitalità? — Non. è sua colpa, mamma, — intere” venne Lammchen. —-Sono.stata io; che ti ho scritto, senza nemmeno dirglielo! Ma poi. è stato così contento, — s'affrettòad. aggiungere quando vide l’effetto ché queste parole facevano su Mia, — € specialmente quando ‘gli. hai scritto’ che gli avevi trovato un impiego ai Magazzini Mandel! ,.7 Dr impiego ai Magazzini Mandel? Ma io non ne so.nullal — esclamò la.matrigna con la ‘solita volubilità, — Ma, forse ‘me rie ‘ sono scordata, ed ho confuso il nome; ‘Ad ogni moda, ne parlerete. con. Jachmann.. Lui è al corrente di tvitto..; E così; una: volta ifnpiegatò, potrai pagarmi il fitto di questa stanza.-Oh,. costa un'inezial Soltan: © to duecento marchi al tnesel Cioè, no, Con voi voglio essere generosa. Ve Ja farò pa Mia Pinneberg li. condusse: ad una stan-.’ . gendosi verso’ la casa di mann, È lui che me l’ha regalata, € lui se’ “Basta così!” abottò a dire Hans... gare soltanto cento marchi, e vi metterò il telefono. i . — Ma sei pazza? Dove li piglio cento marchi al mese? — protestò Hans. — E poi, che cosa me ne posso fare del telefono? — Bene, bene, non importa, — rispose Ja matrigna in tono conciliante. — Questo lo discuterai con Jachmann. Intanto, questa è la vostra ‘stanza. Cessa di protestare, Hans, e: se volete, aiutatemi, piuttosto, a preparare qual cosa per stasera, dal momento che la mia cameriera soffre d'un nttacco d'influenza, e non è in grado di lavorare. Detto ciò, sempre con quella sua aria di superiore distacco dalle cose di questo mondo, ‘uscì dalla stanza, lasciandoveli soli. Hans aveva le lacrime agli occhi dalla rabbia. Si volse con ira verso l'uscio da cui la matrigna era uscita, con l'intenzione evidente di lanciarle dietro qualÎ che frase che le dimostrasse che cosa pensava di gg lei,. ma Lammchen si attaccò al suo collo, di; speratamente. i — No, Hans, nò, — lo supplicò, — Pensa a quello che accadrebbe di noi, se ora ti lasciassi trasportare ‘dall'ira! Non mi sembra, poi, una donna così terribile come tu l'hai descritta. Forse, sapendola prendere... Vedrai, non staremo tanto male, qui con lei! I _ E tanto fece e tanto disse che, alla fine, Hans si calmò, e promise di fare del suo meglio per. andar d'accordo. con quella donna, su CarrroLo IIl. Jachmann. " ; “ Un uomo alto ‘è grosso, dalla fisonomia vol... gare ma vestito con un'eleganza abbastanza di seretà;, camminava rapidamente per la via, diniMia Pinneberg, Ed: un'altro omaccione.lo seguiva affannato, cercai. i do di ‘non perderlo d'occhio. Finalmente, come attraversavanò una via abbastanza deserta, Lin seguitore fece qualche passo di corsa, e raggiun” se l’altro. Ù — Jachmanni — chiamò a voce abbastanza alta per farsi ‘udire da lui solo. Ma l'uomò nol ; si. volse.’ i ; “i — 0h, Jachmanni ++ ripetè allora l'uomo, _ toccando sulla. spalla quell’altro. che, 4 quel ci contatto, si decise a. volgersi. i 3 — Scusi, — disse fermandosi, e portando una mano ‘al cappello,, ma con un'aria fredda fred» “da, l'inseguito. — Chiamava me? sunt dg |. = SÌ... rispose esitando l'inseguitore, “ma... ma.., non è lei, Fritz Jachmann? di ‘— E lei, scusi, chi è, per farmi simile do manda? Io ‘non sono chi lei dice, ma Krauz Herman Krauz... . Il tono era misurato, compassato ‘quasi. Dal. suoi’ occhi traspariva un tale: stupore per essere scambiato per: un ‘altro; che l'uomo si sousò.. — Mi perdoni‘ davvero, —' disse. —To. sono l'agente investigatore Dumberg. Ma aviéi scommesso che lei era Jachmann.: ‘ *. > aci — .Si.è sbagliato, — rispose l'inseguito. — Ecco; — disse poi traendo di tasca. alcune lettere ed ‘un libretto ‘d’assegni, — mi dispiace. di non avere qui documenti’ ufficiali..-Ho soltanto delle lettere ed‘un libretto bancario. Ma 5€ vuol. constatare, vedrà che ‘io mi chiamo Krauz; co; me le. ho detto. : ; — Allora scusi di nuovo tanto, —E l'uomò, ifatto ‘tanto di ‘cappello; se ne andò, ‘crollando il capo, mentre l’interrogato riprendeva. la strada, ‘con uno strano. ‘sorriso furbesco’ È ue «labbra; — Per questa volta ‘ancora gliel'ho fatta, polizia, — diceva tra sé e sé, — ma. non 50 Pel