Cinema Illustrazione (Aug 1935)

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«mentre lul, Blim, grato e servizievole, ala» tava o spogliarsi .. denaro, e sì avviò alla città. Il suo uv mo doveva pure es. sersi diretto verso l'a CapitoLo II, BOB E ANNA w All'alba, Blim si svegliò lentamente, come da un lungo letargo, e si sfregò. gli occhi, Che sogno strano! S'era gettato in acqua, disposto ‘a morire, ed aveva trovato, invece, un milio nario che lo aveva salvato. Uno strano tipo di milionario, che voleva essere povero, per trovare, tra i poveri, qualcuno che avesse saputo praticare un poco di bontà. Che paese curioso, quello, dove i milionari se ne andavano, in frack, nuotando per il mare, di notte! — Darei un milione a chi sapesse dimostrarmi d'aver compiuto un atto di vera bontà — gli aveva detto mentre lui, Blim, grato e servizievole lo aiutava: a spogliarsi, togliendogli le calze di seta, belle e fini e dolci al tatto, come non aveva mai sognato se ne potessero fare, vicino alla barca la cui vela avevamo scelto per ricovero. ; i Quelle: parole ronzavano ancora alle orecchie di Blim. Poi, ricordava, quell’originale gli aveva parlato di certe bistecche alla Bismark. Bistecche, diceva, alte due dita, con su un uovo... Possibile che ci fosse della gente che mangiava delle ‘fette. di carne alte due dita, e con un uovo su? Evidentemente aveva sognato: mon esistevano milioni né bistecche... Pazienza! Bisognava ricominciare la giornata. Su, coraggio! Si stirò, ed uscì di sotto alla vela della barca. a ridosso della quale aveva dormito, riparato dalla randa ‘come da una tenda. Ma, dunque, non aveva sognato! Il milionario esisteva -davvero! LÌ, ‘sotto ai suoi occhi, stavano ancora le prove: su di una cordicella erano tesì ad asciugare il frack ed i pantaloni, la ‘camicia, e tre o quattro o cinque biglietti da mille. Quanti, mio Dio! Blim li conosceva bene, di vista, per averne spesso ammirati nelle vetrine degli agenti di cambio. Ma, toh, «e il milionario, «dov'era? Scomparso. Volatilizzato. E, con lui, se ne erano andati i poveri indumenti di Blim. Il poveraccio si guardò, attorno: la spiaggia era ancora deserta. Dove era andato, quell'originale?. Era. pur necessario ‘cercarlo, rendergli la sua roba, i suoi soldi Ma, per cercarlo, Blim doveva muoversi di li, e se voleva muoversi di. lì, non poteva farlo in mutande, ma doveva. decidersi ad in dossare quel fracki Beh, ‘non c'era altro da fare! Si rivestì, dun que, si ripose in... tasca tutto quel bitato, se voleva trovare quello che avrebbe potuto compiere Patto di vera bontà. Gold, intanto, cominciava a godere i primi frutti di quel la liberta che si era conquistata in modo così originale, senza sospeltare nemmeno lontanamente tutto ciò che il suo gesto avrebbe, entro breve ora, scatenato. Svegliatosi prima di Bob e quando era ancora scuro, non aveva esitato, per continuare l'impresa cui si era accinto, non aveva esitato ad indossare gli abiti del vagabondo. In tali vesti, pensava, e mescolandosi ai poveri, avrebbe. potuto trovare più facilmente ciò che si era messo in testa di cercare. Poi. senza far rumore, per non svegliare il compagno di una notte, si era rapidamente di. retto alla cittadina, L'aveva attraversata e, con un senso di gioia, di libertà sconfinata, di vera indipendenza, ora che poteva infischiarsi di tutte le convenienze s0ciali, sì era ritrovato in un prato della periferia, dove si ergevano, tra le alte baracche di un Luna Park, i padiglioni di un circo. ; E lì, felice forse per la prima volta in vita sua, si era disteso sull'erba tenera € fresca, non tardando a riprendere sonno. Non per lungo tempo, però, ché, qualche minuto dopo, senti sul volto come una mitraglia leggera di terriccio e ghiaia, Socchiuse gli occhi, € scorse, vicino a sé, un cagnolino che raspando il terreno gli aveva buttata quella roba in faccia. Seccato, si sollevò a sedere e, raccolto un sassolino, lo tirò al cane per farlo al. lontanare. Ma la bestiola, che pareva in vena di giuocare, corse a prenderlo, e glielo riportò, tutta ‘festante. i Gold sorrise; riprese il sasso, e stava già per lanciarlo un’altra volta, quando, di dietro ad una lunga teoria di lenzuola stese ad asciugare dietro alle sue spalle, su corde sostenute da paletti, si udì una voce spazientita, — Bob! Bob! Bob! Tre per ire. Tre per tre! Il giovanotto ‘volse il capo, mentre il cane, invece. d'obbedire a quella chiamata s'allontanava di corsa, e sì trovò «i fronte ad una bella figurina di fanciulla bionda che portava. sul viso i segni di una certa ansietà, — Bob! — continuava ella a chiamare. — Bob! Tre per. tre! Vieni qui Bob! Tre per quattro! — Scusi, — fece Gold balzando ‘in pie “di; e rivol. .. gendosi a Jei ‘ Gold, — ché l'aiuto a districarsi. da vial leggermente impacciato, — chiama un cane, signorina, o vuole combinare una giuocata al lotto? — Chiamo il cane, — rispose la giovane donna, — È il cane matematico del circo, che io avevo in custodia, e che è fuggito. Se non lo ritrovo, il siguor Primrose mi licenzierà ! —Ma li, fa la cavallerizza? — Eh? Per chi mi ha preso? No, no, lavoro nel circo, ma non sono un'artista... Beb, oh, Dio mio! Babl Vieni qui, Tie per nove. — Venticinque! — disse Gokl, — Se mi permette, l'aiuto io a riacchiappare il cane? E, seguito dalla ragazza, si slanciò verso quella parte dove Bob era scomparso. Fu una caccia epica: per una sciagurata combinazione, mentre essi gli davano la caccia, venivano a passare dalla città i corridori del Giro di Francia, e Bob, cane matematico, si lasciava tentare dai numeri che essi portavano cuciti sulla schiena, e da quelli delle targhe delle automobili che seguivano la corsa. Ma finalmente eccoli vicino a lui. Pareva che dovesse bastare allungare una mano per prenderlo. Ma sì, Bob, messo di buon umore da quella scappata, fece uno scarto &, volgendosi appena a guardare Gold come per ridergli in faccia, tornò a scomparire con tutta la velocità delle sue gambette, lanciato come un dardo attraverso le aiuole cd i cespugli di uno dei più bei parchi della città. Gold e la giovane donna ripresero anch'essi a correre mA, essendosi le vesti della fanciulla impigliate in un cespuglio, davettero di nuovo fermarsi. — Aspetti, signorina, — dice — No, no! Oh, Dio! Non venga vicino, — supplica ‘lei. — Non voglio che mi guardi le gambe! i — E che male c'è? — chiede lui, — Ma sa che son belle? — Vada.via! Per piacere. Va — Guardi, signorina; farò così: chiuderò gli occhi. Le va? — Ecco: Bob! Ecco Bob! — esclama in quel punto la fanciulla. E la caccia riprese, sempre più animata che miai. Ma Bob non si lasciava prendere. ? — Uff! Non ne posso più, Sono stanca. mortal — fece la ra gazza, lasciandosi cadere sull'erba dopo alcuni passi, — Quella bestiaccia... — Non si disperi, — rispose Gold, sedendosi presso di lei, — forse è tornato al circo, da solo... — 0h, è impossibile Odia il circo, per ché lo fanno lavorare con la frusta... — Ah, e anche lei, no? Se sbaglia un esercizio... +— Io? Ma le ho già detto che non sono artista, iol Mi occupo delle guardarobe, dei conti. -— È figlia d’artisti? — Na. E da poco che sono nel circo... Ero rimasta orfana e sola. E povera povera povera, da un giorno all'altro, Allora... — 0h, perdoni se. mi sono mostrato indiscreto, — sì scusò Gold, dolente d'aver suscitato. un doloroso ricordo. di = {continua} VITTORIO. DE SICA