Cinema Illustrazione (Jun 1939)

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re hi Eccola la sirena. che sorge dal mare coronata sia «i diamantil,,, C Nella notte — una notte molto lontana — il tre no s'inoltrava a modesta velocità sul ponte tra la terraferma e Venezia, — Così sempre l'ho sognata e invocata per il nostro amorel va, cono alquanta enfi fin = deolama si, il giovane strino; cera alto, snello, biondo, ufo in una Junga pgincen n vita, color talaeco, sui pane taloni attillatissimi, a quadretti bianchi marroni, Accennava conda mano sottile le luci della città meraviglios che, fra i vapori di quella notte ti vi, appariva veramente como la Fata Morgana fra l'acqua è il cido, Vicino al giovane, accanto alla sun spalla, un visetto di bimba, incorniciato da una « capote » di velluto azzurro, cappellino chiuso, Herrato da nastri sotto la gola e proprio delle donne sposate, si affacciò è sporse il nasino capriccioso, sgranando due oe chioni dove il sonno velava’ancora la curiosità, La c hambina » si era evidente aveglista allora al grido di ador dell'uomo 8 sombrava stentate n raccapezzarsi: — Bollo! — dis Un sogno! -— riprese il giovane. = Fece: proprio un sogno! Sil Anche a lei pareva: forse dormiva ancora nella sua camerd di funciulla e fra poco le visioni di bianco e d'oro della sontuosi cerimonia, i veli è i fiori, lo Inerimo, i baci, gli sedi dellu mamma e dei parenti e anche il rumore del trend 6 questa fuga nella notte incantevole, sola con «dui », vicina a sdui » sarebbero svi poralo ss avesse aperto davvero gli occhi ‘in un risveglio! Li allargava con sforzol IL ireno, lanciando nembi di fumo è di scintille, ansimando, rombiando, correva tra i flutti! Oh questa notte quanto l'ho 50gnatii — contintava egli stringendole la vita sottile, -Così! Plenn di pooslal.., Ma non spaventarti della min trappa poesia! Sono un po' sognatore, è vero, ma vedrai che tuo marito ha anche buon senso e praticità e che non ti mancherà nulla, né ora né mai, di cid cho possa darti comodità, confortol Mai, cara Ancho ora è già tutto predisposto; avremo due bel. lissimo camere al primo piano del miglioro albergo 6 sul Canal Grande. Pensal È domani potremo godere di li Jo spettacolo del grande corteo del « Redontore », una festa cho non ha l'egualo nel mondo, Tu lo sai, Eva, fo non posso comprendere l'amore senza una cornice degna di luil ‘Tutto devo essere armonioso, regalo, divino... Ora il treno entrava nelin stazione. Egli si affrettò a mettere sullo spallo della compagna la stretto mantiglia di raso azzurro, ricamata di giaietto, Io porso, con un Inminoso torriso, un’ mazzolino uno po illanguldito di fiori d'arancio e gelomini avviluppato di velo bianco e legato da una cascata di nastri, s'impadroni di una gran valigia ricamata, con un salto fu sul marciapiede della stazione o raccolse fra lo braccia la fragilo figurelta cho nonostante l'impaccelo dello lungho sottane fruscianti, vi sî gettò con slancio infantilo, affacciato a un LI — All'Albergo «dol Vapore, Canal Grande! , Un gran velo nuziale sembrava avvolgero le formo indeciso di Venezia sotto la luna che sorgeva; occhi di luce sì accendevanto qua e. là sull’ acqua oscura; nell'aria cra un odore di rase 0 di salsedine e come un canta sommesso, ritmato dallo sciacquio del flutto contro la riva e, di tempo in tem po, da un lontano grido misterioso di dolce. cadenza, pithe ‘All'albergo; {tel Vapor, stor? Bon 2-3 disse il gondoliere (’ié-ghe sarà più postal xe Siamo attesi — rispose con balda sicurezza, il giovane —dev'esser già nrrivato il nostro bagaglio, 2 > Ben, digri Alor provènio.i “Giù per _le%grapi Via; liquida, sui ‘molli. ‘cuscini. della, gondala, ‘sotto: il cielo luminoso; Rao 5 AI grido «di: delée cadenza or Ioritario,-or ‘vicino, rigpondeva come un'ecori gondoliere e si vedevano scivolare oscurì fantasmi di barche, andemo; mi NOVELLA DI ADA G, MEILLE — Ci siamol — La gondola si fermò presso una scalinata; là, in cima, usciva una luce dolce da una porta vetrata, La quale si aperse e una pre sa ombra sì protese; — Inutile, siguore, non c'è più posto! — Per noi sì — rispose il giovane aiutando li compagna ad alzarsi — i nostri bagagli devono *r giunti jeri e le camere sono prenotate da una settimana, —AI Il signor Graziani? Dolen= tissimo, signore! Abbiamo ben ricevi. ta In vostra lettera e poi i bagagli; ma senza il vostro indirizzo non abbiamo potuto avvertirvi che Palbergo eri già prenotato al completo da quindici giorni. fr la festa del Redentore ounon c'è più un cantuecio vuoto, Però domani sera avremo libera una bellissima camera sul Canale e ve l'albiamo riserbata. Domani sera?1... TI giovane era rima. sto con un piedo sul primo gradino e un braccio attorno dalla vita della fanciulla. Questa si risedette nella” gondola ed egli lasciò ricadere «il braccio con sconforto, R — Mu è impossibilot + così, siguorel 2 a xe così, Biorl così, Giorgio! — isso Evn 6 accareze z6 ln mano sconforiata. se» Niento paura, gior! Provemo alla | Chiocciolal . Provarono! Alla Chiocciola, al Britannia, al Leon d'oro, al Cervo rosso, alla Lan-' terna cinese, alla Campani... T Mori di Piazza San Marco scandirono 16 duo, Quaudo vnche dalla Campana suonò la sentenza: « Tutto nl completo!», Giorgio con un gemito si lasciò ricadere in fono alla gondola. Piano, gior. La poareta s'è addormen» fadaf Infatti, alla scialba luce, raggomitolata sui cuscini, col cappollino di traverso e i riccioli biondi scarmigliati sul» ta fronte, Eva dormi. va, IL mazzolino bianco scarmigliato fnch'asso lo giaceva ai piedi. so Andemo, corajo, no gh'è altro da farl. Ora la gondola. s'inoltrava per un dedalo di canaletti, fra picco. lo cise e strani prov gli. di rami sporgenti Fredrlo Mi i ‘Q:Joau Dennelt I: SUA pittoronca fio ; “na, del film ““Vonti, ilisel;i dirotto da Toy. Garnett por dle CATLANTI ABGOGIALI. sull'acqua, ma chi si curava più di guardare? î Quando la gondola si fermò nuovamente — Oh non vi sarà posto neanche qui! +— sospità Giorgio, + No, gior, i me cacolta: qua gh'è postol: Semo wa casa ‘mia, Mo muier la Ba. partorlo; tro di fa 6 con ela. dorme s0csorea; i me do dradei venudi pel « Redentor n i dorme su un: stramazo per tera: in cusina e mia. mare su un picolo leto 'o stèsso in cusina, Si voè, acetàr, me mama e poe dormir su una carega in camera de me muier e loro, sciori, i gavarà cl so letin col strama20 in cusina, I omen i dormirà con mi, sua barca... Xè tutto quelo che poso fari Roba de poareti, ma polital.., Ciò, marcel Scal. dé un po' di brodo per questi sciori! Allora si udi una vocina delte che parve n Giorgio un soffio di brezza sullo sue, tempie brucianti ; — Oh, Giorgio, come sarà carino! Che ricordo per tutta la nostra vita! Questo davvero è un sogno! E fu proprio qualcosa di straordi naro! ' Dentro la casa si accesero subito i lumi e fu un andirivieni e un parlot= tar: sommesso; delle ombre sgusciaron fuori, ‘poi una voce esclamé: -Pon ra scioral Cho la vegna, che la vegna pur vanti! . La cucina era ‘piccola e scura, ma Ja atufo economica rombava già eun buon. profumo di brodo, misto all'o7 dore «del pesce fresco, rincuorò. i: pel legrini, In un canto si ammucchiavano reti, In un altro un traliccio era steso per terra e lungo una parete un lettino di ferro ‘con guanciali di colore. Ma già dalla. scaletta ‘scondeva, una donna somivestita («Mia cogna he Oh, i omeni | fa », presentò sorridendo il gondaliere) con le braccia cariche di lini di bucato. — Le lenzuola del coredo di mia nora e xè tutte ricamae da ela disse con orgoglio la nonna, una bella donna ancora vegeta, che, dato il benvenuto sera tornata al focolare a sorvegliare la pentola, Si sedettero su scranno di legno, ac ceanto alla stufa dal ‘caloro gradevole anche in estate in quelle ore piccole del mattino; e mangiarono — oh quanto di gustol — la zuppa succulenta di brodo 6 di pesce e bevvero, insieme al gondoliere, un bicchier di vinello chiaro e frizzante e profumato, —. Pour aposeta! Cho corajol — disso la nonna guardandole con tene‘rezza, — E come a gà da eser stancal,,, ‘E siccome lo cognata e il gondoliero: eran rimasti come incantati n guaritarla, così piccoli e bionrda e -hella quando, toltasi la mantiglia, #affannava ad aprir la valigia per cavarne vestaglia c matiné tutte, pizzî e nastri: : —,Andomo, andemo, fici, lassemo i sposeti, tranquilli — esclamò e zaccolettando. si Avviò su per: la scala. ga Oîa. ia stifa non: rombava più IL: lumino. a ‘dliò segnava: grandi ombre sulle pareti € la! piccola sposa, avval Grandel,.. è | Su, 'al piano una mano, + ta nei pizzi e nei nastri, dormiva se rena nel lettuccio bianco, n Tutto era silenzio; solo il tic-tac di una enorme sveglia segnava il pass dol tempo di quella strana notte; po! vi fu come il suono di un bacio ma così: sommesso e puro che ella chbe wu sospiro di gioia senza svegliarsi. superiore, si alzò un vigito e una striscia di Ince cominciò n filtrar tra gli scuri... = di Ù*‘£* All'acciottolio delle scodelle che Ta nonna riempiva di caffè, Evi si svegliò, aprì. gli occhi, si ricordò e si guardò attomo: vicino a loi era la sta bionda di suo marito, gli dormi va, seduto, in veste, da camera, Su uno sgabello accostato at lettuccio, col capo. abbandonato presso i capelli di lei e le tentva ancora stretta — Oh, benedeti — di la nonna — sarò tanto folici'vnisitri! Lu el sè tanto delicato ‘€ ela xò tanto alegra © corajosa! Nelo dificoltà, fin mia, se conosse el vero carater, Volerse ben, eser alegrìi 6 corajosi xd 'tl segreto de ln felicità. ; : — Ebbene — (diceva sempre mia nonna (poiché questa.-fu la” primi notte di nozze della mia ‘nonna) quante: volte niélin. vita. mi #on: ricordata di quello parole: filosofia “mottettadaz., gente d’oro che non volle pila, assoIutamenta nulla, fuor ghe il giusto ‘prezzo della corsi In gondola — quan te volto nelle sopraggilinto . difficoltà vere della ‘vita mi sol ricordata di quelle ‘sentenze... o anthé — aggiuni gova © guardando i maflziosaniente: . il. nonno — di tanto ‘alito: coso di quòi giorni... Sì Como ‘fu! bello quell’anno ilcorteo. del. Redentore sul Canal Ada G. Meille