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LINIMMILIATUAZIONE: 3
Donna
nn l'ho ancora racconN tato a nessuno, Isiste
sempre un certo pu. dbore se un fatto in ud sssume aspetti di quasi inconciliabilo singolarità nei confronti delle vicende normali. Ser ora mi decido a narrare questo episodio è perehé d'un tratto mi sì è formata nel cuore —dico nel cuore, piuttosto che nel cervello »— la convinzione, da valere per agni altra circostanza, che nulli avrebbe potuto necadere, di divers da ciò che è nccmuto.
Dunque, a Hèstola, sulla strada ripida che scende giù dal Castello, incontro per la seconda volla l'uomo con un braccio nolo. AL proprie. tario’ dell'aberghetto, che se ne sla appoggiato sull'asciale, dico: »Ma chi è, aenanto, quel signore?
ev Tn imghereso «o mi rinponde 2 un mutilato di guerti. Ti ui con sua moglie...
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Intuii che non avrei potuto ritor naro nello nostre libeo ne non a sera avanzata. Ero rinato stacento dalla compagnia, duranto l'infurlaro «della battaglia, 60 m'ero spinto troppo avanti, solo. Tra gli nterpl cho era» no cresciuti selvaggi in mezzo a quel dirupo, avevo vibo sfilare, cauti, alla mia destra e alla mia sinistra, scendendo dai costoni «ll Casera Ze. bio, aleuni anatrinci in fila, Non ci volava troppo a capire che la nostra offentiva n'era spezzata aulin rosi. stenza dell'avversario, più forte di quanto avessimo creduto. Ma cir condato non dovevo prsern, Polghé udivo sibilare sopra «li me di tanto in tanto, nello spento clamore della Vattaglia, I soste proiettili sla sot fantacinque é qualeho scarica di fue cilerta. M'incastrai di più tea gli sterpi, L'ide di coder prigibnioco mi sgomentava. Fer non potevano vedermi, Aggiustal le bombe nel cine Urino, mi preparai abbastanza calino sl aspettare la notte già pensando di daro un brave. riposo allo usa rotte an quel giaciglio di rocco 0 di rami secchi, Ma nel mcutro n'accomadavo iL Lbcapiie sotto la Lestt, cuscino di tante notti all'ardeincelo, scorri in pacchetti li carte fegato ingleme da uno spago in croce. Presi il pacchetto, lo sciolsi. Che erano lettoro di donna non ci voleva molto a dirlo, ina che coni dicessero fo non potevo saperlo; erano. seritte in tetlesco @ forse qualcuna bi ungherese, f0 però ricordavo Lene li serlttura ibagiata, tante piralo altrettanti nc< conti. Rifoci IL pacchetto, lo infilat nel tascapane ad ammorbidire ir qualche moro gli spigoli delle sento» letto di curo in conserva,
Quasi ini sardi addormentato. Su quella tragica giornata, durante la quale nvevo dapprima schivato mi racolosamento la morte « poi la pri gionia, era sceso il più dolce crepuscolo estivo, La nensazione del came fo di battaglia era solamente nello Miacco di qualche razzo « o giallo 0 10880 = che restava un po' n don dolarsi nel cielo di: perla e che mi indicava. con sufficiente chiaroxza ‘1 punti di distanza tra me o gli ave versari @ tra mo-o la nostre Ines. Ancora qualche momento, giusto il tempo di fara uno di quei brevi so gala occhi porti = mentre la lolle
, salivano nd una una su per l'arco cho s'fimbruniva + 6 poi mi sarni mosso... CRE nvrebbe avuto voglia, ormai, in quella dolcezza, di occu. parsi di mo?, i
Un neropinio. nuatriaco cavalcò poco lontano 6 poco alto, Ma le no: stre batteria non lo disturbarona, Ai mici, occhi prese la nitida forma di u'aquila, Le all romegginvano, In bran croco nera s'iilominava al cen tro d'un disco’ fosforescente.
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va Mi svegliai di soprassalto. In Lorna ame, in circolo, alcune forme nere, indistinta, confusi -hell'orbra,
Novella di ALFREDO JERI
> Tenente — mi disso una voce, quasi in un solfio: -—-tenente, bisogua ritornare.,,
Credetti di riconocere la voce. Domandai; — Sci tu, Marini? SI, Sinmo in cinque, Il capilano ci ha mandato ili pattuglia. Fortuna che ci siamo necorti..,
«> Perché?
— Perché In parola d'ordine è
cambiata... Le nostre vedette non vi
nvrebbero Insciato entrare.
Il terzo rischio era passato, E un rischio a cui propriv non avevo pen gato. Mi alzal, con le ossa più rotte di prima, ma stranamente Neto, Ci dlovova essere chi pensava a me, In citlo o in Lerra,
N cielo nero era trapunto di atollo,
I tenente Resta, un vero. poli» flotta, cominciò a leggero lo lettere, Incespicandio appena su quelle-scrit
to in ungherese, Intorno a lui, tutti gli ufficiali del battaglione, appena levata la mensa, sotto gli nbeti di Campomulo. Dall'insieme «degli scritti si poteva ricostruire una avvincente storia d'amore. Ù Pochi giorni prima della guerra, Biusto n Sèstola nell'Emilia, era fiorito un idillio tra un giovane ungherese e la figlin di un conte nustriaco che prestava servizio alla corte imperiale. Lo famiglie dei due «giovani erano li in villeggiatura, ma so l'accordo era sorto anche troppo stretto fra le duo giovinezze, le famiglie avevano molte ragioni per urtarsi. Il caso lo aveva portato a villeggiara nell'istesso luogo, e i doveri della cortesia 6 dell'ospitalità avevano ‘coperto un dissidio che era scoppiato, acro ma velato di sorrisi, fin dalle prime conversazioni. Ragloni di casta, cli diversa valutazione verso le coso italiano: cutusiastica nella dnmiglia ungherese, tiepida e ancha
<a meno che tiepida nell'altra, .
Su questa tensione, che ormai faticava a non rendersi palese, divamparono insieme due grosse notizie; il confessato amore cei due giovani © la dichiarazione di guerra dell'Austria ni Sorbi,
Furono fatte in fretta le valigic, le famiglio si diressero per opposte direzioni, incominciò Ja disperata e struggente tenerezza di Stefano e di Kathya, inosorabilmente divisi, Le lettore soltanto siringevano sempre di più il già stretto legamo.
Kathya fu mandata nel collegio di Kolozavar in Transilvania, lontanissima cioè da Budapest come da Vienna, col. pretesto d'una rigida © quasi monacale educazione, Stefano andò a combattore ‘contro i Russi in Volinia,
A questo punto la vicenda diven. ne quasi morbosa da appassionata cho ora, Rimasto ferito al petto, Stefano fu condotto n un ospedale di
Una. vivace inquadratura dei fim-clieei-rivelerà una: nuova
attrici Bionda sotto: chia one Fare: Film:
i Vivi Gloi, internreto di s Prodi: Fato: Peace),
Debrecen. Ma appena lasciato l'ospedale per pochi giorni di convatescenza, egli raggiunse Kolozsvir, portò via dal collegio la fanciulla sempre più innamorata e sempre più pronta a osare l'inosabile pur di essere dell’uomo che amava sopra tutte le cose al mondo. È in questo scordarsi d'ogni altra cosa, Stefano tardò a raggiungere il suo posto sul fronte di battaglia.
L’alfiere Stefano Aladar ebbe una condanna da scontarsi a guerra fini. ta, Si evitò la degradazione solo per l'intervento di altissimo personalità,
Stefano Aladar raggiunse la fron, te italiano del Trentino con l'umiliazione del castigo e col segreto ma fitto dolore di combattere contro gli italiani, Asprì erano stati 1 stfol gridi di ribellione nelle lettero ch'egli scriveva all'adorata, 0 Kathya gli rispondeva sempre d'aver pazienza che tutto ossi metteva in moto, «i conoscenze e dei più rischiosi tentativi, per la revisione del processo © perché si fosse ottenuto che Stelano andasse a combattere su una zona che non fosso quella italiana,
nr
— Ditemi — chiosi all'ex ufficinlo ungherese mutilato, cui il più strabilianto caso mi aveva posto vicina in quella mattina d'agosto sulla stra
a detta ripida di Sèstola — di
temi il seguito di questa umanissima 0 miracolosa storia d'amore.
Stefano Aladar parlava: abbastanza bene l'italiano, Avova studiato la nostra lingua, da bambino, con una istitutri. co toscana, ed era stato per parecchis settimano in un ospedale nostro, dopo la nuo. va o grave ferita di Monte Zebio.
= Ecco: forse stavano portando la notizia dolla roviaio. no cel processo quando, durante l'assalto degl' Italiani, una scheggia mi colpì alla spalla, Nell'intento «II liberaro il braccio ferito feci por togliero la giubba... e perdetti quelle carte cho vol'avete trovato, Camminai un po', brancolando tra i roccioni, è poi caddi, senza conoscenza, Mi ritrovai in an luogo bello è sovero colla ‘Toscuna: nella certosa di Calci, amorocsamenta curato. La degenza fu lunga 0 dl braccio fu perduto, La revisione del processo olbe luogo anche senza la mia prosonza:: la ingiusta condanna mi fu tolta, Ingiusta perché in mo c'em stato salo lo stordimento di un beno che, a vent'anni, mì pairova supo riore ad-ogni altro. Anche se sbaglia, non feci colpa di proposito: questo è certo, E adesso non ho più ragione di lamentarmi di nessuno. Sono felice, Sono ritornato sul luogo del nostro primo incontro...
La domanda ml restava în
< gola, tra lo stupore di csserè entrato în quel mado nel mez.
20. d'un fatto che m'appariva
ancora incredibile, o ira la
commozione della rivelazione,
Egli se no accorse. Mi disse;
=’ Volete conoscere Knthya?
T mici occhi dissero la ri. sposta. Salimmo le scale dell'albergo. ;
Sul, pianerottolo, egli chia Mò: Kathyal
Dalla porta di fondo al vestibolo tina voce tirapida di donna rispose. nel più puro italiano: — Eccomi, Stefano,
E Kathya apparve,
Ci venne incontro, bionda ed alta, Messuosa o raggianta. Mi sembrò davvero una ereatu= ra di sogno, M'inchinai, come davanti a ‘vr’immagino chia deve. essere solamente adorata. Ma i miei occhi reslarono fissi. nel suoî, per un po' di tempo. To vedevo ardere *nel stto sguardo via inestinguibile fiamma di. bone, E penssi che, pradigionamento, il ro manzo d'amore. del, due gio: vani continuavi,
‘Alfredo Jesi