Cinema Illustrazione (Oct 1935)

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‘ Me lo ricordo durante la guerra mondiale... CapiroLo I, Un'uomo di ferro Ne parlava con ammirazione tutta Alessandria d'Egitto, di quel diavolo d'uomo, di quel giovane ufficiale della marina: italiana che, la sera precedente, aveva avuto tanto fegato da affrontare da solo una decina d'arabi scatenati che volevano strappare la bandiera francese sventolante sulla porta d'una agenzia di navigazione. Da solo, con una rivoltella. E c'era riuscito, grazie anche all'intervento tempestivo di alcuni mari‘nai della sua nave e di qualche altro « marsouin » francese. Intanto, però, li aveva’ affrontati da solo, ed era riuscito a tenerli a bada fino all'arrivo dei soccorsi. In tutto, non aveva riportato che una lieve scalfittura al viso, Una piccola cosa, che un pezzetto di taffetà bastava a nascondere. A bordo dell’incrociatore « Bolza‘no » ne parlavano più che altrove. Si. comprende. Corrado Valeri, figlio del contrammiraglio, l'eroe di quel fatto, era tenente di vascello a bordo della stessa nave. — Tutto suo-padre, —. diceva il furiere Gennaro al nostromo Bertana ed al capo cannoniere, due pezzi d’uomini grossi così, che avevano pure preso parte al tafferuglio, — Tutto suo padre. Me lo ricordo durante la guerra mondiale... Li aveva scocciati tanto, che i due erano fuggiti dalla saletta di convegno dei sottufficiali, perchè, quando il furiere Gennaro incominciava a parlare del contrammiraglio Valeri, padre dell'eroe del giorno, non la finiva più, tanto gli voleva bene. Del resto, non aveva torto; il contrammiraglio Claudio Valeri era stato uno dei' migliori uomini della nostra ‘marina, uno dî quelli che. meglio ‘avevano saputo portare la loro divisa. Era sbarcato il giorno stesso in. cui il « Bolzano » era partito per quella crociera, cedendo: il comando al ca pitano di vascello De-Bon, un: altro uomo della sua tempra. Valeri, avrebbe dovuto andare a ‘riposo, data la. grave ‘malattia che lo minava, ma alla quale non voleva mai badare. Però, aveva chiesto di continuare a servire la patria, ed era stato, allora, in riconoscimento, dei lunghi servizi resi, incaricato di reggere le sorti dell'Ammiragliato, alla Spezia. Pochi minuti prima di sbarcare, aveva fatto chiamare suo figlio, e nella cabina del comandante si era svolto, tra i due uomini, un dialogo breve ma pieno di pas: “sione, SE ia — Corrado; — avéva detto il padre, —.io debbo sbarcare. Mi fan «Stella, cul’ Manicavento' € Solinas ‘de dicarono Pultima: sigaretta.:. no sbarcare perché si sono fitti in capo che io sia ammalato. Ma non è vero. Non è vero, ti dico! Il mio cuore è ancora sano come a trent'anni. Non è però per parlarti dei miei presunti malanni, che ti ho. chiamato, ma per dirti questo: su questa nave che io ho comandato fin dal primo giorno che ha preso il mare, rimane un Valeri. Io ho fatto quanto stava in me, e Dio me ne è testimonio, per portare con la dovuta dignità il mio nome. Ora tocca a te fare altrettanto! Hai capito? — Sì, papà. s i Il vecchio aveva abbracciato il figlio, poi aveva volto lo sguardo attorno, come per dare un ultimo saluto alle cose che gli erano state familiari per anni, ma la debolezza di cuore lo aveva vinto. » AI vedere la sua sciabola, inerte, sul tavolo, al vedere i pacchi di libri che avrebbe portato con sé, aveva. sentito, tutto ad un tratto, € ben ‘netto, ‘che la sua vita di marinàio era finita, E finita per sempre. Col viso contratto da ‘un'angoscia spaventosa, era caduto a sedere sul la sua poltrona. — Papà! — aveva esclamato Corrado Valeri, chinandosi su di lui con ansioso affetto. — Non è nulla. Ecco, è già passato! E il contrammiraglio, vinto con un prodigioso sforzo di volontà il lancinante dolore. che. gli: stringeva il: petto, éra .salito in coperta per dare il saluto all'equipaggio che lasciava, ; Fin dai primi giorni di navigazione Corrado Valeri aveva saputo. dimostrare d'essere degno del .nome che portava. In tutto e per tutto: nelle grandi ‘cose come nelle piccole. La sua cabina, persino, sarebbe rimasta nuda e bianca, se Stella, il su attendente, trovata in una rivi: > | sta mondana una bellissima fotografia, non l'avesse ritagliata e, incollandola con: molta cura su di un cartone, quasi si fosse trattato di’ una. fotografia diretta, non l'avesse poi. inquadrata in’ una. cornice, appendendola alla. parete--a capo della cuccetta. Quell'ingenuità aveva. fatto‘ridere Corrado. Non..che egli non fosse, un. giovane “,.80 questa nave rimane un Valeri...” come tutti gli altri; soltanto, fino ad allora, non aveva mai dato tanto peso alle donne, non permettendo loro di entrare troppo profondamente nella sua vita, come pure faceva il suo amico Sillich, il suo compagno di studi dapprima € d'accademia poî, per continuare a ritrovarsi. con-ini in tatti gli imbarchi. Sillich non pensava che ad una donna sola, a Carla Valeri, la sorella di Corrado. E questi, in realtà, non»si era ancora preoccupato «li trovarsi una fidanzata. Aveva altre cose’ per la testa, lui, Così, la sua cabina sarebbe rima sta completamente’ nuda, al contra-, rio di quella di quel dongiovanni del tenente Rocchi, tutta tappezzata di ritratti di donne, se Stella non avesse trovato quell’espediente per renderla un poco meno fredda. A tutta prima, Corrado avrebbe valuto far togliere dalla parete quell'incisione. Ma poi, vedendo la vera bellezza di quella donna,. una signora, senza dubbio, ed una gran signora, aveva cambiato idea. . Anzi, s'era affezionato a quel ritratto, e talvolta si sorprendeva del piacere che provava a guardarlo. Era una bella donna, certamente, e. la vista di una bella: donna è. sempre piacevole per um giovanotto, per quanto austero possa es sere il suo carattere già temprato. Il successo per l'atto da lui compiuto servì a dimostrargli in quanta stima i compagni ed i subordinati ‘lo tenessero, poiché parve che quel gesto di coraggio fosse atteso da tutti per fargli palese la simpatia che aveva saputo suscitare in ognuno. Chi, persino, ci guadagnò, fu Stel. la, il suo attendente, cui Manicaventa e Solinas, gli attendenti di Rocchi e di Sillich, dedicarono l’ultima sigaretta rimasta nelle loro tasche, benché già quasi fumata a metà. CarrtoLo II Aldebaran Quella sera stessa, la sera seguon. te al giorno dell'arrivo e della scara ‘muccia contro gli arabi, il Console d'Italia ad Alessandria d'Egitto offrivauna festa in onore degli ufficiali. del « Bolzano », festa che finì quasi per diventare un’'apoteosi del | tenente Valeri, tanto più che, essen dovi stati pure invitati gli ufficiali di unincrociatore francese alla fonda nella rada, costoro, pur già in gran daffare per. preparare una seconda festa în suo onore, 4 non avevano voluto attendere un giorno di più per manifestargli la loro gratitudine. È inutile dire con quanto-orgoglio di corpo i colleghi facessero la loro entrata assieme a Valeri ed al comandante De-Bon, nelle sale. dove aveva luogo il ballo. Tutti’ gli . “Papd!”, aveva esclimati ««quell’assassino di Rocchi aveva già cominclato a corteggiare... tc) Corrado». te. occhi si volsero istintivamente a Valeri, che tutti riconoscevano subito per il coraggioso difensore dal segno che la zuffa gli aveva lasciato sul viso. Ed il ballo incominciò, animatissimo. Sillich e Rocchi (quell’assassino di Rocchi aveva già cominciato a corteggiare una simpatica signora) non facevano altro che passare dalle ‘braccia di una ballerina a quelle di un’altra. Lo stesso De-Bon, accanto ad una francese tutto pepe, pareva un orso appena uscito di gabbia. L'unico che, sia per la sua naturale ritrosia, sia per il suo carattere timido, si tenesse in disparte, era Valeri. Del resto, non era riuscito mai ad imparare altri balli se non il valzer. E anche questo a mala pena. Così, si era ritirato nel vano di una finestra, di dove guardava, con occhi distratti le coppie dei ballerini volteggianti dinanzi a lui, Ma, ad un tratto, diede un guizzo come se fosse stato morso da una vipera. Davanti ai suoi occhi si mostrava una giovane donna, bellissima di volto, elegantissima, e gli sorrideva in modo incoraggiante. E quella donna era la stessa di cui Stella aveva ritagliato il ritratto dalla rivista mondana, mettendoglielo nella cabina! ° Non v'era dubbio. Era proprio lei. — E lei, signor Valeri, — disse quella soave apparizione, — non balla? i * — Oh, — fece lui arrossendo, — . io non sono molto... ballerino, L'unico ballo che sia riuscito ad imparare è il valzer, ed anche quello lo” ballo abbastanza male... Ed abbozzò un sorriso impacciata, come per farsi scusare. —. Ma ora, — ribattè la hella dama, —— suoneranno appunto un val zer. E siccome lei non si degna di. invitarmi ‘a ballare ‘con lei, invertirò le parti. La invito io. D'altron de, è un poco il mid diritto, essen-. do qui quasi la padrona di casa. Sono la signorina Anna Weis, sorella. del Console... l L'orchestra, in quel mentre, attaccava appunto il valzer che Anna aveva annunciato, non potè rifiutarsi. Si inchinò a-lei, e le offerse il braccio. Ballando, chiacchierarono. E tanto e così bene, che alla fine del ballo si ‘sentivano va saputo, così, che Anna ‘era orfana ed allevata. ‘in Inghilterra. Viaggiava Ù sicché, A costo di parer scortese, Valeri. già amici, Il giovane ave... continuamente, come se. i. È i iÈ