Cinema Illustrazione (Mar 1939)

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(EMIR ZONE È Usi ollevò con un':gesto meccanico la veletta: gli occhi azzurri, nequosi, * lavati. ‘da. tante lagrime’ furono d' un tratto più vivi, — Tutto? — domandò, a) Tutto, signora, Ecco la casset: ta delle azioni, il libretto. di banca, ecCco.,. È L'avvocato continuò ‘a parlare: piccole. macchie rosse si Accendevana: sulla; faccià pallida ‘di Laura, Domandò con voce rauca: — Awnche la casa? — Anche la. casa;,, Qualcuno le toccò ‘con: il gomito i il gomito: poi le strinse /il ‘ braccio con violenza, Si voltò: ‘era la ‘mamma al. suo fianco. Fu sorpresa dell’espressione di cupidigia dipinta sul volto della donnetta che. era stata sempre così umile, così. modesta; Le sussurrò: — Con tutti i mobili? Laura chbe ‘un gesto di noncuran za: tornò a parlare con l'avvocato. Sdegnosa, fredda, triste, . come se quella: valanga . di donazioni la la: sclasse indifferente. — Devo firmare? — Sì, qui, qui .e.... qui, Soprà.. l'indice’. dell’ uomo : stava un’altra ‘firma già scritta; chiara, sicura, quasi beffarda con quella: sottolinentura decisa. Il suo. nome, Che sirano effetto. vederlo così, in stanza, ‘su quella carta protocollo, Il suo nome: il mio nome, orazio, Uscì: i fratelli le rimasero vitini, al fianco, come «lovessero . sorreg:= gerla. per l'ultimo tratto: di ‘un calvario. Nella strada c’era un gran sole, che abbacinava gli occhi, e il: vento che stordisce, asciugn lo labbra e confonde le idee. Le stavi tutii intorno, a cerchio, sul mi irciapie N de, aspettando una sua parola. — Sei stanca? Vuoi. che -pren diamo un'auto pubblica? i " —.Ma sì... Uno sperpero che Giovanni non avrebbe mai fatto, prima, . Avaro fino a ‘consumare lesuole. delle scarpe per risparmiare cinquanta centesimi di un biglietto ‘di ‘tram. Eccoli tutti ‘accatastati .nell'au: tomobile che li ‘porta verso la..pe A ciferia, nella vilotta che. è diveatata « sua », Nessuno ' osa parlare, ma gli ‘occhi Azzurri di Laura vedono il compine cimento su: quelle facce: ‘essi (si abbandonano dalle riflessioni e i loro pensieri passano ‘sulle. loro fronti, che. non mascherano, Una, sorda irritazione la prende:: d come si quei ‘donari fossero ‘vostri, Sono mici; sol tanto. mici, Dunque, perché ve ne rallegrate? », La mamma tossicchiò; — Sai che non credevo ne aves se tanti? > ci Nessuno rispose; Laura. volse il capo verso il finestrino a guardare quel cielo così urro. Si dice « un divino ‘cielo’ azzurro ». Pare che un cielo azzurro ‘possa portare: felicità atutti, sia uni dono per tutti. Un’, cielo. azzurro | può essére. una cosa odiosa e’ irritarite. “ “+ Non’ diceva’ mai niente — continuò la. mamma. — La vostra vita. era piuttosto semplice io proprio non credevo... Insisteva, ‘a. dispetto del silenzio di'Laura. Era molto eccitata: 6 lo Come se l'accompagnassero si capiva dall’agitazione” delle sue mani‘ intorno alla grossa borsetta nera, flaccida © semivuota. i FinMmente . disse: quello * che. le stava sul cuore: -— Tn fondo, è stato generoso... Allora Laura' si .voltò di scatto; coll cuotein gola; —. Vuoi difenderlo, adesso?+ Ha' fatto ‘uno dei suoi. bei “gesti; quei gesti di pazzia. con.i quali. erede di ‘schiacciare . la gente, di umiliaria, di. deriderla, ‘ quasi, — Era .il meno che poteva fare, ‘in dondo, per farsi perdonare tutto il tuo gran: piangere .— commentò di mostrarsi un fratello, crederido | solidale. con' lei... Ma anche a lui Lauri, gettò” sjna occhiata di fuoco; — ‘Se crede, di avermi’ ripagato, così! Me' netinfischio del sio denarol Non so che gosa farmene! Me lo hu gettato addosso per farmi’ capire una volta di più che lui se.ne infischia, che è un essere superioré, che c'è. qualche cosa che conta. di più, al. mondo del suo denaro. Me ne ine fischio. anch'io, anch'io. ° Chiuse FI volto: nelle mani; | rom. «pendo | in un pianto’ disperato; «Anigo sciato; ‘un pianto con’ lunghi: .sin‘ghiozzi, che parevano sospiri che ile. venivano dal fondo dell'animo, co pareva la Incerassero; Già altri la guardavano ioafti;cui po’ stupiti, n. po” Ines molto impacolati.. ‘ > ERKARORO; tutti insiene nell anti: ) RITI OI, camera della. villa irrodata così be: | mie, con tanta i €: tanto buon gusto, Non ! osaron: sispettavanò “che Laura LI. invitasse, Intanto ‘si ‘guardavano: attorno: era no venut poche volte, La — Vuoi che resti a farti compagnia, questà sera? Sei così sola, a pranzo @... — Preferisco rimanere sola, mammina: Credimi, Un'altra domanda brucio: sulle “labbra della ‘vecchietta, ma ‘un: pu dore femminile, l'ombra. di vin intuito, gliela fanno ; rimangiare ; : « Sei sicura che’ anche tutta Var genteria, sia tua? », ‘Ecco, finalmente se ne sono an-É “dati tutti; Chivide la porta. con una f specie di’ conterita: rabbia ; poi vi si appoggia, esi ‘rimette a. piangere, sconsolatamente, " «Oh, Mario... Mario, «perché hai " fatto: questo? ‘Che vuol m *importi? J E soltanto te She io voglio: il tuoE amore, la tua presenza qui, Je: tue parole. i i tuoi" occhi ». Forse mai: più. suonerà a. questa «porta; mai più udrò il suo passo sulle. scale, mai. più lo: sentirò chiama-$ re; «Laura, dove ti sei. nascosta? n. Tutto il denarò che le ha lasciato ‘nòii potrà ridarle il sug .sorriso, il suo bacio. . — Signora, che così preparo per pranzo? La cameriera ‘d dirinanzi. a dei, a guardarla, ‘con aria curiosa, rispettosa, e insieme un poco divertita. — Niente... ‘niente... niente... Scappa .su, in camera da letta. Si butta col viso sui guanciali ‘per non vedere, gli oggetti, la. poltrona silla quale tante: volte siè séduto, per vegliaro lei, malata: ‘ce le sue spazsole, i suo pettini cho cha ha lasciato. sempre :sulla toeletta come ‘per ‘una. scongiuro alla ‘mala sorte: nella segreta speranza ‘che. egli tornasse. ‘Sona separati da tre mesi già, eppure è questa la prima sera in cui <«egli non’ ritorna. più a casa, egli non (c’è più; Un bel gesto: ‘tanto denaro in banca: Ù *Uno' sì spinse fin sulla soglia della: sala da pranzo e diede una rapida ‘occhiata ‘:. bella mobilia, ‘solida: note... poteva valere tre ‘0 quattro. mila lire. è “> Grazie.ii —disse Laura. stendendo la mano. È La strinsero, “e ‘pareva volessero dire. qualche cosa. Le Senti, disse. ‘Giovanni se: hai bisogno di un! conkiglio, ‘sai | che io. _ Ecco soprattutto non; lasciar ti suggerire niente ‘prima di doman dare lla ‘nostra opiriohe. «im: Se dai retta a; noi. + ‘aggiunge Giovanni ‘—*. in merlo. di in. anno riesci. a-‘triplica IR, Sì, sì, lasciatemi ‘in | pace, vi. prego! — ella” esclama; . impazienti» ta; nervosa, — Arrivederci, z La mamma: ih bacia sulle guance ha. messo ina. montagna di ‘quattrini tra, di foro...Tu. sarai ricca: io, ricomincerò, ‘senza ‘di. te, :ùna vita. da povero. È Però non credevo che. egli avesse non s0 né curava, forse? O non. voleva, dir. melo? — Una tazza di trodo; signora: almeno questa. La cameriera posa È chicchera sul comodino è se ne va.. La sera * di’ marzo è. già scesa. “Laura non piange: più: sta supina, le braccia incrociate. dietro ‘la ‘nuca, Ancora una volta rivive Ja scena che ‘mille volte: ha vissuto da: quelNa prima: e cerca disperatamente ricostruirlo in. ogni: particolare: sempre‘ le sfugge “qualche dettaglio le.sempre vi è come uno spazio vuoto, un gran bulo, tra una parola. e “l'altra, Era tutto così calmo,. così-.sere ‘no: sembrava. che . tutto © dovesse sempre © continuare ’ così; poggiato su. solide; ‘serene basi. : Non c'era niente’ che facéèsse. presagire non è vero ‘che. i cuori umani siano .sensi bili-e-sappiano del: domani; Il do: mani è“un, gran ‘vudto. Così,..Ma“rio, seduto” presso. di lei nei salotto, É vicino ‘al vaso traboccante «di gladioli : {per * questo il profumo dei gladiali. le è ‘diventato tanto “odio "s0) ha:detto-lentamerte:.— Mi. vuoi bene Laura? — Non. ricorda che -cò. sa gli abbia risposto... forse cha Tiso: = Arnghe so. tu sapessi "lia. presa | sulle: ginocchia, come si ‘prenide una. bimba: alla: quale si racconti. una favola, ‘le ha: rac! contato’ di un'altra. donna,;-di “una sua‘ figliola.-. Un'altro donna’ ‘che È è stata nélla-sua vita: prima: di lei: ma. che 13) Ma dato.inà figlia. Una