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brò più meritato,
* Sutherland; interpretazione di Gwili Andre, Frank Morgan, (rre“gory Ratoff. (Edizione R. K. O. Cinema Excelsior).
abituali lussi, si propone d'impadronirsi. del famoso patrimonio dei
‘ erede, La notizia del ritrovamento rimpie di giubilo gli
‘Ormai ilgener
IL VELO DIPINTO” Meulizzuzione di Richard Boleslawski, interpretazione di Greta Garbo, Herbert Marshall, George Hrest, Warner Qland e Jean Hersholt, (Edizione Metro G, M, Cinema Qdeon).
N romanzo di W. Somerset Maugham da cui il BoleslIawski hi cavato il soggetto di questo Velo dipinto è noto. Vd è altrettanto noto che il titolo non ha che un valore di suggestione, nou signifi. cando assolutamente nulla, Ma che ceo ne importa? I film è di così alta classe, che potremmo auche chiamarlo « opera diciauno| vesima della Garbo ». È stato detto in America, e ripetuto fino alla noia, che finalmente la cara attrice ride (il fatto risale alla A'egina Cristina) è si è puntato su questa inattesa attitudine di lei, quasi che, di nuovo, nell'attuale interpretazione non vi fosse altro da segnalare, Viceversa in Velo dipinto, dopo dieci anni di lavoro assiduo e di attento studio, l'arte della Garbo ci appare ribnovata, più essenzigle @ sincera, senza dubbio più pura. Ella ha saputo rinunziare a certi suoi atteggia» menti esteriori e anche alli sua impenetrabile maschera di sfinge, per assumere il volto umano di un personaggio qualunque. Questa trasformazione già s'annunziava ino con Come. tu mi vuvi (e forse affiorò in Anna Christie, primo film parlato dell'attrice, nel quale ella incominciò a discendere dal suo piedestallo di statua per immergersi nel mas: siccio realismo di 0° Neill). Ma con Velo dipinto s'inizia la sua terza maniera, ed è l'opera della maturità. Padrona d'ogni mezzo tecnico, sicura di sé e delle proprie possibilità, la Garbo cerca ormai qualcosa di più importante della forma raggiunta, qualcosa. che la riveli, al di là dei virtuosismi e delle native qualità estetiche; un autentico segno d'arte, aderente alla vita d'ogni giorno e d'ogni ereatura, uno bene clie illumini, uno scopo superiore, Uscita dalle stilizzazioni decadenti, dal limbo delle figure di cera e quindi da un verismo fine a se stesso, romantico e privo di idealità, la Garbo affronta ora più difficili prove dando volto e anima a personaggi — com'è questa Katerine Koerber — più ricchi di virtù segrete che di luci apparenti, umiliando l'antica fatuità in un anelito di poesia e di spirituale bellezza. Assistiamo così al raro prodigio dell'inter prete che si annulla nel personaggio, ne assume le passioni e le espressioni, ne vive la storia d'ogni attimo senz’altra ambizione che di renderlo compren sibile e credibile anche per i meno disposti a riconoscersi, per quel poco 0 quel molto che ciascun individuo ha di comune con un'immugine del dolore, l'interprete che tutta si dona a una creatura umana modellata con l’arte sulla viva sostanza della vita. Incantevole!
Anche l'argomento e la realizzazione sono tra i più degni di rispetto che la recente produzione ci abbia dato. Se ne eccettui quella coreografia alla Turandot o, peggio ancora, da Casino de' Paris, che vorrebbe dare il clima in cui la, virtù di Cristina si perde — inadeguata allo scopo e stonata col resto — il film è senza pecche, La sua sostanza morale e drammatica, lo distanzia dalla maggior parte dei film americani, Mai successo mi sem.
; È i 4 CLEOPATRA" © Realizzazione di Cecil B. De Mille; interprelazione di Claudette Colbert, Warren William, Henry Wilcoxon,. (Edizione Paramount Cinema S, Carlo).
Parlando di quest’ultima sua fatica di organizzatore, Cecil De Mille ha detto testualmente: « Già da qualche tempo avevo il desiderio di trasportare sullo scherma l’epico periodo dell'espansione romana nel Mediterraneo, una delle epache più interessanti (bontà sua, N. d. R.) e grandiose, della storia. Qccorreva però trovare una vicenda umana e drammatica che per le sue speciali caratteristiche d'intreccio, di grandezza, di eventi e di sentimenti, non sfigurasse entro una cornice così eccezionale », Ci siamo capiti. De Mille, prima che al quadro, pensa, alla cornice, prima che ai protagonisti, alle comparse, prima che alle cause «di una guerra, ai combattimenti, prima che agli uomini, alle vesti. Inutile ‘quindi ricercare in Cleopatra la benchè minima ambizione di ricostruzione storica, una qualsiasi intenzione morale, un tema che ‘dia significato alla rappresentazione. Il De Mille fa della coreografia fine a se stessa, Gli piace un’epoca per i costumi, l'edilizia, le leggende, gli episodi, l'aspetto fisico dei personaggi. Il resto conta poco. Questa Cleopatra non è molto dissimile da un etéra arricchita, voluttuosa “e capricciosa, che si diverte a rendere inefficienti il pugile è il matador alla vigilia del match. e della corrida. Le sue navi. sono come. pal. coscenici «di mmusic-hall, i cui spettatori furibondi sono gli schiavi in catene costretti al remo e. all'astinenza, In Cesare ella vede il padrone di Roma da umiliare dinanzi al popolo. In. Antonio, colui che la vendicherà del supposto tradimento di Cesare, il rivale imbecille ‘insomma, da mettere al guinzaglio coi cani di lusso. Materiale, insomma, da balletto parigino, basato sul nudo delle girls, sulla bellezza provocante della prima. danna, sui colori le: musiche e le danze. E. accett'amolo pure, come tale, negando però al De Mille ogni merito di regia, perché questi risultati. si debbono esclusivamente all’organizzazione industriale, ai mezzi finanziari messi a sua disposizione e agli artigiani che: disciplinatamente hanno collaborato con ‘gli attori all'allestimento dello spettacolo. Il quale spettacolo è senza dubbio grandioso, di buon gusto e divertente.
“L'IMPERATRICE PERDUTA” Realizzazione di Edward
Un supergiallo, da far accapponare la pelle, Gli amatori. del genere non hanno mai trovato più ghiotta pietanza. L'azione. si svolge in Francia. Un ex generale russo, nella cui famiglia si è verificato già qualche caso di pazzia, rimasto, come molti profughi del suo rango, senza denaro e incapace com'è di rinunziare agli
Romanof che le banche di Londra e di Parigi custodiscono. {Con ; questo motivo, Jacques Deval ha scritto, come sapete, una deliziosa ‘commedia). Valendosi. della leggenda secondo la quale la Principessa Anastasia sarebbe sfuggita al massacro della, famiglia imperiale, va in cerca di una donna che un poco Je sornigli, suggestionabile e priva di parenti, alla quale fa rappresentare la parte dell erede, Aveva già messo. gli ‘occhi su una piccola ambiziosa che spontaneamente si sarebbe prestata al giuoco, quando scopre una bionda. fioraia, Eugenia, che vive con un vecchio ubriacorie il quale le fa. da padre. Il: caso vuole ché costei sia nata davvero in Russia e che il vecchio.-—— cui il generale strappa la confidenza — l'abbia raccolta, piccina. e abbandonata é condotta. con séin Francia. Rapire la fioraia, togliere di mezzo in un modo tuito originale quanto spaventevole l’altra aspirante e .con lei il padre, Der il generale w que stione di poche ore. Poi incomincia l'opera di trasformazione d Eugenia, asiarizione ‘fisica: e ‘morale, perché ella ‘entra. con perfetta ‘illusione nelle vesti: della Principessa
aristocratici russi rimasti fedeli allo Zar. Mail riconoscimerito ufficiale non ha buon ‘esito e quindi i morti si accumulano. ale è deciso a disfarsi di tutti coloro che possono ostacolare il suo piano, «Mala polizia; messa da ‘tempo in sospetto, riesce con L'aiuto di un ladro liberato apposta, & veder chiaro nelle misteriose. manovre del rifugiato e infine ad sicciuffare lui ‘e i suoi feroci: complici, | ;
La' fattura è eccellente e non manca qualche originale trovata,
Enrico Roma
Îrecione e Amministraz.: Milano; Piazza (G. Erba, 6 + Tel N; ro; Tel, 20-907 Parigi Faubourg Saint-Hon 6. GXIIIStampato su carta delle Carliore Burgo
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