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RIASSUNTO DELLA PUNTATA. PARCEDENTE; fn un grande albargo sul lago di Gurda sono riuniti I compongati d'una comitiva cinematografica che deve girare sul luoga gli eslerni di un film. SL lavoro. è interrotto dal perdurare del cattiva tempo. Gli allori cercano così delle: distrazioni e, naturalmente, i peltegolessi han‘“na.la loro parle come rimedio contro la rioia, Bue altrici. anelane della ‘brigata parlano det viaestro Renato Dasprea, che fo parte dalla comitiva cinematografica quale attore del commetto musicale dal nuovo film, e della signorina -Daria Luli, la' giovane bellissima | figlia del proprietario del Grande dibergo, Ro Halo ‘e Daria si ‘soma iscantrati, si sono , ciuti, ti sono innamorati uno dell'altro, Daria, cha ha una vivissima passione fer i? canto, ha studiato fer qualche timpo e fol ha dovuto smettere perché, morta la madre, Tel ha dovito adattarsi alla volontà paterna dedicandosi al Ù Paltività dell'albergo, Aa. il suo cuore nutre altre aspirasfoni, e così, quando lo riprese del film sono tltiniate e Renato Dasprea deve bar. tire, Daria, inttamorata, parie con-Jui e -al
bandona seno esitazione la casa patertta,
Matilde Luti? ° ve Not è funri.
— Sapete per. casa molto a rientrare? ©
— Non so nulla: non è fuori di casa, è fuori’ di’ Milano. i
7... Fiori di. Milano? IE come mai?
«> Ta, signorina non mi onora delle: suè confidenze. 3
— E non vi ha lasciato detto: niente?
— Nemmeno una. parola,
— È strano...
La: portinnia riprende “a stirare con, lena. un ‘enorme grembiule bian co erosa, fingendo. di non accorgersi
‘ che la Sua interlocutrice, invece ‘di
andarsene, è rimàsta lì, immobile, assorta, ‘a pochi passi da lei.
“Î.. — Scusate ancora... Probabilmente, Giulia, Ja. sua cameriera, può
“darmi notizie.
— Da ‘quasi un mesa — replica l'altra‘senza volger la:testa o accostando. <Il-“ferrò elettrico alla guan‘cia per valatarne il calore — Giulia non è più al-suò servizio.
—.Licenziata?
— Sposata, La signorina Matildo «Sta... stava. cercandosene. un'altra, quando ‘è partita. In questi ultimi ‘ giorni, ero jo a rassettarle Ja casa. Per .jl momento, usclo chiuso.
Un'altra pausa; In portinnia scompars in una stanzetta attigua ala portineria e riappare soltinto dopo qualche. minuto, recando. su)lé*grosse braccia, un cumulo -di blancheria umida; lia; un moto di ‘contrariata . sorpresa. vedendo che ‘la ‘signorina. bionda non'.si è:nncora alloritanata, ma — reclinato il capo sul petto — fissa il mosaico del. pavimento, ‘nel ‘quale si alternano disegni di conchi
glio..e' di' cavallucci’ marini.’ D'un':
se tarderà
"eo, A chi ho l'onore: di.,;? n = Vi spiegherò. Volete. salito‘ sul.
la mia ‘macchina?
peri
Miti è in casa la signorina
morò la. signorina coti uin-soffia di-voGabri ‘aMonza:
quando pensò che, per.un ‘impensato
PUNTATA 2
tratto, si ode:un ‘passo nell'Andito:
la fanciulla si volge, ha uno scatto:,
— Zia Matildel
— Darin...
— Zia Matilde... — e Daria la abbraccia e la bacia quasi senza avvedersi-.che le sue effusioni non sono ricambiate. — Ebbene: non mi dici nulla? Dove sei stata? Quando sei arrivata? Ti faccio troppe domande in una volta, o.non ti do il tempo di rispondere ad una sola...
* — E Giulia, che dopo esser rimasta per. più di dieci anni accanto n te, si sposa quando ne ha quasi quaranta...
+— Anche la portinaia, è cambia.
‘ta: che ne è stato, di quella don
netta ‘dai capelli rossi... Ma tu non parli... Non vuoi parlaré... Perché? Perché mi guardi ‘cost?...
Matilde non rispondo; non sa dissimulare il ‘suo disngio, non sa trovaro. una fraso qualsiasi, finalmente, com pena, mormora: 5
+ Sali da me, un momento...
Salgono le scale in. silenzio: non appena Matilde ha chiuso l'usci
+ Non dirmi nulla, zia: + pro» rompe Daria -— ho capito: tu sai...
L'altra si toglio Il cappello, sfila lentamento i guanti, si ravvia i capelli con le dita:
— Ho ricevuto una lettera di tuo padre. Decisamento, le ragazzo ‘che arrivano alla tua ctà senza doversi rimproverare la più piccola. sciocchezza, quando na compiono una, la. compiono: èrorme.
(Daria, seduta in un'augolo, i ga» miti puntati contro le ginocchia c il mento. appoggiato sui pugni chiusi, sì guarda intorno, trasognata: la piccola stanza dove ha vissuto per quasi tre anni, quango frequentava l'Accademia, si è trasformata in sàlotto: il letto di lacca. bianca Ha ceduto il posto a un sofà coperto di seta a rabeschi; Jo stipo dei libri è scompar
‘80; la lampada d'alabastro è stata
sostituita da uno stelo in ferro battuto, sormontato da. un ampio pa
‘ ralume «di petgamena; al propria
posta, sono rimasto soltanto la stavia colorata ‘accanto alla finestra e’ la grossa bambola di panno ‘in costume
«olandese, appesa al muito). + Sclacchezza enorme, dico, che. fo non posso nemmeno ‘concepire. Ma
già, io sono una povera zitella di
cinquant'anni che ha serbato un'ani: ma di bambina, sebbene incomincia,
incanntire, e. cho deve far pona all'emancipata ‘gioventà d'oggi. — Che cosa ti ha scritto, papà? — Poche . righe, secondo il suo stile: per ‘quanto ti riguarda, nes
lo--circa i] domestico. mandato ‘concunà importante missiva un’. inésistente signor. Bianchi,
fermano, spesso a lungo, splicabili guasti.
suna parola grossa, nessuna minac» cia: « Anpotto — dice — che Daria .mi scriva. chiedendomi il denaro per il viaggio di ritorno; è miaggiorenno, è responsabile dello sue azioni, © io non chiedo certo il soccorso di due gendarmi per scovarla e per indurig a rientraro a casa, quando Jei se n'è andata senza una parola, nell’evidento intenzione, o almeno nella speranza, di non ricomparirvi più»; per quanto riguarda me, una preghiera: quella di non darti ospitalità, qualora tu me fa chie: dessi: «...ty sei mol to buona, ma devi capiro che in questo caso ‘diventeresti sua complico; è ciò — data la situazione in cui Daria s'è mossa -—— non sarebbe neppure: molto, pulito ».
— Questof — trasaliaco Darin. — Papà pensa dunque a questo! o
— Eh, figliola: non si può’ nep. pure dire che egli. faccia temerari sforzi di fantasia, Se ho ben capito, tu hai... Tu sel... Insomma: tu non ‘sei partita di.là sola, è vero?
— Vero: mi...
— TL. fatto è accaduto ieri T'at tro: no?
—_ St
— Se ne avessi il diritto, vorrei chiederti dove sei stata fino ad ora.
— Tu trono,
«Im. treno? Tu scherzi.
— Affatto... Ciob: ascolta, Io sono pietita da casa l'altra sera, allo cinque; alle otto, ero a Milano...
-—— Eravato,
— Già: ma non «ornvamos noi «duo soli! « eravamo » quasi quarane la persone,
— Nientemeno,
— Ti spiegherò. Allo set del mattino sì arrivava a Rama...
cTutti quanti,
—+ Naturalmen= to. E dieci ore dopo, io: ripartivo... 2 Ripartivate. e Not riparti. vo sola.
— Sola... con lui.
—-.To, soli, Durante talia Ia notte, non m'è riuscito di prender ‘sonno neppure un attimo. All'alba, ero di nuovo a Milano: ho atteso le nove in
por ino
CILILI
veco piuttoalo antiquatello.
signor Bianchi?
A -CEMAIUSTRIZIONI
un caffè; poi sono andata a pren giustamente, ché un giorno tu l'altro. dere un bagno, — non mi spogliavo la colpevole sarebbo sopraggiunta ad da dué giorni — e finalmente sono abbraceiarti : e allora, combattnta venuta qui... dal desiderio di obbedire a papà e
— JE il tuo bagaglia? Suppongo dalla tentazione a da quella cron. che avrai preso con le almeno unt tura buona che sci, + di mostrarlo valigia. ù
—' L'ho lnse sito, alla stazione. Sono ve. doverti trovare vito a viso lei. Tu muta qui, dicevo, dove vece... Povera zin Matilde: ti ho ln. portinala ha obbedito profondamente turba, nel momen-: con zolo ai tuoi ordini, to dell'incontro: te ne chiedo seus giurandomi che or. Cerla, non mi aspàttavi tanto ori fuori... Per: presto, Ma dimmi: conte avrebbe ché tu pensavi, poteto riconossermi, la nuova. porti. noia, dal momento che non mi ave va mai veduln? l
= Le avevo detto; « Una. signo» rina bionda, alta, «agli occhi az sutri, bellissima ». * Già: bellissima: anche cor. questo atipetto nffranto, cono que: ato volto renza colore, afatto dalla veglia. e dalla stanchezza.
Daria Gi Alza, Hi bambnla olandese arrovascia la Losa delle sua candida culia inamidata: fissa a lungo, unstalgicomente, gli. abarrati occhi attoniti della goffa pupa; de cul elglia sono duo (ran gallo di vellalo neva.
mo Bia perdoni see ardlinco Matil de dopo qualche fatante «posso chiederti perché... Perch tl nol come portata così? Che hai dello ne. al. a quel signore, insomma?
Non è uno scherzo, è vera
dilo di voce: <-> Cho comu..? se Vuoi darmi questo coltello, per {utti gli dei?
Ahi LE... E... Com'em questo
Un breve: fatanté —d'indecisione. Uno. sguardo ‘al: giovanotto; Esame soddisfacente per: via del'viso rasato difresco, ‘del sorriso’ cordiale,; per” i modi molto gentili; molto ‘compiti. La fanciulla aveva un profumo lieve o. persistente, L'auto andava adagio. E la voce ‘di Lucio era gioconda, scanzonata, Lucio. parlava è scatti, con brio, ridendo-agni tanto e mettendo in mostra una: doppia fila di denti bianchi ‘6 regolari, “La ragazza cra come imbroncizita, | prima; uno po allarmata, infastidita; poi si limitò a sorridere nervosamente, lanciando occhiate serutatrici. a1 giovsinotto : elegante e sfrontato; (o infine, quando nella. sna mente. il quadro ‘del'avventura si concretizzò nella sua forma. completa, quando pensò a quello che le aveva ‘detto
caso, il: domestino fedele aveva ‘rin. tracciato. questo ‘signor Bianchi; al. lora; ‘allora sl, :tis; rise a ‘gola aper ta, con: brevi singli i. premendosl ogni tanto il: petto s‘mostrido-una gola’ scarlatta,. palpitante: Fra Vav. ventura strana; inverosimile, Era. 11 cipriccioso signor Destino ché ‘pro prio. quel’ giorno, vai a ‘capitlo, si ara. divertito a intrecciare i :suoi.in. visibili fili, prendendo uno sconosciu. to signor. Bianchi di Monza e’ met. tendogliclo al fianco, su una mac: china piccina: e silenziosa, che' ora correva adagio per le via della cit. tà, a che poi rallontò verso i viali della periferia, 6 .cho infine-si formò in una. straducola di ‘campagna, fuori mano: una di ‘quelle straducole “ove:lo macchine, ariche le più lus«suo8t, ariche lo ‘più. scintillanti, si
Tu esattamente. alle diciotto -6.
venti che Giovanni, il vecchio 0 af fezionato e scrupoloso domestico, abbondantemente annaffiato da un impravviso e violento: temporale, rien trò a casa, L'ingognore era nel sa. lottino, sprofondato nella poltrona, il. viso disfatto, gli occhi peati.
e Tutto fatto, signore, se Tutto che cos
«>» Consegnata Ia lettera al signor Bianchi. ì sto
“Al signor ingegnere sembrò di precipitare di colpo dall'ultimo pia noe'un grattacielo di Broadway,
— Hai trovato il signor Bianchi? E dover Ù
— A Monza, naturalmente: in quel palazzo vicino alla stazione; non ora, come ni'avevato indicato voi, un palazzo novecento, ma un palazzo in
+ Uî simpatico giovanotto, alto, bruno, sorridente, ‘
— Con un paltò grigioferra, con una scinrpa scozzese al collo, con un cappello vordina?
—: Preclsamonto: così.
E l'ingegnere Gabrio Anselmi cad. de come corpo morto cade, 6 nuo. vamente sulla poltrona, I vecclii nffezionati fedeli serupolosi domestici —pensava — quale calamità! Reco che cosa gli aveva combinato, Tutto distrutto, tutto annientato; © tutto polveriz: ato, Era terribile. E Giulia? E° Giulin, meravigliosa fanciulla bionda? Che cosa...? È
— Dammi un coltello] >> grido. + Giovannil Giovanni: dammi im. medintamonto un coltello. La vo glio faro n pozzi,
E ‘Giovanni, che aveva Jentito, al feco pallidissimo, Domando con un
I domestico gli porse tramando Il collello. 1 l'ingegnere Gabrio Ane selmi s'alzò di scatto, si precipitò verso In fincatra, «ul tavolinetto: 0 gii un colpo, duo colpi, tre colpi, quattro; diviso la torta alla crema (ricetta del medio evo) in quattro pozzi, No prese uno, tornò a sdraiati Bi sella poltrona, e incomincia n anginre: lentamente,
Giovanni, «i. dA, io cucina, pres pirava di tà, orso anche impre: cava; perovin del dirordine che ave Va trovato, JE fare permavi ic uan: do fo donne ai mettona in testa di far qualcosa in cucina... »,
Fuori n'erano nccsso le lampade elettriche, Pioveva. L'ingegnere Ga brio Anselmi, sulla poltrona, dormi va. Mormiva e sognava di un vec chio fedele domestica...
? P, Emilto D'Emilio
la tua indulgenza, hai creduto oppor-:9 ta in dapotuno di dare quegli ordini, per non:;
avvicina alla:
un vo
tri su no fu De he vu ho
cre; scie i v nell