Cinema Illustrazione (Jan 1938)

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CINE RACCONTO. TRATTÒ DAL FILM OMONIMO DL FALCONI E BIANCOLI, DIRETTO DA ORESTE BIANCOLI PER L' "AURORA. FILM", È, per sviare il discorso, SOgguut: se: — Ma non m'avevano detto che ella si trovava pochi giorni or sono in quel di Roma? — Coro infatti fino « ieri l'altro, Ho preso l'altr'ieri sera il nuovissimo diretto Roma-Milano, Un vero treno fulmine! Dall'ombra del Cu siuoni della (ivifià iu uni grane nzione coreografica che allora min. dava in visibilio il pubblico. Ambrogio Peretti non poteva mancare ogni‘ seri nel suo palehetto di proscenio ad applaudire fervidamente la diva. Dopo la recita, naturalmente, la ce netta al Cova era «i prammatici, Verdi ef Papin... Onmai è un vecchio ranimollità. Quest'ultima opera... Cante PÒ che se cd: ma? Ali AE I 4 Falstafl nt A, atudona signori Sentite mez tenia ilue anni «del se Palatino non se vorrà sentir parlino più nesso, Non dura. Piera png? E soltanto l'entrati del grande nastro, sottolinenta | dall'archestrina — delle Dame del to) Dirtisgiton prisiragertit, Lomipagonto ale collega, GL tenntite Nin Manto, atandi per i somvenevoli dinenzi gl La di D'eretti, contri, «ia quel prttesologhe quo piva ali dan sdlidone ille ‘prot, lità e'uniio fendi E anetoe sc proposto do anco e dello niactiezion di Valgigiono, selenio, Rsttor dl alt vece dn quel 1a vl iu quella compagnia cecesivamente INTERPRETATO DA VITTORIO DE SICA UMBERTO MELNATI ELSA DE GIORGI ROSSANA MASI 189 Una sera del carnevale ) del 1897 (in casa .ilei marchesi ‘di Valgioioso fervevano le danze, La marchesa padrona di ca‘sa; aftorniata dalle suo quattro fi“gliole, troneggiava nel bel mozzo. del“a vasta sala, ossequiata ed adulita dalla folla degli ospiti. în. ‘quanto Al signor marchese, benché si sfor: asse d’intrattenere-gli invitati c di tenere viva: la. conversazione, era evidente che qualcosa lo preoccupa vat davi frequenti occhiate al grane de: Inmpadniio a gas che pendeva + al .centro del soffitto affrescato ed agni: poco. si assentava. per. scomparire misteriusamente in un sottoscali dove: scambiava rapide : e .soffacate parole con ni operaio ché stava traf: ficando col contatore del gas. Nel irattompo altri ospiti. giungevano; Sul grande vassoio d'argento | ‘posto: in anticamera. piovevano i biglietti d'invito dei. nuovi arrivati. Due di essi caddero assieme sul mucchietto; ‘uno. recava scritto con una calligrafia dunga 0 sottile ‘« Tenente Stefano San: Mauro », l'altro, in nitido' corsivo. iiglese, « Signor. Ambragio: Peretti... 1 due possessori dei “biglietti: sì guardarono per tn at« .Rtimoce poi: a Caro .siguoi lerottit si Cru el ne lottant! E. dopo una vigorosn stretta di mano i due ‘buoni: amici entrarono nella: salada: billo, Benché assai di‘versì e-per posizione e-péer, carattere: i duo: giovani erano eccellenti conoscenze. "Il tenentino” San''Mauro, di fresco uscito dalla scuola di-Modena, cere militare fino alla punta dei corti capelli. tagliati ca spazzola; uomo di . principi edi rigida disciplini: : PeTetti, invece, era esattamente quello che-a: quei terupi. si, soleva. chiamare sun.dion.: Qualche cosn di più e di me» no. dei nostri “gagà d’oggigiorno. “Sempre a: caccia di avventure; “ proclamava ‘il. celibato lo stato di: perfezione: 0 svolazzava dall'una, al * l’altra.-donnina ‘asserendo’ che-l'amo-. Per amor del:cielo!.,. Roba che “ton” dira. Dura ntige) ” « Non erà dello” stesso parere iil' bel teneitino, Il: quale “fon ‘nascondeva tiri debole pet la marchesina Lucia, la. vezzosa: figlia «dei “padroni ‘di'casa, E-. ; glicanzi non mancò (Ali “approfittare: del itnolli-incanti. d'unti turbinosa: mazurci, per .dichiarare la i propria fiamma: alle iadra:' marchesi: Pn E quella “sora” cla danza poladen fu “1° Jivolontarià com. ‘ plico del' fiorire ‘d'un tenero idillio, ; i Qhilà! — com. metitò Peretti; aver: < do-notato. in'insoli. ta/animazione ‘negli «sguardi. dell’ ufficia. “ letto: EL fencatin, sel ciape' foeugli : Mal'irreprenslbile-' i tonénte non disse .né st né no: e‘st limitò a. mormorate; sorti: denila sotto i. baffi — «Glissons, “carò Veretti...; Glissons! Finzione riella finzione: Ivana: Claar, ché nel "fili ha da parte: di un'attrice: clnerato» | grdfica,ia Murlanowa, ‘prava: una scend dé *Lasignora dalle ca: melle", &salstita’ dale d'attore Rrler-'che fa da: parte: del regiata,, lampadario... Ivi il lion, al quale lo spumante an rinva fagilmente alla Lenta, si lanciava in appassionate quanto strampa» lata discussioni artistiche « politiche. Ml biondo e canto vino di solito le rendeva pessimista. + La musica? Per l'amor logia, nti parlo all'afticiate che lu foce necciniente polone a quella della Madonnina sa in quanto?... Ventisei ore! . — Osteria! — ‘commentò ammi. into il tenentino, passandosi duo dita fra collo r-collevto, com'era sun ribltudine nei momenti di turba» mento. ; * Intanto il march aveva terminato, i suoi andlirivieni misteriosi. In onoro dei gradi. ti ospiti egli aveva preparato uni piccola. sorpresa. Che tntti guardassero <il U. no, duo e’ trel. E per operr digg quel talo ‘operaio lo reticello dei becchia gas sfavilla. tono addirittura, La luce divenne accecante. Gli invi. Hb tati, fra ammirati e impensieriti, si fi cevano ‘schermo agli acchi ‘con f guanti è coi ventagli. —. E. che sarà quando, come dicòW no, avremo l'illuminazione con. l'elettri. cità! — commentò uni signora che Lera abbonata alla Rivistà dello Scionzo. Ma il signor Peretti cera acettico. — L'elettricità) Lie lettriciamo?... Der l'amor: del cidlo... Utopie! Roba che non duri... Dura min gal Quasi per dargli ragiono, le reticéilé ivvame partono. in. ana fiamma rossastra e la tuco ui spene ze, Della momentanea con fusione. ‘approfittò ‘subito l'ottimo Peretti! per filare all'inglese. — Come: l'è che disen i Bh ; Jrances? Cherchex. la" fari ui: i È ti ingl. splegà. ‘mializiona» da . mente all'amico ‘San:Mauro ‘che: gli chiedeva ‘raglone di quella fuga. improvvisa, La femme cera Marghorita Brambilla. una. colebre mima del Teatro. alla Scenla; dove esibiva le proprie forme. giunoniche negli smaglianti co» Viennent con ideune note della rus musica immortale, soltanto Ventrata del Cigae di Busseto, poteva riduete 31 sì: lenzio il chincechte. se dj Valgicinso ; Gel ‘fonenttao condevii [ i RIlia BINCIANE Li ad Armando curia