Cinema Illustrazione (May 1939)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

CIMAIINTRAZAAE. 5 mento inediti, farò una pubblicità enorme. Chi vivrà vedrà: è ti assi. curo che vedremo, Giovanni, — Cameriere, mezza aragosta è un linschetto d’Orvieto! — scatta Carasella, che, per la gioia, nbbandona una velta tanto la magra «li. sta » «dol pranzo n sci lire e cinquanta, — Quando partiamo, Vincen. zino? — AI più presto, — Magari domani o #lopo? — Perché no? Stasera, io dico al padrone del cinema di lrovarai un altro direttore, + E io lascio libora In mia stan. za ammobiliata, ‘Tu non sti un ami. co, sei un fratello: ti devo Lulto,., Ma d'improvviso Carasella sì rannuvola, lascia cmdere un braccio dal tavolo, ha una smorfia di contra. riotà: Devo darti una brutta notizia, ih? — Quella non se n'è andata, —_ ce Quella », chi? ne Quella: la ton ultima amica: non ne n'è andata o non ge no va, —Bei Un cho scherzi, ora, = No, purtroppo, La Compagnia è partita, o loi è rimasta: lin preso alloggio all'albergo dirimpetto Mm ci. nema; è furlosa, perché sei partito sonza neppure avvertirla; passa la giornata. dietro i vetri della finestra nella sporanza di vederti rinpparire e giura che non U lascerà a nessun costo perché si è Innamorata di Lo, 2 A trentasei anni, si innamora, «= AI cuore non si. comanda, Ivagno abbozzi un sorriso ironico; —— Senti! avresti. poluto scoprire una burla più divertente. «Su mlo onore, nen è una burla, Vinceenzino; li così. stanno come ti dica, «e Ebbono, ti fard vedere fo, co. ma sì agince In questi cn. Non pre. tondemi che io mi tenga appiccicata per uno mese 6 duo quella donna, cho ha nel noni più di mo, sl sostiena n forza di massaggi elettrici, al tine go i enpelli di un coloro Inverogi mile, è quando para, lu gonto sl velgo por vedere da qual parte vene Ka un baccano slinile, 6 quando ri de, per poco non accorrono I pan pieri, —Tutto vorisiimo, ma questo non le impedisce di affermare cho por amore dell'arto ha rifiutato la offerta nuziali di una mezza dozzi na di milionari; 6 che quando cantava nello oporetto 1 suoi ammira. tori lo invisvano enormi centi di fiori nel qual al finiva sempre per irovinfe oi astuccio cono un solita. ro o con una collarin di perle. —Vedo: 6 a conclusione di una carriera tante trionfale, | eccola e cantante di voce n nella Compa» gola d'avanspettazati «Mille Slelle». Siamo: sori, vini se Però, seritien che abbia qual. cos da parto, : ce Sì alcuni conti da pagaro, che ho veduto con questi occhi. Basta: ci sarebbe nn eccellente mezzo. por risolvere la questiana: tu Je dici che io non sono tornato, che non tor aetrà mal più, 6, —Nan U illudent: oggi o domani, quella ti riagguanterehbo, e col .Auo caroltere, mi capirel... È meglio che tu provveda di pericona, magari stasera stessa, È = Hal ragione; vado subito ul suo albergo, Cameriere, unn botti» glia di spumante. Ma ccquella n non nveva voluto astoltar ragioni: « Bada a quello che fai n, « Non rispondo ‘di me atea ion, eTe no avverto per ll ino bene: potrei anche commettere nia paz: zia n, «TI amo come nos ho mai amato. (egli non sapeva no ritenersi lusingato © meno): ein nessun modo riuscirai a stacenrmi da te: per atarUH vicina gono pronta a tntto: anche ad affrontare la fame, il freddo, la mizeria n (frase ad effetto, letta in uno vecchio. romanzo. popolare), Chinsn ogni via di scampo. I due giorni dopo, partendo per Milano con. Camsella, Salvagno (sl portava dilotro anche doi. = Vedrai, Vincenzinò: + egli mormarava all'orecchio dell'amico durate. uina sosta del treno; + cos me -nrriviamo’ Hianli;° in: vantiquate tr'oro.te la (ammansisco a modo mio; ciascuno riprende la propria strada, addio, « ricordami », questo è un regaluccio per te, e chi s'è visto s'è visto, i — Ne sei sicuro? Se vuoi scommot. ero... —— Iarei dieci lire. = Accettato, Vincenzino.., — Dita + —Né farci cento. rt Dal giorno in cui Carasella aveva vinto la scommessa, erano passati otto anni, A risarcire nd usura Salvagno dell’ormai ineIuttabile o probabilmente definitiva permanenza del. la sun amien — la qualo, dol resto, acconsentiva nd adottare una lintura mono impressionante e a par lare e n ridero in tonglità quasi normali — era in turvenuto Îl magnifico cal. to della sua opera di di. rottore della, Casa Musica. le, In pochi mesi, in virtù di iniziative intelligenti 0 di un'alnerità che non conosceva pause, egli era riuscito a sopraffare i concorrenti spiù tomibili 0 a radunare intorno n sé, gunerosamente» rimunerandoli, i collaboratori più validi è di più sicura notoriotà, : Più tardi, ampliava il campo della sua attività creando, accanto a quella musicale, una Casa di Di ehi: 0 alcuni cantanti di gran nome + da Inl co. nosciuli al tempo in cui era segretario del celebre tinoro — accollavano le sue offerto, sovente al» bandonando altro Case per entraro a far parto della qua, Salvagno trionfava, Carasella trionfava a sua volta: il suo Tango della solitudino, “ unno coanzona della qualo, oltro i versi, egli nvova acritlo anche la musica (meglio; no aveva dottato il motivo a un cofinta) oLteneva a più di aganto e strepitosa popo. larità: eseguita dovunque (« Porsino n Now York, siamo arrivati, Giovan» nil», cantava l'editore), cantata net teatri o alla Rudio, svspirata dalle ragazza “dei ‘laboratori, Si. gchinta dal garzoni nello strade, alla fine dell'anno essa gli aveva fruttato pote. meno di un continafo di migliaia di lire. echi vita 8 Della, Vincenzino, E questn erà diventata ancho la ferma opinione della compagna di Sulvagno, convinta di csser stata lei a portargli fortana: : È me fà nocho morito mio, Vincenzo > gli diceva talvolta, abbreclandolo: con sempre uguale tone» rezzali ; ee Merito Luo? 1 perché? « Perché ho dato il mio nome alla Cas: è enrelibo stato un pece» cato, 86, col mio ritiro dalle scene, un nome tanto’ bello e suggestiva fosse nridato priduto, Era vero. All'indomani del Joro arrivo n° Milano, ella gli aveva 0% servato che la sigln C.E.M, {Casa Edilrico Musicale) mancava di ri. chiamo: vene DIA vedrai, — Il tuo nome? Giuditta Sberzi? ce Ma: no, sciocco: Il mio nomo d'arte: « Jrina n; senti come risuona; « Casa Musicale Jana n... -= Sarà: ma non algnilica niente, " Prova. Ed em per questo che Giuditta Sherzi, in arte « Jana», finiva con l'attribulrsi una parte di merito nel succorso della ‘Casa, | cui vistogi cataloghi. allincavano conlinunmente nuovi titoli di edizioni e di dischi, alla Casa il mio nome: nuovi nomi c nuove fotografie” di: compositori. è d'interpreti. ; Uni giarid,:Salvagnosseriveva: gni lettera ‘al mosetrò. ‘Renato. Daspren invitandolo a voler passare ‘da. lui, è l'indomani Dasprea sl faceva an: nonciare dalla segretaria, la qualo ‘lo. pregava di pazientare qualche momento, introducendolo . in una piccola slanza attigun a quelle. del direttore. Un caotico miscuglio di voci è di suoni giungeva dal corri. doio: nelle varie «sale di prova », separato l'una dall'altra da vetrate scorrovoli, ‘alcuni autori eseguivano al: pianoforte le loro recentissime «novità », accompagnando < artisti +— per la maggior parte si trattava di artiste — cho cantavano a voce spiegata | più disparati motivi, languidi o vibranti, nostalgici o travolgenti; il sonoro clamore gra tale che gli impiegati e le dattilograto, ni: loro posti di lavoro, dovevano gridnro per riuscire vicendevolmente a farsi intendore, Racchiuse in jdentiglio cornici di lacca bianca, sullo pareti spiccavano lo accecanti coportino dello « Ediziani Jana » 0 futta ung. scorie di ritratti con de«dica, ve Mio caro magstro, mi vorrete pordonare... — e Salvagno muoveva cordialmente incontro’ a Dasprea, facendagli cenno di’ accomodarsi nell'enorme poltrona di cuoio di fianco nl suo tavolo. -= Voi non avete. un'iden: di ciò che. si debba faro qui dentro nollo spazio di una giornata... Ma il’ vostro tempo è’ prezioso, qu jo vi dirò subito di che si;tratta, Voi sapota che io stampo @“diffondo ‘canzoni, molte delle quaH; per loro fortuna, ottengono au tiol:‘aucressi, Ma la mia attività rion'è ‘tutti qui: ‘lo vaglio coltivare —— vedete di capirmi + l'orto 0 il giardino: non limitarmi a un lavoro relativamento ‘facile « largamento redditizio, ma andare più in-là.., Breve: fra con mao, alla « Tonha] lo.» «li Zurigo, st dà un:grando concerto internazionale. di'.«.jaz-sìnfanico ni ‘perché non serivergsto un d pozzo » di questo genere? e TO; # + So cho così mi oblettaloi che vol siete un compositore lirico d'al: tra categoria e di hen diverso stile; l'arino. pasinto Avete vinto un concorso, con la vostra opera, e senza dubbio state lavorando nd un'altra; ma credete a mo: questa partecipa. zione non vi diminulrobbe affatto; al contrario... To ho udito l'altra sera al Conservatorio un vostro brano sinfonico, è sona certo che anche in. un genero por voi nitavo vi af. fotmeresto in modo invidiabile, 1 non femote di trovarvi în cattiva compagnia: volete conoscere alcuni nomi di quel programmati Gere whin, Fraz, Doddel... Spero che. vi. basti. Accettate? —Datemi i) tempo di riflettere. — Fin cho volete: l'importante è che mi diciato dial ‘entro’ stasera. Arrivederci, mio caro: maestro: 0 da oggi, sporo,. buoni amici... Mareggiata, il-brano di jnzz-sinfonico di Renato Dasprea,. olteneva & Zurigo un esito entusinetico c più tardi. veniva eseguito allrove, in al tri concerti, accolto dalle stesso ncclamazioni, Un .mose dopo; Salva. “guo-invitavail-muo-nuovo collabo. ratore a scrivero la musica di una i canzone destinata a un film. — Io vo In scrivo, mio caro Sal. vagno, ima non voglio figurare col mio nome: adolterò uno pseudonimo. — Ma no, Dasprea: nòn fatemi questo torto; voi.avete un nome che fa bellissimo effetto e siete, oltre ché un uomo di molto ingegno, un bel ragazzo. Non pretenderete cho io stampi su decine di migliaia di crtaloghi e di fogli pubblicitari un nome vuoto 0 la faccia di uno sci. muaito qualunque, E poi, una dlarantella, che scrivete: è uno slow » lentissimo, una: pagina li. rica; via, siate ragionevole: non c'è ‘ motivo .di vergognarsi, neppure per chi. domani può far rappresentare un'opera in cinque ntti. Dasprea si mostrava ragionevole, e la sua collaborazione. con Salvagno assumeva un ritmo sempre più intenso; pochi mesi dopo, l’autore di Mirella. abbandonava 1 nmile pensione dovo aveva. scritto quel l'opera 0 si stabiliva in un grando albergo. — Dopo tutto, maestro mio, — rideva il direttore della Casa Jana — è meglio invero un'automobile da vivo che un monumento in piazza da morto... Una sora, Daaprea 6 rincasato da pochi minuti quando l’altro gli te ‘ defona; -Renato, sei 10? — Si, sono io. — Patrommo vederci prima dello sette, qui da me? — Ci siamo lasciati mezz'ora fa... — È. vero: ma dovrei dirti... — Dimmi. Non posso, per telefono. Abbi pazienza, vieni. 3 — Bone: verrò, P Non appena Renato entra. nelin suo stanza, Salvaguo no chiudo ‘nc curatamonto i doppi vacì «Ii panno verde: “ * Ti ringrazio, x — Ma andiamo: fra noî..i Che c'è? — chiede Daspron che si sorprende di vederlo per la prima volla turbato, — Ecco... — 0 Salvagno, le mani. profondamente ficcate nelle tasche della giacca, raggiungo a ‘lenti passi il vano della finestra, finché sì valge d'impravviso. — Non è facile a «dirai, e vorrei cho tu mi ne scoltassi... Siamo amici da più di tro anni: amici realmonto, no? — Certo: ma... «— Aspella; mon ‘è un prenmbolo; «Insomma, — sarebbe necessario che innanzi tutto (u potessi render ti conto dello stito d'animo. in cui ti parlo... Allora, -forso.,. In realtà, {tu non mi conosci per uno che non sappin esprimersi, 0. che quando vuole. esprimersi sia costretto a cercare lo parole: è così? = Î cos — Non indugio mai .in allusiuni, in reticenze, in sottintovi:Iimpido, fchiotto.. E Icale; questo, sopraltutto si tratti del’ mio. lavoro. w della craia esistenza privata: leale. Una norma, una regola. Se preferisel: un'abitudine. Mi spiego? —_ Quiasi, = Ora, io dovo... Non posso faro a mano di chiedorti, di sapere... Tanto, oggi o domani o più tardi... Tu sei In diritto di stupirteno, non di offenderteno: porché nella doman: da che sto per rivolgerti, — © ‘per poco che tu ci pensi, te ne devi con. vincere — non c'è nulla, assoluta» mento nolla di irriapettoso, né per te, né per lei, — Per lel? +—— scatta Daspren, — Per lei, chi? = Lar signorina Daria Luti, + Dariad... + Non sapevo che tn la chiamns: si semplicemento così,., — E che devi dirmi, della signorina Luti) + Tre volto, ella è venuta qui con te, in questi ultimi diecl gior. nie. + Ebbene? + Io non ho scambiato con lei «che poche frasi, ja tua presenza... —— Continna. 1 duc nomini bi fissano a ‘lungo in silenzio, diventati ‘impravvisa» mente valili, . (continua) Angelo Frattini non è.