Cinema Illustrazione (Nov 1938)

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Sarebbe una miudro perfetta », Le strinse la mano col solito calore, è ripetò a voce alla i complimenti che aveva pensato, lrancesca levò su di lui uno tiguardo calmo e meravigliato. ti come si poteelbe essere diversa» mente? chiese, e Comet Ma in mille modi, cara Fran cencat Soltanto che vi deste Li pena di guatrdarvi attorno, vedrete quanto siete distante da tutte te altre donne del nostro mondo, e molto al disopra di loro, naltanto occupate a divertirmi, Ma anch'io mi diverto] Ci sono tane te cose, nella mia vita, por distrarmil Si, mi cose semplici, e buone, è chiare... Cose degna di voi è della vestra anima... Sconunetto che non vi siete mai limiata far da corte da nessuno.,, Molete dire che nessuno mi ha mai fiuto da corte, credo, diss'ella piena di grazia. n Come volete; e questo, perehé il vantro fare semplice è serio, | vostri modi onciti e sereni, terigfono Tontani tutti quivi vanerelli elit non sanno far altro che il tibia Apuotto,., di queste, credete che siano davvero le mie virti? chiess ella con fare dule bian, Nono sino forse i miei difetti, quelli che mi rendono una donna troppo fece, epica spitici 0h, Pranersci, caddamo, è forse cai tioppo valore, Giovanni, ma non tb vapite, che è appunto questi grazii fuiscontit, t|ressdai Vonf{ra essere do nono Vo: ler parere, che è tutto il vostro fascino? Nan coraprendete pianta doleezza emani da voi. da ogni vostro gesto, dit oggi vo» fra parola? Quanto niporpo. quanta Ke pesità # Billa deve na di Dato gli occhi ridenti. Bra un poco stressata in viso, imporr. Quinto calo te Giovanni] Credete proprio che lo me lo menti? (Quindi, afccomme egli pareva, volesse in misteto, ped Lene di intenoimipete, pri ua ganconio ehe apiriuae bacca, quella Cote vemiazione cher de diva fido sfrano senso di disagio, A proposito, Gio» vanni, ce die con vo. eno fattasi improvviso mente quasi fredda, 6 almeno indifferente, Mono Metti AIcord, duto Riftaello,,, I che vi abbiamo fit to venite ad Erba apposta! Valete che facciamo un giretto per lo scuderie? Erano appena Ue seiti in giardino, che si ud il navale mg pito del clacson, e la ghiala del viale siridette sotto le Huant.,, vi ni gomme dell'automobile che si fermava. A bordo, oltre a Roberto e a Giorgina, con le loro biciclette, c'era Teodoro, tutto trionfante, sia per aver raccolto i due ciclisti per la strada, sia per una quantità di pacchi che portava con sé, parte nella stes, Si vettura, e parte sul portabagagli. Se non ci fossi io, — esclamò Teodoro non appena messo piede a terra, voi non sapreste nemmeno in che moudo vivete! Vedete questi pacchi? Sapete dirmi che giorno è? « Perbaccol +‘disse Giovanni. il nove di settembre, « E questa data non vi dice nullat chiese. poi, rivolto a’ Francesca ed a suo figlio. 1 e Nulla, È il nove di settembre, e hasta! disse Roberto, su Stciagurati! Sciagurato tu, € sciagurata leil Siete davvero fortunali nd avere un padre come me, Senzii dirvi nulla, ho diramato gli invili e preparato tutto per questa sera. Gi sarà un grande ballo in giardino, c cena e, insomma, tutto quel lo che ci vuole per celebrare nel modo più degno l'anniversario del vostro matrimonio! «> Ma Panniversario cade 1 nove dicembre, papà! «+ escelamarono’ ad un voce Roberto e Francesca, —Non ti ricordi che nevicava?o «o Dinminel Avete ragione] + diste, smontato, il buon ‘Teodoro, Ed io che eredevo... My giù, sapevo che era iL nove di qualche mese... Bene, bene, pazienza! Dal momento che gli inviti sono fatti e che tutto è pronto, da festa avrà luogo lo iteszo, t È 4 % Musiche, diuize, rumore, risate, allegria; Giovanni non ne potevi più, Tutta quella gente lo esaspera» vi, gli diva Ia sensazione d'aver bi. Rogno di solitudine, «i tranquillità. forse nella sv anima. stava ave vencado, sebbene inavvertitamente, qualche mutamento importante, Uno di quei mutamenti che spesso portano gli uomini a svolte decisi» ve della loro vita, La presenza di Giorgina, le sue insisienze, gli davano una grande noia, quella sor, Un bel pa mm ‘ballava con lei, mai creduto così scioccol Tanta che, noia mentre passando vicino a Roberto che li stava ‘osservando, in piedi, gliela spinse fra le braccia, e corse a nascondersi nel canto più oscuro del giardino dove, sotto un folto cespuglio di alloro, sapeva esservi una panca, di pietra. \f Ma, come sbucò dal sentiero nel piccolo spiazzo, scorse, sulla panca che andava a cercare, | un'ombra bianca: Francesca. Anch'ella, stanca di quel rumore e di quella confusione, era andata a rifugiarsi là, Maspettatamente, il cuore gli dette un tullo, Non si sarchbe mai atteso tanta improvvisa commozione da un inatteso incontro con lei, A — Anche voi, Francesca, odiate tutto quel baccano? — le, chiese con vace che gli sembrava di sentire malsicura. : — Anch'io, + rispose ella con la sua voce calma, -— Quella confusione mi stanca tanto, Mi fa venire le vertigini. Povero papà! Pensare che era persuaso di farci tanto piacere! i Giovanni non rispose, Pure Francesca tacque per qualche poco, poi riprese a parlato! + Ma che avete, amico mio? Mi.sembrate così strano, questa sera... Voi, che siete sempre così allegro, così pieno di brio... -Già, — rispose Giovanni, cercando di darsi un tono disinvolto, —. sempre pieno di brio, almeno apparentemente... Il guaio, vedete, è che non sempre si può essere... — se I vero, Ma questa sera mì sembrate Pf davvero troppo depresso... Ùi « Lo so. Lo sento anch'io, e l'orribile si è che non posso farci niente. Non mi sarei «n» Scommetto che siete innamorato! Giovanni si senti colpire in pieno come da un pugno in petto. Quell'insinuazione, gettata li a caso, da Francesca, gli aveva rivelata la verità, Era come un cieco che avesse acquistato ‘tutto ad. un tratto’ la vista, a fosse rimasto abbagliato da tanta luce, Ella comprese quel silenzia. — Vedete che ho indovinato? -— insistette, — E permettetemi, nella mia, qualità di vostra vecchia amica, di dirvi, che siete . proprio uno scioccone, 2 comportarvi così, Non dovreste essere & così triste, voi, cui nessuna donna, a guanto mi dicono, ha mai resistito. Giorgina, del resto, vi ama an. che lei... ' n Tusciamo stare Giorgina, — l'interruppe Giovanni con un tono così serio e quasi scortese. da restarne meravigliato anche lui, — Non è «li Ici che si tratta! — E allora, sì potrebbe sapere chi è la maliarda che vi ha rubato la pace del cuore? —— Francesca, ve ne prego, non scherza» te su queste cose... Vi assicuro che non. c'è proprio nul iccia mi. nato 1,0)