Cinema Illustrazione (Feb 1939)

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lalipccelse altezze quei doni te iovrano addosso. Juallo la scelta fu fatta, ed era quai il mezzogiorno, il divissimo, sì la tti ua tat e ‘a to ro hi nò finalmente di ricordarsi loro che in non piccola par Ù ettersi simili spese e, ri itosi nell'ufficio della pro-, fetaria della ditta, telefonò | regista. Lu Sì, sono io, — disse con tono di molta importanza, ‘quando quello, al sapere che Tera Sala che telefonava, ebbe preso il ricevitore con ‘ un sospiro di soddisfazione. — Mi si è guastata l'automobile in aperta campagna, ed ho dovuto ripararlà qui, ‘alla meglio. ‘Tra venti mi. È nuti sarò. allo studio. — Avete bisogno di I niuto? Se volete, vi : mando qualcuno incontro... — si affrettò a dire, con la massima premura, il Hai regista, felice di saspet ce, finalmente, si staheominciare, no, grazie. Non è nulla, A allora, 9 cò il ricevitore, e col tono lì chi sa che nulla gli sarà Idisse a Doris: (ettami questa sera alle noa prenderti, e andremo a eme, E trovati pronta, perhe non mi piace aspettare. ie, la ragazza alla « Pen avera n, dove cella abitautto motore si ‘lanciò fuori i "ala, diretto allo studio. fiice di vivere, in quel mo- cui tutto pareva arrider Ù Malllo si sa, è proprio quando. feti, più sicuri di noì e del fivenire, che-il destino colfciato a oltre cento all'ora, ivviava allo studio canticpando, ad una svolta, per grosso autocarro che octta ‘la strada, sterzò bruli ULI , dopo vari giorni, all’ouarito delle sue ferite, Tutfe effetto del contraccolpo, catisa di qualche lesione’ impossibile da localizzare, la jivoce se ne era andata.. Il Kurizio Sala era per sempre { era ancora una grazia se ‘farsi udire quando parlava. uno lo seppei nessuno dobo. Se la sua disgrazia; fos nia di ragione pubblica, la li concedevano la facoltà di’ . dentemente fosse la strada della gloria, Società Cinematografica Internazionale avrebbe .corso il pericolo di fallire, con tutti quei mi lioni posti in giuoco sul suo nome. Tutto quello che bisognava fare, ora, era trovare una voce che rassomigliasse alla sua come una. goccia : d'acqua rassomiglia ad un' altra goccia d’acqua, Quella voce avrebbe cantato per impressionare la colonna sonora, mentre Sala, dal canto suo, avrebbe agito sulla scena. Così, i tre film avrebbero potuto essere condotti a termine. In seguito, ‘ poi, si sarebbe visto. Certa, non era facile trovare una vocé il cui timbro rispondesse così bene al timbro di quella di Sala, ma la si trovò, grazie ad un caso: la stessa Società ‘aveva, tempo prima, girato’ un documentario in'un grande cantiere navale, un documentario accompagnato, naturalmente, dalla sua brava colonna sonhora, la quale riproduceva tutto il {rastuonio della lavorazione, risuonar di lastrani metallici, ‘ sericchiolare di ‘gru, pulsare cpilettico di martelli pneumatici, fischi di sirene, E, alta su quel tumulto, una voce, dominante. Una voce chiara e squillante, dal timbro puro come acqua di fonte, una voce cristallina cd allegra. Lo stesso caso. che si era divertito a giocare con la vita di Sala, fece si che il regista, proprio quando non sapeva più dove battere la testa, assistesse al montaggio del documentario. e udisse quella voce, Se non gridò a Eureka n, forse fu perché, come molti bravi registi di questo. mondo, non: conosceva né il greco né Archimede, Tuttavia, disse in italiano: -— Ecco il no» stro uomo! ‘Tre giorni dopo Gino Malversi, fino a quel momento modesto ope» raio di cantiere navale, vedeva schiudersi davanti la strada della gloria. O, almeno, quella che egli sperava ar Del tutto digiuno dell'arte del canto Gino non era: conosceva, anzi, i pregi della sua voce e, amantissimo com'era della musica, aveva voluto prendere lezioni da un madesto maestro, un ial Tabarrini, vecchio amico di casa, che aveva accettato con entusiasmo, Se gli emolumenti erano piccoli, quali soltanto ‘pos-. sono uscire dalla borsa di un modesto operaio, l’entusiasmo era grande, e. forse, più che lo stesso Gino,. chi sognava fama e ricchezze, erano il buon Tabarrini e la. mamma, ‘che formava tutta :la famiglia del giovane. Si sa come avvengono questi distacchi; il dolore è miti: gato dalla: speranza, Così, Gino parti, vedendo schiudersi da [ei ‘que stars rro aiprenderti;i; n PE: i ‘eraial=: vanti, ‘oltre alla già riPi cordata: via della gloria, anche quella del fasto mondano. E.-questo’ è -perdlonabile: qual. è « quel giovane che, baciato in fronte dalla: fortuna, ‘non’ pensà, ‘innanzi tutto, ai piaceri che questa fortuna gli permetterà? ; Naturalmento, giunto a destina. zione, prima ancora di cercàrsi un alloggio, sì preoccupò di recarsi alla sede della Società Cinematografica Internazionale; ‘ un’ po’ per cono» scere coloro per i. quali doveva lavorare; e il campo del suo lavoro; molto per definire, di presenza come era stato stabilito, il suo contratto. si Fu ricevuto ‘dallo stesso. consigliete delegato, sssistito da una si gnorina giovane e molto, molto ca: rina, che ‘sentì chiamare: col nome di Mirella. E. fu in una specie d'estasi che.il giovanotto senti’ leggere le clausole che lo vincolavano, ein virtù delle quali egli si impegrava ‘a cantare, è a, cantare sol. tanto, perché né il suo volto, né la sua persona, per quanto zion disprezzabili ‘affatto, non dovevano comparire in nessuna scena del film. ” fuer — La. vostra voce è quello che noi vogliamo, + gli spiegò l'uomo d'affari, — perché in un film cantato la voce è tutto, Oh, Dio! Non nego che: la. presenza conti anche Quattro . ‘mila lire al mese. In seguito, vedremo seavete qualche attitu; dine per la scena. E chi sa' che anché voi... ; Tutto. miele, Tutto. miele pet addelcire fa medicina, Ma Gilio erà. felice; con ‘quattromila lire al mese, pur mandandone mille alla mamma, per -èui ‘quella. cifra ‘avrebbe rappre-. sentata la’ riccliezza, poteva fare il signore. Cento lire al giornot * Chi avrebbe mai sognata tanta ‘abbondanza? Stentava, persino, a credervi, i Vi credette, però, ‘quando Mirella, come egli ebbe apposta lg. sua firma in calce al documento, gli porse «un cospicuo assegno, lauto anticipo dei compensi prossimi a -veniro. Ù —. Ed ora, —:disse la -fanciull: quando tutto fu: deciso, -— voléte darmi: il. vostro. indirizzo? — È che, — fece Gino. un po' imbarazzato, guardando la. valigia ‘che aveva lasciato. în un' canto. dello « studio n; non sb ancora : dove andrò ad. abitare, Non éssendo. pra-. tico ‘della. città, ho-pensato di venire prima qui: Anzi, vi sarei grato. se voleste indicarmi... z ‘Albergo... Ma no, È meglio. di no.” È un posto troppo caro, e non avete l'aria. di un giovanotto disposto a buttare il. denaro dalla finestra, cosa che vi fa grande onore. Conosco: una pensione, la i Pensione Primavera n, dove so che stàrete molto liene, senza spendere troppo, Ora ‘telefonetò. Soprattutto, | però, icofdatevi : ina cosa; nessuno, come dice il contrat to, nessurio: deve, sapere. ciò che voi Tate qui. Sareste il primo. a subire le. conseguenze della.‘vostra indiscre. gione; E La-fanciulla aveva parlato con tan ta ‘simpatia e tristezza insieme, che Gino ne fu impressionato, e promise di osservare le clausole del contratto el modo più. assoluto, Non riusciva,: però, a. spiegarsi Il perché di quella mestizia, Se avesse saputo che a Mirella ripugnava il sacrificio. che . gli veniva ‘impasto, cliissà: che cosa avrebbe ‘pensato. ‘Pure, la stessa | huona: Mirella: comprendeva .come il consigliere delegato dovesse protegge» ie-il denaro già speso, e tarito.. più che, da qualche: giorno; ‘erànd :giuriti per. qualche” -cosa,, ma ‘è la voce. —— Ma certo, ma. certo, — rispose i rappresentanti ‘di tina :-fortissjita quello che fa, E noi siamo. disposti. Mirella premurosamentée, ' — Posso. casa,-]n « Produttori Consociati n, i a pagare la’ vostra la' bellezza di: .telefonare subito jo stessa al-Grande quali: si erano ilichiarati” disposti;