Cinema Illustrazione (Sept 1935)

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le angustie che affogano 6 a rivedere vecchi films, a del detenuto in «Io al « Selvaggio» mi e a pan di zucchero, E ezia, to'!, il berrettino ETA, Da Cecil B. de Mille voesse tutti. E invece c'è Poppea. che va a gambe ga e minuziosa toletta, latte delle asine, acqua ineati sulla fronte. Tutto be per aria da quel fuiava con morbida graJettiga, uno scontro, la zzoloni. Ecco un effetto lla vita; che quando si a a dover ridere. ia esser l'arte del movi. marnovratore rallenta il ne. Vengono alla Tuce mostra i difetti del bel oulian. « Cantico dei ‘Cantici n Mme si rovesciano i lumi. trama: ‘Marlené Dietrich aestro d'equitazione che ‘a fortuna, l’assedia con ha deluso e mortificaio tremano di dolcezza. orioso. e come piuma la lano; un lume. Quel luMMuminato la scena d'a; rvare con ‘occhi attenti la scena per convincersi che la povera Marlene non pensa che a far capitombolare il lume, per provocare l'incen dio necessario allo svolgimento del dramma. Ed ecco che, guardato da questo nuovo. puntò di vista, tutto assume un curioso aspetto. Marlene ‘stessa pare abbia indossato apposta il bel mantello dalle ampie maniche, il giovanotto s'è infiammata. d'amore, una donna va in deliquio, si spande già. intorno. profumo di peccato: tutto, in fin dei conti, per rovesciare un povero lume. . E ancora. Un modesto operatore può perfino oscurare la limpida bellezza di una Norma Shearer, Infatti, in una delle ultime concitate scene del film u Io amo », basta una frazione di secondo pet lasciar scoprire, anche. allo spettatore meno preparato, il povero sguardo di Norma devastato alla strabismo. È strabica, non c'è che dire. Deve crederci anche chi non voleva, Chi ‘avrebbe detto che l'operatore, quell'omino che armeggia sconosciuto e solo. nel suo scarabattolo, avesse un ruolo di tanta importanza? Prendiamo qualcuno di quei films che abbondano di trovate e di trucchi: « Frenesia del cinema » con Harald Lloyd. La fatica maggiore, ricordate?, del comico in occhiali sta nel provocar malanni. Piedi distratti. finiscono su poveri cappelli di paglia che È si schiacciano. Porte a vetri che vanno in frantumi} pel poco garbo con cui son richiuse, Insomma un malanno: per dove. passa quell'Harold. Ma guai se’. ti metti d'impegno. a voler vedere come in ‘éffetti si ottiene il danno di un vetro rotto. Occorre, è vero, la complicità di quel-.tale operatore, Ahimè, qual cuho sì rompe prima ancora di urtare il corpo contudente, E allora non ha nessuna colpa quel povero candido Harold, Non. è ‘affatto lui a combinare un malanno.-dietro un altro. Magari glieli. prepara il regista. E glieli. svela .il solito operatore distratto. doo * Ma son considerazioni, punti di vista. di quello spettatore che, come si diceva da principio, va di-. venendo in estate un curioso di errori e talvolta un maldicente parolaio. ali Ev D.