Cinema Illustrazione (Feb 1939)

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PUNTATA X No, stavolta no, Nannetta non ci si ritrova, cume a Parigi e a New York. In queste città non s'er& sentita' straniera, arrivandoci, Aveva no eatrambe qualche cosa di conòsciuto e ‘di familiare: che le aveva permessa di prenderci subito confidenza. Sui marciapiedi in piazza de 1'Opéra, nell'albergo sul boulevard Raspail, al Lafayette, nella. Fifth Avenue, c'era. arrivata preparata, € poi a Parigi si respirava sempre aria d'Europa, e n New York anche, in fando. Quei nove giorni di traversata, monotoni “e lenti, non le avevano dato. il senso del distacco tra una sponda ‘e l'altra, tra il vecchio « il nuovo mondo, A New York s'era sentita subito come di casa, ma qui a Los Angeles Ja cosa er diversa. Tre giorni e quattro notti di’ corsa ininterrotta .in treno attraverso il continente, durante Li quali ‘aveva veduto Î chilometri aggiungersi ai chilometri nella. successione cangian. te delle pianure, dei monti, dei fiumi, ssfilati davanti ai tersi doppi cristalli .del palliman ‘o dal'terrazzino del vagone club, le ‘avevano dato la sensazione inebriante e un pochino augosciosa «di sprofondare. nella distanza incommensurabile, fuori dal lo spazio é dal tempo, al di là di ogni confine. Dietro alle sue ‘spalle non c'era più, come strll’oceano, una linea insignificante d'orizzonte, senza puiti. di riferimento, dalla quale sembrava d'esser sempre: ugualmente prossimi e-lontani, ma una iniumere. vole serie di visioni e di ricordi, di punti fissati nella memoria e nei sensi, futta la massa e la distesa infinita della terra, le città fumose e ruggenti, i boschi, le vigiie, i mari verdi di frumento,.le praterie brul-. le, il deserto rossigno e ametista, le piante: strane, la gente nuova, i colori infiniti delle cose e del ‘cielo, il variar sensibile del liriguaggio, quel. »lo-dell'aria e “del clima, e’ infine ‘questa camera. in cui è venuta ‘a finire, in un albergo scelto a caso, che d'europeo non ha.che il. rome: Savoyî un piccolo cubo. dal pavimento. ‘altamente elpato, dove’ non. c'è ‘ché un. letto; un tavolino,.. un piccolo . cassettone, ana sedia, una . poltrona a dondolo, un telefono è una «ibilbbiai dove. l'armadio e il. bagno sono «incassati. nel muro; ‘dove. tion c'è un:campanello elettrico; dove. ci si “sente .treniendamente. sperduti, isolati e stranierì. Nannetta‘guarda ‘le. sue. valige ancora da aprite, poi si ‘lascia cadere sulla. poltroria, davanti. alla finestra “dalla quale irrompe un beî sole bruciante.: Il lungo viaggio è finito, il lungo viaggio che è stato/un incanto ‘ <e Un.ineubo, su quel treno dai:vagoni 2 color .tortora, ognuno dei quali por. tava -sul fianco in lettere d’oro il proprio nome, comi. unn neve, e che era trascinato «da. una. locomotiva mastodontita. ‘Aveva ancora’ nelle orecchie il muggito straziante. da; bisonte ferito del -sito-fischio, e i rime . tacchi della sua campana, che’ pare vano quelli della ‘campanella di un ‘santuario în cima’ a un colle; come «la: vibrazione estremamente: arimaniosa del gong; che il cameriere ney gro del: vagone-ristorante. scuoteva passando «cli vagone: in vagone; per annunciàre l'ora della colazione e del pranzo, e davanti agli occhi Ie sì ac cavallavano disordinate. le. immagini dî tutti i. luoghi intràvisti-e la-figura «di Pinoncelly, il: conipagno' di viaggio a cuî l'aveva. presentata..1) signor Hubert, quel-nizzardo; timido e zoppo, che fumava. degli .enornii sigari dal profumo dolce, e che a El Paso, sulla frontiera messicana, ‘le aveva baciato la iano arrossenda; con un gesto da caballero, che ‘ha atteso proprio l'uftimo istante, quel. lo dell'addio, per rivelarle i suo amore infelice e segreto, balbeitando confusamente: è 22 A Chibuahuo, qualcuno si ri corderà sempre di voi, signorina... Chihuahua, lo ‘strano nome del paese ove egli vende stoffe tedesche e sete francesi alla colonia cdi mennoniti. canadesi, i quali in segno di protesta contro la guerfa, che la loro setta non ammette, quando il Canadà era entrato ‘nella conflagrazione europea, avevano abbandonato le lorv terre boreali per rifugiarsi sulle selvagge montagne di quello Stato messicano... Strane cose, strane gen. ti, eppure dovunque s'incontrano dei cuori, sempre pronti a schindersi, Del Testo, perché pensare a’ tutto ciò? Talvolta, quando il treno che In portava incrociava . qualche altro convoglio, Nannetta. si sentiva struggere il cuore e impallidiva all'idea che forse suo padre poteva essere ll dentro, in viaggio di. ritorno verso New York... Non cra stato un azzardo folle, il suo, di partire così, verso ignoto, senza alcuna sicurezza, ‘ma: solo con la speranza: di ritrovarlo? E. che avrebbe fatto, se non lo avesse’ ritrovato)... Ecco; non ‘bisognava lasciarsi vin: cere da queste nerè supposizioni. Ancora un po! di coraggio, usi po di freddezza, un po" di. calcolo. Inutile ‘star I in una poltrona a riè spilogare ciò che era accaduto, | quando non si hanno. più che ottanta dollari da spendere, Se aveva . commesso una: follia, era. nes cessario finirla presto, arrivarci in. fondo. Orsà, un buon bagno, e poi si vedrà... l i‘ Hollywood? Ma certamente, è vicinissima. Potete prendere <il. tram. rosso di Glendale, qui a due passi, in Olive Street, .oppure l'autobus alla 7th Street, ; inero‘cia Grand' Avenue, e in-mezz'ora: sarete a Hollywood, La signorina dell'ufficio. informazioni del Savoy tra. loquiace e. gentile, non ‘8000, ma Si.interessava enormemente a quella Viaggiatrice:straniera che arrivava di. rettamente dall'Europa. Ai Savoy, ché nonostante jl:.suo nome internazionale-è: un: albergo frequentato solo da. unn clientela: provinciale, l'arrivo cli Nannetta ‘aveva destato la curio sità di tutti, Piglia — È .moltà grande “Holly wé60d? — de chiese Nannetta, La signorina allargò le braccia; e con molta org glio rispose ‘come. se. recitasse i ‘im moria ; Si i — Los Angeles: ha “più “di unimii lione è mezzo: dicabitanti, * la"teri za città degli Stati Uniti;.ma è prima per estensione, giacché occupa’ LI Min'area ‘chè ‘è più vasta: di quella ‘81 cui si stende-Londra, (em Ma io chiedevo. di Hollywood, Signorina; di È FE Hollywood? Ma ‘Hollywood non è uha-citàà; è semplicemente un sot ;di: Los Angeles, anzi una. stra. da di“Loss DA — Eh? enti: cha. le sue gambe credevano e si appoggid al batico. Ho'lywood non è una città, una piecola città, ma solo un sobborgo di una immensa metropoli?... Come cer carvi, allora, il habbo?.., A chi rivolgersi?,., È — Surely, certo, ‘dappertutto si crede così, perché quelli di Hollywood tengono a far credere che la loro .è una città, ma non è vero viente... — seguita ‘a cinguettare la ragazza, che .resta malissimo quando Nannetta l'interrompe per chiederle: — C'è un console italiano a Los Angeles? È A C'è un -vice-console, il che fa lo stesso, e pochi minuti dopo, con la morte nel cuore. Nannetta bussa alla porta vetrata al quarto piano di un imponente building al numero 130 della South Broadway, Non sa come Ecco finalmente trovata colei che ‘sarà. Scarlett. O'Hara nella ridazione’ cine» matografica del popolare romanzo “Via col vento, acella di Selznich d.caduto’ au Viviari Leigh, attrice Leigh avrà comé compagno Clark Gable, Eccola, le sia’ venuta quell’iden di rivolgersi al Consolato; ma chi altri potrebbe aver. nodo: di metterla‘ sulle’ tracce del. babbo? eri Una: signorina; bruna e dita; con una gran bocca rossa, la accoglie éon un'occhiata interrogativa, senza al zarsi dalla ‘macchina da scrivere, No, Îl signor console nori verrà ndl pome. riggio... ‘Lo si può vedere?solo dalle tr alle 12 del ‘mattino, risponde. la segretaria alla domanda di Nannetta, ssprimendosi’ in: un.’ italinho. stretto e guiturale.: Ma che-cosa le occorre? «= Vorrei avere notizie. di un mio congiunto («.ma perché non dicd'che è: mio padre? ») che deve ‘essere arrivato da’ pochi giorni qui... — mor. mora: Nannetta. : i ) È “curioso; come quella ragazza in 1; 6on quella. gran: bocca: Luigi Glarelli,,. Qui: noi si è presentato ‘di sisuro —:risponde: la segretaria scuo» tendo.il‘capo,.— Aveva qualche pra. tica da svo) al Consolato?.., Ma Dopo tante incertezza, la Inglese, di 26 anti. Vivian davanti allo ‘specchio, ROMANZO DI TITO A SPAGNOL no, passa tutto per le nie mani, questo. nome non l'ho mai sentito... È venuto a «stabilirsi a Los Angeles?,.. Ma voi non avete il suo indirizzo?... Cosa fa?.., — No, so soltanto che è venuto ad Hollywood... — Ah, vedol È forse un attore? — No, si ocenpa di affari, di ban. ca... (« Che idea, il babbo, attoré!») — Se era un attore, forse al gior «nale avrebbero saputo dirvi qualche cosa... — Al giornale? Che giornale? — Ai giornali italiani. Ce ne sono due, qui. Di solito lì sanno tutto, se si tratta di attori o di gente così che viene a Hollywood; ma se voi dite che. non è un attore, questo vostro parente, non saprei davvero cosa fa. re per voi... Se volete lasciare il vo i stro indirizzo, ca. so. mai venisse qui... — E ai giornali, forse?,.. — Potete provare... Uno l’/talo-Americano, è nella North Broadway, al 711, l'al tro ha l'ufficio qui, in questo stesso building, ‘ma non c'è nessuno, ora. .Nammetta è di muovo in. strada, ‘ un pezzetto di car. ta in mano, su cui la segretaria del Consolato le ha se. gnato l'indirizzo del. giornale. Fa cenno ad un tassì, ma stenta a schiu. dere ‘i denti sérTati dall'angoscia; quando il conducente le chiede do. ve vuol esser por« tata; La macchina parte, poco dopo ‘ imbocca un tunnel rivestito. da bianche piastrelle di maiolica, chele ri. corda i) traforo del : Tritone, a Roma,., Sotto, c'è lo stes. so odore e il.nedesimo strepito, e. questo qui, in-go. la, è un sirighiozzo che. non. si può trattenere... « Do. vriò telegrafare a mammà, ormai fon mì resta cal tro...» si dice Nan. netta, ma dentro . di lei, ‘in. fondo; c'è sempre qualche cosa «di .indomito che. non .si rassegna e che non si piega: è partita decisa a tutto, tutto. dunque. deve‘ affrontare, avanti dî capitolare. E poi, «chi ha detto che fion ci sia più spe ranza? Il tunnel finisce, e sembra finità anche la città, Nannetta si guarda « attorno; Broadway, che' non è quella di New York, ma che tuttavia .se ne flà le arie con i suoi modesti gratta» cieli; le :sue vetrine sfarzose, i ristoranti, i cinematografi, termina la sua. parata superba al tunnel, ‘Oltre i questo si chiama ancora Browdway, ma. diventà di colpo una via da sobborgo, larga, con le case has: se; in‘mattoni, senza più ‘fncciate di marmo, senza più negozi splendenti, senza ‘più folla sui marciapiedi. Il sali si Spena Sul cristallo di una: vetrina. Nannetta ‘legge le ‘parole; L'Italo-Americano, ta Miu in piccolo: «Italian news-paper n, AL di. tà del \cristallo’si intravede. la grassa schiena di un vomo in mani: che di ‘camicia, seduto davanti ‘ad una ‘Minotype. I. vano buiò della 10 (NMUIINFAVANE porta, poi un’altra vetrina nella quale non si vede nulla, perché una tenda: abbassata la maschera, Appena entrata, con gli occhi ancora abbagliati dal sole della strada, Nannetta esita. Tranne l'uomo seduto alla linotype, che non si è accorto della sua presenza, le pare che nel vasto locale, oscuro. come una cantina, non ci sia nessuno, A destra, c'è una tramezza di vetri martellati nella quale si apre un uscio, pure a vetri, su cui si legge la parola « Pri vate ». Dall'estremità della tramezza.parte un banco che divide in dne lo stanzone, Al di lA del banco si scorgono casse di caratteri, alte scansie ai muri e, in fondo, alcune macchine tipografiche. Davanti al banco stanno tre poltrone e un tavolino di vimini. H ticchettio della linotype è il solo rumore che si senta, — Cercate di qualenno? È un'aperta voce toscana che le fa questa domanda, è appartiene ad un nomo comparso improvvisamente dietro una cassa di caralteri. Egli si avvicina al banco, reggendo in mano un compositoio. Indossa una combinazione da ‘operaio, .gialln e piena di°macchie d'inchiostro, ha le spalle un po’ curve, ‘è grigio, ha un bel naso rosso e un paio di baffi ispidi color mostarda, Sorride a Nannetta, con uno sguardo curioso e benevolo, ripetendo la sua domanda in un ingleso da far rabbrividire. — Sì, non c’è nessuno? — Ma chi volete? Il sor Qleto non c'è. Se è per qualche lavoro, potete dire a me.,, «= No, vorrei parlare... — Sor Buti, vedete un po’ voi, qui —— grida il vecchio volgendo il capo verso la tramezza, e poi: — Accomodatevi, signorina, entrate da ‘ quell'uscio. — Chi c'è, Donnetti? Nannetta bussa ed entra, Tre acri. vanie, due macchine da scrivere, un divano di vimini, qualche sedia, un telefono, in ‘otto metri quadrati di spazio, più un uomo, senza giacca, le maniche della camicia rimboccate, la sigaretta all'angolo della ‘bocca. Egli si ‘alza, un po’ stupito, e togliendosi la sigaretta. dalle labbra, dice: — Volete me? Prego, siedete.., È alto, magro, con una bella fron. te un po' stempiata, qualcho capello grigio, due occhi chiari, un sorriso stanco, Egli scosta la macchina da scrivere, appoggia il gomito sopra un fascio di carte 6 di giornali, e atten. de. Nannetta non sa come incomin» ciare, s — Mi ‘hanno indirizzato qui, dal Consolato...’ Sono arrivata stamane da New York, e avrei bisogno di una informazione... Mi hanno detto che voi, forse... Egli l'ascolta, attento, fissandola con i suoi chiari occhi penetranti, sorridendo, come per incoraggiarla, col suo sorriso stanco, Nannetta s'è interrotta, e guarda. in giro, penosamente, come cercando l'ispirazione da qualche’ parte. — Una sigaretta? —. agli offre, quasi per: darle tempo: di pensare, è mentre i suoi. sguardi che la atudiano. non l’abbandonano,: soggiunge : — Ah, venite da Now York... —. Sù anzi da Roma, giacché a New. York non mi sono fermata che un giorno.., — Si interrompe di nuo» vo, a È ora ‘cosa’ gli dovo. dire?.., Parlare del congiunto, cone alla segretaria del Consolato, oppure dir la verità. intera,. schietta, senza reti» cenze?... È duro, ma d'altronde, cosa «devo fare?,., » pensa in quel. l'attimo, mentre un nodo di pianto le serra lay gola. Come se egli leg: Besse nel suoi occhi, come se ‘intuisse il suo affanno e il suo impaccio, tende una mano, la posa un istante su quella di îei, con un gesto’ di confidenza così amichevole, così fraterna, che Nannetta si sente di colpo. liberata dal peso del suo riteguo. In poche parole gli dice tutto, almeno i fatti, quelli che importa ch'egli suppia, e quando ba finito, tace, guardandolo ansiosa con gli oc. chi ofluscati e le labbra che trémano. Anch'egli tace, x 10 (continua) Tito ‘A, Spagnol